Istat ha pubblicato i dati sulle esportazioni e importazioni italiane per aprile 2025, evidenziando un calo delle vendite verso l’estero e una crescita contenuta degli acquisti dall’estero. Il report mostra come il commercio estero si sia mosso in maniera disomogenea tra mercati Ue e extra Ue, con influenze evidenti da vendite particolari di mezzi di navigazione. Andiamo a vedere nel dettaglio la situazione aggiornata.
Andamento dell’export ad aprile 2025
Ad aprile 2025 l’export italiano ha registrato una diminuzione congiunturale del 2,8% rispetto a marzo. Istat sottolinea che questa riduzione è molto legata alla forte incidenza delle vendite di mezzi di navigazione avvenute nei mesi precedenti, sia marzo 2025 che aprile 2024. Se si esclude questo fattore, la flessione si riduce a un -0,6%, più contenuta ma sempre in calo.
Il decremento mensile è soprattutto dovuto al netto arretramento delle esportazioni verso i paesi extra Unione europea, che hanno perso il 7%, una discesa significativa. D’altra parte, le vendite di prodotti e servizi verso i partner Ue sono cresciute dell’1,5%, dimostrando una dinamica opposta fra i due mercati.
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Guardando all’andamento su base annua, le esportazioni mostrano una lieve crescita in termini monetari, pari allo 0,4%, ma in volume si è registrata una contrazione del 3,7%. Questo indica un aumento dei prezzi o una variazione qualitativa dei prodotti esportati. Questi dati confermano come il commercio estero stia attraversando una fase complessa, influenzata da fattori settoriali e geografici.
Andamento delle importazioni e saldo commerciale
Le importazioni ad aprile 2025 hanno mostrato un incremento modesto dello 0,3% rispetto al mese precedente. L’aumento si presenta molto contenuto, presupponendo una domanda estera ancora cauta e legata a specifici comparti. Anche qui, i dati si devono leggere con attenzione, considerando le fluttuazioni di singoli prodotti ad alto valore commerciale.
Il saldo commerciale, cioè la differenza tra export e import, si attesta ad aprile 2025 a +2.482 milioni di euro. Il valore è in calo rispetto allo stesso mese del 2024, quando il saldo superava i 4.800 milioni. Questo segnale indica una riduzione del vantaggio commerciale accumulato, dovuta in buona parte alla diminuzione delle vendite all’estero.
Il calo del surplus riflette quindi una situazione più sfidante per il sistema produttivo italiano, che sta incontrando maggiori difficoltà a mantenere una posizione forte sui mercati internazionali. Il commercio extra Ue pesa in modo particolare su questo risultato.
Impatto delle vendite di mezzi di navigazione sulle statistiche
Nel report Istat si evidenzia un aspetto tecnico che pesa molto sui dati di export: le vendite a elevato valore di mezzi di navigazione marittima. Si tratta di transazioni di merci che hanno un peso significativo sul totale degli scambi e che possono alterare la dinamica apparente mese per mese.
L’ente di statistica precisa che se si rimuovono queste vendite dalle analisi, sia la flessione congiunturale dell’export si attenua, sia la crescita tendenziale risulta più sostenuta. Questo elemento suggerisce che i movimenti dei mezzi di navigazione rappresentano un fattore estemporaneo e non riflettono appieno la situazione generale delle esportazioni.
Questa incidenza spiega parte della volatilità che si osserva nei dati mensili e annuali e richiede cautela nell’interpretare le variazioni complessive. I segnali di debolezza o di crescita vanno quindi valutati anche considerando questi elementi specifici.
Differenze tra mercati ue ed extra ue
La distinzione tra l’andamento dei mercati Ue e quelli extra Ue emerge chiaramente nei dati ad aprile 2025. Le esportazioni verso i paesi dell’Unione europea sono cresciute dell’1,5% su base mensile, indicando una domanda interna al continente che mostra qualche segnale di vivacità.
Al contrario, il crollo del 7% verso i paesi extra Ue rappresenta un freno importante per il commercio estero italiano. Questo calo può essere legato a fattori geopolitici, instabilità economica o riduzione della domanda in mercati chiave fuori dal continente europeo.
Questa divergenza tra area Ue e extra Ue pesa sulla performance complessiva del commercio estero e rallenta la ripresa o comunque la stabilizzazione delle esportazioni. La dipendenza da entrambi i mercati richiede un’attenta gestione delle relazioni commerciali esterne.