Un uomo di 32 anni è stato salvato nel Biellese dopo aver trascorso una notte all’aperto sul Monte Bo senza zaino né cellulare. La sua scomparsa aveva allarmato i familiari e, grazie alla rapidità dell’allarme e all’intervento tempestivo di soccorritori e vigili del fuoco, l’esito è stato positivo.
Il percorso e la scomparsa del 32enne sul Monte Bo
L’escursionista era partito da Piedicavallo con l’intenzione di raggiungere la cima seguendo il sentiero della Ronda, un itinerario noto ma impegnativo nel territorio biellese. Venerdì aveva inviato un ultimo messaggio ai familiari per informarli del suo spostamento lungo quel tragitto. Dopo quel contatto non è più riuscito a comunicare.
L’assenza di notizie ha subito generato preoccupazione in famiglia. Senza ulteriori aggiornamenti, i parenti hanno segnalato la situazione e l’allarme è scattato. Il silenzio tra venerdì sera e sabato ha fatto capire che qualcosa non andava, spingendo ad avviare le ricerche.
Le operazioni di soccorso e la localizzazione del disperso
La segnalazione dei familiari è arrivata agli operatori del Soccorso Alpino e dei Vigili del Fuoco, che sono intervenuti rapidamente. L’ultima comunicazione ricevuta ha permesso di restringere la zona di ricerca entro un perimetro definito lungo il sentiero che l’uomo stava percorrendo.
Il territorio del Monte Bo presenta sentieri che richiedono attenzione e esperienza anche senza condizioni meteo avverse. I soccorritori hanno proceduto con una perlustrazione accurata, coordinando gli sforzi e concentrandosi nell’area indicata dal segnale ricevuto, così da ottimizzare tempi e risorse in un contesto complesso.
Il ritrovamento e le condizioni dell’escursionista
Poco dopo le 19 di sabato, l’uomo è stato individuato: appariva stanco e provato, ma era cosciente e in condizioni stabili. Ha raccontato di essere scivolato sul sentiero, perdendo lo zaino dove aveva lasciato il cellulare. Impossibilitato a chiedere aiuto, ha trascorso la notte all’aperto.
I soccorritori lo hanno accompagnato a valle per sottoporlo a visite mediche di controllo, che hanno confermato l’assenza di traumi gravi o problemi che richiedessero un ricovero. Il ritrovamento è stato il risultato della collaborazione tra familiari e squadre impegnate nel recupero, dimostrando l’efficacia del pronto intervento.
L’importanza del tempestivo intervento in situazioni di emergenza montana
Questo episodio mostra come la montagna possa nascondere rischi anche in escursioni apparentemente sotto controllo. Il mancato ritorno del camminatore ha attivato l’allarme che ha permesso di iniziare le ricerche entro poche ore.
La perdita del telefono e dello zaino evidenzia quanto sia facile trovarsi senza mezzi di comunicazione e dover affrontare condizioni difficili in isolamento. L’intervento rapido della famiglia e dei soccorritori ha evitato che la situazione peggiorasse.
La comunità locale riconosce l’azione coordinata tra soccorso e vigili come decisiva per evitare un epilogo negativo. Il recupero del 32enne rappresenta un risultato positivo in casi di questo tipo, dove i tempi di reazione sono determinanti tra la vita e un rischio serio.