L’esame di Stato 2025 registra un uso diffuso e senza precedenti dell’intelligenza artificiale tra gli studenti che si preparano alla maturità. Solo un decimo dei candidati non ha mai fatto affidamento su qualche forma di assistenza digitale basata sull’IA. Questo dato segna un cambiamento significativo nel modo di affrontare lo studio e l’esame, aprendo dibattiti su pratiche, rischi e strategie adottate dai ragazzi.
La diffusione dell’intelligenza artificiale tra gli studenti
Secondo un’indagine condotta da skuola.net su un campione di 1.000 maturandi italiani, il 35% degli studenti ha usato con regolarità strumenti di intelligenza artificiale dall’inizio dell’anno scolastico. Un altro 34% li ha impiegati in modo più sporadico, mentre il 19% ha fatto ricorso all’IA solo in casi rari. Resta solo il 10% che si è completamente astenuto da questo tipo di supporto digitale. L’uso è quindi quasi generalizzato e non si limita a una piccola parte degli alunni.
Ambiti di applicazione dell’IA nello studio
Gli ambiti più frequenti in cui si ricorre all’intelligenza artificiale riguardano ricerche approfondite per i compiti scolastici, consigli su temi e progetti e aiuti per la preparazione orale, con i chatbot che assumono il ruolo di tutor e aiutano a organizzare il ripasso. Questi strumenti offrono materiali di studio aggiuntivi e semplificano il lavoro, facilitando un approccio più rapido al programma scolastico.
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Pratiche illecite e percezione del rischio
Una parte degli studenti ammette di aver superato verifiche o compiti in classe usando l’IA senza autorizzazione. Quasi la metà degli intervistati riconosce di aver fatto un uso almeno occasionale nel corso dell’anno, mentre circa uno su cinque ha fatto ricorso in modo abituale a questi mezzi, senza mai essere scoperto. Il dato suscita preoccupazione, viste le possibili implicazioni etiche e disciplinari.
La tentazione di usare gli aiutini definiti “illegali” arriva fino alla prova d’esame: oltre un terzo dei maturandi sta pensando a come integrare l’intelligenza artificiale durante le prove finali. Il 23% prevede di usare il chatbot in modo esplicito, mentre un 12% si riserva di farlo solo in caso di estrema necessità. Questa pratica comporta però il rischio serio di esclusione immediata dall’esame, ma non sembra frenare molti candidati.
Opinioni sulla scoperta dell’uso dell’IA
Le opinioni circa la possibilità che i professori scoprano un tema scritto con l’ausilio dell’IA sono divise: più del 20% pensa che i docenti non riuscirebbero a individuare la differenza, mentre il 32% teme una probabilità elevata di essere scoperti. Questo scontro tra opportunità e prevenzione guida molte scelte nel comportamento dei ragazzi.
Come gli studenti usano l’intelligenza artificiale per il ripasso finale
Quando si arriva al ripasso per la maturità, molti studenti confermano di affidarsi agli strumenti digitali basati sull’intelligenza artificiale. Il 42% dichiara che userà sicuramente qualche tipo di IA, e un 39% non esclude di farlo in caso di bisogno. Solo il 19% intende evitare questi strumenti in questa fase decisiva.
Impiego dell’IA nella preparazione orale e scritta
In dettaglio, quasi la metà degli studenti impiega l’IA soprattutto per preparare il colloquio orale. Si ricorre a queste risorse digitali per ricavare informazioni utili a completare relazioni, collegare temi di diverse materie e creare contenuti originali da presentare durante l’interrogazione. Un aiuto importante che serve a non farsi cogliere impreparati davanti alla commissione.
Nel caso della prima prova scritta, circa il 14% degli studenti interroga i chatbot sulla possibile scelta di temi e autori, cercando di prevedere gli argomenti che potrebbero presentarsi. Più contenuta, invece, l’attenzione verso strumenti di questo genere per la seconda prova pratica, dove appena il 6% li considera un supporto utile.
Il ricorso all’IA si configura così come una risorsa diffusa e diversificata, che accompagna gli studenti in tutte le fasi del percorso verso la maturità, in modi che rispecchiano dubbi e strategie differenti.