Evasioni dal carcere di prato, quattro detenuti e due agenti sotto inchiesta per permessi premio e irregolarità

Evasioni dal carcere di prato, quattro detenuti e due agenti sotto inchiesta per permessi premio e irregolarità

Un’inchiesta della procura di Prato coinvolge quattro detenuti e due agenti per evasioni dal carcere tra il 2024 e il 2025, evidenziando negligenze nella gestione dei permessi premio e criticità nella sorveglianza.
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Un’inchiesta della procura di Prato ha portato all’iscrizione di quattro detenuti e due agenti penitenziari per evasioni legate a permessi premio, evidenziando gravi negligenze nella gestione e sorveglianza del carcere. - Gaeta.it

Un’inchiesta della procura di Prato ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di quattro detenuti e due agenti della polizia penitenziaria per una serie di evasioni avvenute nel carcere cittadino negli ultimi mesi. Le indagini accendono un faro su come sono stati gestiti i permessi premio e i permessi per necessità concessi a detenuti in regime di media sicurezza, evidenziando falle nella sorveglianza e possibili responsabilità interne.

Dettagli delle evasioni e contesto delle autorizzazioni

Tra il 1° luglio 2024 e oggi, cinque detenuti hanno approfittato delle concessioni per uscire momentaneamente dal carcere di Prato, ma non sono rientrati nei termini previsti. Tutti i coinvolti sono stati condannati con sentenze definitive e inseriti nel circuito di media sicurezza, una fascia che prevede controlli meno rigidi e la possibilità di usufruire di permessi per motivi familiari o di necessità. Le date delle evasioni sono il 27 novembre e il 20 dicembre 2024, e il 26 maggio, 12 giugno e 1° luglio 2025.

I permessi hanno riguardato soprattutto la frequenza di strutture esterne, tra cui la “Casa di accoglienza lacques Fresh” della Caritas a Prato, dove almeno due detenuti erano ospiti durante il periodo di allontanamento dalla casa circondariale. Questo luogo protagonista delle vicende, oltre a ospitare i reclusi, sarebbe stato utilizzato per rifornire i detenuti in cella di stupefacenti, secondo gli elementi raccolti dagli investigatori.

Responsabilità e criticità nelle autorizzazioni

Nel corso delle indagini sono stati iscritti nel registro degli indagati anche il comandante di reparto pro tempore e un assistente capo di polizia penitenziaria. Secondo l’accusa, i due agenti avrebbero agevolato le evasioni in maniera colposa, in particolare durante l’evasione del 20 dicembre 2024. In quell’occasione, il detenuto protagonista della fuga era sotto regime di semilibertà, ma la procura sottolinea la mancata comunicazione tempestiva della sospensione del beneficio.

Mancanze nella gestione delle regole carcerarie

La stessa indagine segnala che il recluso non è stato trasferito nella sezione ordinaria come previsto dalle disposizioni del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria , impartite con nota il 2 ottobre 1998. Quel giorno inoltre venne lasciata aperta la porta esterna della sezione semilibertà facilitando la fuga. Gli agenti, secondo la procura, hanno agito con negligenza, compromettendo la sicurezza e il rispetto delle regole.

Cattura del detenuto fuggito e situazione attuale

L’uomo evaso il 20 dicembre 2024 è stato rintracciato a Firenze la sera stessa, grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno permesso di localizzarne la posizione. Alla cattura, il detenuto ha opposto resistenza ai pubblici ufficiali, un’aggravante contestatagli nel procedimento penale.

Dopo l’arresto, il giudice ha disposto per lui l’affidamento in prova presso una struttura di Vicchio, in provincia di Firenze, a partire dal 20 gennaio scorso. Questa misura alternativa al carcere ha lo scopo di valutare la sua reintegrazione sociale, ma resta sotto stretto controllo da parte delle autorità.

Indagini ancora aperte sulle dinamiche interne

Le indagini continuano per chiarire l’intera catena di responsabilità e le dinamiche interne al carcere di Prato, soprattutto in merito alla gestione dei permessi premio e alla sorveglianza durante questi periodi di libertà temporanea. La vicenda mette in evidenza criticità nel sistema carcerario toscano, coinvolgendo sia detenuti che personale di polizia penitenziaria.

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