Oggi e domani a Copenaghen si svolge l’incontro dei ministri delle Finanze e dell’Economia dell’Ue, con l’Eurogruppo e l’Ecofin informale. Questi appuntamenti di fine estate preparano le prossime manovre finanziarie nazionali, in un momento delicato per l’economia europea e con nuove tensioni geopolitiche.
Eurogruppo a Copenaghen: riepilogo economico e programma dei lavori
L’Eurogruppo si riunisce questa mattina al Forum Kobenhavn, un ampio spazio multifunzionale a Fredriksberg, località inglobata nella capitale danese. L’incontro sarà breve, con un’agenda concentrata su pochi temi principali. I ministri discuteranno il programma di lavoro per i mesi a venire, con uno sguardo già rivolto a novembre, quando è previsto un confronto strategico sull’adeguamento del ciclo di sorveglianza dei bilanci nazionali alle nuove regole del patto di stabilità aggiornato.
L’Eurogruppo analizzerà gli sviluppi economici basandosi su dati forniti da Commissione europea e Banca centrale europea. Il quadro resta complesso, con tensioni sul commercio internazionale che influenzano la crescita. L’accordo sui dazi con gli Stati Uniti, dopo le dispute avviate dall’amministrazione Trump, ha attenuato alcune tensioni ma resta motivo di attenzione. L’inflazione si è riportata su livelli più vicini agli obiettivi di stabilità dei prezzi dell’Eurozona.
L’aumento della spesa pubblica in difesa e infrastrutture in diversi Paesi europei sostiene l’attività economica, nonostante l’impatto negativo dei dazi e dell’apprezzamento dell’euro. Il tema della resilienza dell’area euro rimane centrale, con la necessità di monitorare gli effetti di questi fattori.
La Francia sotto osservazione per instabilità politica e bilancio
Tra i governi europei, la situazione francese attira particolare attenzione. Il 19 settembre, in occasione del vertice, la Francia è senza un esecutivo stabile. Dopo le dimissioni di François Bayrou, arrivate l’8 settembre, il nuovo premier Sébastien Lecornu sta formando un governo. È il quinto presidente del Consiglio nominato da Emmanuel Macron dal 2022, un segnale di forte instabilità.
Il governo Bayrou, di minoranza, è caduto nove mesi dopo il precedente esecutivo guidato da Michel Barnier. Questa situazione politica, unita a un deficit pubblico vicino al 6% e a un debito superiore al 114% del Pil, ha portato i rendimenti dei titoli di Stato francesi a livelli simili a quelli italiani, superando quelli greci sui decennali.
Il ministro francese parteciperà al confronto di oggi, ma secondo fonti ufficiali senza un governo stabile è presto per prevedere sviluppi concreti sulle politiche economiche. È probabile però che la questione francese rimanga al centro delle discussioni nei prossimi incontri tra ministri, vista l’importanza del Paese nell’area euro.
Ecofin informale: semplificazione normativa e ruolo del Parlamento Europeo
Subito dopo l’Eurogruppo si apre l’Ecofin informale, con una colazione di lavoro dedicata all’impatto delle normative europee sull’economia. L’obiettivo è individuare modi per bilanciare i benefici economici delle leggi europee con la riduzione degli oneri per imprese e finanze pubbliche.
Nel pomeriggio la discussione si concentrerà sul complesso sistema normativo finanziario Ue. I ministri valuteranno come una regolamentazione più semplice e meno frammentata possa favorire investimenti e competitività del settore privato, senza compromettere la stabilità del sistema finanziario.
Le analisi del think tank britannico New Financial evidenzieranno come i mercati finanziari europei siano divisi su base nazionale, più piccoli e meno competitivi rispetto agli Stati Uniti. Si approfondirà quali passi possono rendere i mercati europei più integrati e attrattivi per investitori e imprese.
Sabato l’Ecofin inizierà con una sessione sulle riforme strutturali nazionali. I ministri discuteranno nuove proposte per migliorare produttività e competitività, tenendo conto di recenti rapporti del Fondo Monetario Internazionale sulle sfide politiche che possono ostacolare queste riforme.
L’ultima parte della giornata sarà dedicata alle conseguenze economiche legate alla situazione geopolitica. I partecipanti valuteranno l’impatto della ripresa della competizione tra grandi potenze sull’Europa e sulle alleanze strategiche dei Paesi membri.
Scenari geopolitici e impatti economici: il contributo di Bruegel
Il think tank Bruegel, con sede a Bruxelles, presenta oggi un documento chiave per la discussione finale del vertice. Il report intitolato “Geopolitical shifts and their economic impacts on Europe” analizza la storia economica del secondo dopoguerra fino alla crisi della globalizzazione, oggi segnata da nuove tensioni internazionali.
Il testo descrive tre possibili scenari futuri: un’ulteriore riduzione della cooperazione internazionale, con un rafforzamento del protezionismo negli Usa; un mondo diviso in tre blocchi principali, guidati da Stati Uniti, Cina e un gruppo di Paesi non allineati; oppure un nuovo ordine multilaterale con alleanze e confronti articolati diversamente.
Tra i rischi indicati c’è la possibilità di una crisi del mercato obbligazionario statunitense, legata a dubbi sulla sostenibilità del debito pubblico di Washington. Non è esclusa un’ulteriore escalation della guerra tra Russia e Ucraina, che peserebbe sull’economia europea.
Il dossier sottolinea la necessità per l’Europa di rafforzare la propria capacità di difesa e sviluppare autonomie in vari settori. Le priorità segnalate coincidono con quelle espresse recentemente nei report Draghi e Letta, riguardanti autonomia tecnologica, intelligenza artificiale, gestione del debito e riforma delle regole fiscali europee.
La sessione finale del vertice vedrà la partecipazione anche dei ministri di Ucraina, Regno Unito, Norvegia e Canada, chiamati a confrontarsi sui temi geopolitici e sulle ricadute economiche per l’area Ue.
L’agenda di questi due giorni a Copenaghen mostra un’Europa impegnata a rispondere a sfide complesse, interne ed esterne. Dal fronte economico, alle riforme normative e agli equilibri geopolitici, il confronto tra ministri sarà decisivo per definire i prossimi passi del percorso europeo.