Nel nuovo filone investigativo legato all’omicidio di Garlasco, si svolgono gli esami biologici sugli elementi raccolti. Questa attività, prevista come incidente probatorio, ha come protagonista unico l’indagato Andrea Sempio. I reperti finora raccolti arrivano da diverse sedi, ma saranno analizzati nei laboratori della polizia scientifica dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano. Questo passaggio rappresenta un momento centrale per accertare dettagli cruciali legati al caso.
Laboratorio fatebenefratelli: cuore delle analisi scientifiche
Gli esami saranno condotti nei laboratori della polizia scientifica dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, dotati di strumenti per l’analisi biologica più avanzata. Qui si procederà con le tecniche di rilevamento tipiche per il DNA e altre tracce biologiche, fondamentali per verificare connessioni con l’indagato e con la scena del crimine.
Il laboratorio è al centro del lavoro investigativo: oltre a garantire un’accurata gestione dei reperti, offre un ambiente controllato dove isolare contaminazioni esterne e assicurare la veridicità dei risultati. “Questo punto di raccolta e analisi è strategico nel percorso accusatorio e difensivo del processo, perché ogni prova biologica può avere un peso decisivo.”
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Il materiale probatorio: quantità e provenienza dei reperti
La fase di raccolta degli elementi probatori coinvolge almeno sessanta reperti che saranno esaminati a Milano. Questi oggetti sono stati ritirati nelle ultime settimane ed è previsto il loro trasferimento ai laboratori per i test biologici specifici. A Milano è quindi il fulcro delle analisi, dove esperti scientifici lavoreranno sui campioni per tentare di chiarire aspetti chiave del delitto.
A Pavia la situazione è più articolata: là rimangono diversi oggetti legati alla scena del crimine. Tra questi si trovano tappetini, oggetti della casa legati all’ambiente dove è avvenuto il reato, tamponi utilizzati per i prelievi e perfino barattoli di yogurt, che fanno parte delle prove conservate. Questa pluralità dimostra come l’indagine tocchi diversi punti e tipi di materiale per completare la ricostruzione della dinamica.
Punto critico: l’impronta 33 e le evidenze mancanti
Un nodo importante riguarda la sorte della parte rimossa del muro che presenta l’impronta 33. Ad oggi non è chiaro che fine abbia fatto quel tratto, elemento potenzialmente significativo per l’indagine. Il mancato recupero di questa parte rischia di lasciare un vuoto nella ricostruzione delle prove e nella loro analisi.
L’impronta 33, già oggetto di attenzione in passato, resta un punto interrogativo. “La sua assenza non compromette ancora le indagini, ma rende più difficile stabilire un quadro completo.” Le forze dell’ordine e i periti lavorano per chiarire anche questo aspetto, consapevoli che ogni dettaglio può restituire informazioni utili a ricostruire cosa è successo quella notte a Garlasco.
Il nuovo filone investigativo e le analisi in corso
Il nuovo filone di indagine sul caso riprende così con una fase decisiva, quella delle analisi biologiche, che inficiano sul proseguimento dell’inchiesta e sulle eventuali azioni giudiziarie successive. Il lavoro nei laboratori di Milano si svolge in modo silenzioso, ma con l’attenzione di tutto l’ambiente giudiziario e investigativo concentrata sulle possibili novità che questi esami potrebbero portare.