Nel mese di maggio 2025 si accendono nuove mostre d’arte in diverse città italiane. Le proposte spaziano dal futurismo con le sue opere iconiche a Desenzano del Garda, alla scultura contemporanea di Jago che dialoga con Caravaggio a Milano, fino ai reportage fotografici più recenti di World Press Photo a Roma. In programma anche installazioni legate a temi sociali e ambientali, e indagini culturali sull’Islam a Palazzo Corsini. Ecco un resoconto dettagliato degli eventi principali.
Il ritorno del futurismo al castello di desenzano del garda
Dal 4 maggio al 26 ottobre il Castello di Desenzano del Garda ospita la mostra “Mondo futurista“, curata da Giordano Bruno Guerri e Matteo Vanzan. L’esposizione copre un arco cronologico che parte dal 1901, con l’opera “Il lavacro dell’umanità” di Gaetano Previati, e arriva sino al 1942-1943 con “Biliardo” di Renato di Bosso. Al centro c’è la rivoluzione culturale del futurismo, evidenziata attraverso 50 pezzi tra dipinti a olio, disegni, studi preparatori, sculture, litografie e manifesti originali.
Le opere provengono da collezioni sia pubbliche che private e offrono una vasta rappresentazione dell’impatto estetico e formale che il movimento ha avuto in Italia. Non si tratta solo di quadri ma anche di documenti e testi che arricchiscono la narrazione storica lungo il percorso espositivo. Questo allestimento evidenzia il lato meno conosciuto del futurismo, ponendo attenzione agli sviluppi estetici e culturali oltre alle celebri rivoluzioni artistiche.
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Gli spettatori possono osservare la trasformazione del pensiero futurista, che ha superato la mera esaltazione della modernità e della tecnologia per abbracciare moti interiori e contraddizioni del primo Novecento. Il percorso racconta anche i segni lasciati nel ventennio successivo, offrendo un’occasione unica per approfondire un movimento cardine della storia italiana dell’arte.
La mostra di jago a milano e il confronto con la natura morta di caravaggio
Dal’8 maggio al 4 novembre la Pinacoteca Ambrosiana di Milano presenta “Natura Morta” di Jago, con la curatela di Maria Teresa Benedetti. L’esposizione propone un’inedita riflessione sulla celebre “Canestra di frutta” di Caravaggio affiancandola a un’opera contemporanea dello scultore. Jago interpreta la natura morta non più come una rappresentazione di vita vegetale ma come una cesta piena di armi, oggetti creati dall’uomo con funzione di distruzione.
Queste armi, esposte come frutti artificiali, appaiono riprodotte in serie e privi di scopo, ma con un impatto inquietante. Questo dettaglio richiama una riflessione contemporanea sul senso dei manufatti umani e il loro peso nella società. La scelta di Jago mette in luce un dialogo tra epoche distanti ma con temi ancora apertissimi, come la violenza e il significato della realtà.
Parallela a questa mostra, dal’8 maggio al 7 settembre Palazzo Citterio ospita “Once Again” di Chiara Dynys, a cura di Anna Bernardini. L’artista realizza una struttura mobile di tre rulli prospettici rotanti che misurano dieci metri in larghezza e riproducono il movimento delle onde marine per una lunghezza di dodici metri. L’opera invita lo spettatore a confrontarsi con uno spazio mutevole, tra realtà e illusione. Il progetto esprime la tensione tra natura e percezione umana attraverso una forma cinetica e visiva.
L’arte contemporanea a forlì tra memoria e territorio
A Forlì, presso la Fondazione Dino Zoli, è in programma fino al 7 giugno la mostra “L’Acqua del Duemila” di Cosimo Veneziano. A cura di Nadia Stefanel e Matteo Zauli, con la collaborazione del Museo Carlo Zauli, la mostra nasce come riflessione sugli eventi drammatici dell’alluvione che ha colpito Forlì e Faenza il 16 maggio 2023. Veneziano utilizza due installazioni che restituiscono i ricordi degli alluvionati trasformati in immagini, racconti tangibili di un immaginario collettivo legato alla perdita.
Il medium principale è il disegno, con cui l’artista crea una mappa fisica di presenze e assenze. Questa narrazione visiva riporta lo spettatore entro una dimensione dove la memoria personale si intreccia con le ferite del territorio. La mostra è un invito a osservare la fragilità ambientale e le testimonianze umane che permangono oltre il disastro naturale.
L’opera si inserisce in un progetto della fondazione che punta a sensibilizzare sulla cura del paesaggio e sul recupero dopo le catastrofi, offrendo una testimonianza concreta attraverso il linguaggio artistico. Si tratta di un’occasione per riflettere sull’impatto dei fenomeni climatici e sul rapporto tra uomo e ambiente.
Liquidaphotofestival a torino, immagini di conflitti e identità
Dall’8 all’11 maggio Torino ospita la quarta edizione del Liquida Photofestival, con una mostra al Polo del ’900 intitolata “What echoes remain – Fotografie e archivi tra Palestina, Ucraina e identità contese“. L’esposizione raccoglie i lavori di tre fotografi: Sofya Chotyrbok, Greg. C. Holland e Varvara Uhlik, ciascuno impegnato a raccontare le eredità lasciate dalla guerra.
Holland indaga sul presente della Palestina attraverso volti e storie delle nuove generazioni. Chotyrbok e Uhlik documentano invece il conflitto russo-ucraino intrecciando esperienze personali e immagini di martoriati territori. Queste fotografie vanno oltre la cronaca diretta: esplorano l’impronta invisibile che le tensioni geopolitiche lasciano nelle comunità, un archivio di memorie che si fa testimonianza.
Il progetto invita a guardare oltre i fatti immediati per comprendere come la violenza influenzi l’identità e la memoria di popoli senza che sia necessario vivere in prima persona la guerra. Questa mostra diventa così un’interfaccia per avvicinarsi a realtà remote ma profondamente connesse all’attualità globale.
A roma il principe leone caetani e la world press photo 2025
Nella Biblioteca di Palazzo Corsini a Roma, dall’8 maggio al 29 giugno è visitabile “Il Principe e l’Islam. Leone Caetani e l’Accademia dei Lincei“, curata da Roberto Tottoli e Andrea Trentini. La mostra racconta la figura di Caetani, orientalista e politico, primo in Europa a studiare la storia islamica attraverso fonti arabo-islamiche con metodo scientifico. Nonostante non fosse legato a istituzioni accademiche ufficiali, fu socio della Reale Accademia dei Lincei.
Caetani si oppose all’impresa coloniale italiana in Libia, criticando la propaganda e la scarsa conoscenza dell’epoca sull’argomento. L’esposizione ripercorre il suo lavoro di studio e la straordinaria capacità di mettersi in ascolto di culture diverse in un momento storico complesso.
Sempre a Roma, dal 6 maggio all’8 giugno il Palazzo delle Esposizioni ospita la mostra World Press Photo 2025. La foto vincitrice del photo of the year è della palestinese Samar Abu Elouf, con base a Doha. Lo scatto ritrae Mahmoud Ajjour, un bambino gravemente ferito mentre scappava da un attacco a Gaza, per The New York Times. Questo riconoscimento mondiale mette in luce ancora una volta il ruolo centrale del fotogiornalismo nel raccontare i conflitti e le loro conseguenze umane.
Dal 9 maggio al 10 luglio la Galleria Zema di Roma presenta “Colors“, la personale di Daniela Cavallo. L’artista di Ostuni propone una sequenza di sette serie che partono dalla fotografia e arrivano al disegno, alla pittura e all’elaborazione digitale, raccontando un percorso artistico che si dipana tra materiali e tecniche, riflettendo su linguaggi e percezioni.
Le mostre in programma in questi mesi rivelano un’Italia che guarda al passato e al presente con uno sguardo attento e diversificato, spaziando tra arte figurativa, memoria collettiva, fotografia documentaria e riflessione sociale.