Ematologia di pescara tra le prime in italia per terapie innovative contro emoglobinopatie

Ematologia di pescara tra le prime in italia per terapie innovative contro emoglobinopatie

L’ematologia di Pescara si conferma centro nazionale di eccellenza per terapie geniche innovative contro emoglobinopatie, con il supporto del Senato e la collaborazione multidisciplinare tra ospedali italiani.
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L'ematologia di Pescara si distingue a livello nazionale per l'applicazione di terapie geniche innovative contro emoglobinopatie come beta-talassemia e anemia falciforme, grazie a un approccio multidisciplinare e a un forte supporto istituzionale. - Gaeta.it

L’ematologia di Pescara si distingue a livello nazionale per l’applicazione di terapie genetiche all’avanguardia contro le emoglobinopatie, malattie del sangue come la beta-talassemia e l’anemia falciforme. Questo è emerso durante il convegno svoltosi a Roma nella Sala dell’Istituto Santa Maria in Aquiro al Senato della Repubblica, un evento promosso dal senatore Francesco Zaffini. La discussione ha posto l’attenzione sulle nuove tecniche di editing genomico, che stanno trasformando il trattamento di queste patologie.

Il convegno a roma e il ruolo del senato nella promozione delle terapie avanzate

La Sala dell’Istituto Santa Maria in Aquiro ha ospitato, a Roma, un incontro dedicato all’innovazione nella cura delle emoglobinopatie, con il patrocinio della commissione affari sociali guidata dal senatore Francesco Zaffini. Tra le priorità della discussione, l’impegno a livello istituzionale per supportare i centri italiani che si occupano di terapie geniche. Il senatore ha aperto la sessione con un intervento che ha richiamato l’importanza della ricerca e della collaborazione tra ospedali per sviluppare cure efficaci.

Un modello di riferimento nazionale

In collegamento da remoto è intervenuto anche il ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha evidenziato la validità del modello adottato da tre strutture italiane — Perugia, Pavia e Pescara. Questi centri rappresentano esempi concreti di applicazione della medicina di precisione, con una forte attenzione alle cure personalizzate. Schillaci ha confermato l’impegno del governo nel finanziare questo tipo di progetti, essenziali per migliorare il trattamento di patologie genetiche ancora difficili da gestire.

Terapia genica: come funziona la cura innovativa per beta-talassemia e anemia falciforme

La terapia genica messa a punto prevede un’unica somministrazione che ha effetto duraturo o permanente. Dalla raccolta delle cellule staminali del paziente si passa a una modificazione genetica in laboratorio, per correggere il difetto responsabile della malattia. Successivamente, le cellule modificate vengono reinfuse nello stesso paziente. Questo procedimento rappresenta un cambiamento significativo rispetto ai trattamenti tradizionali, che si basano su trasfusioni e terapie farmacologiche continue.

Un processo complesso ma promettente

Il trattamento richiede strutture con competenze specifiche e un alto grado di coordinamento tra diverse unità ospedaliere. La procedura è complessa, ma offre la possibilità di migliorare la qualità di vita dei pazienti, riducendo la necessità di interventi frequenti e complicanze legate alla malattia. È una rivoluzione terapeutica che, grazie anche al lavoro scientifico italiano, si sta consolidando come approccio efficace.

Il contributo di pescara e il lavoro multidisciplinare tra i professionisti

La Asl di Pescara ha avuto un ruolo centralissimo in questo percorso innovativo. Il professor Mauro Di Ianni, direttore dell’unità operativa complessa di Ematologia, ha spiegato come la riuscita di questa terapia dipenda dal lavoro congiunto di più reparti. Accanto all’ematologia, collaborano il Centro Trasfusionale, il Centro Trapianti, il Laboratorio di Manipolazione Cellulare e la Farmacia Ospedaliera. Questa sinergia garantisce la corretta gestione del paziente durante tutte le fasi del trattamento.

Un coordinamento che fa la differenza

La dottoressa Antonella Sau, medico dirigente della stessa unità, ha descritto nel dettaglio l’iter per l’individuazione del paziente candidato e le tappe della terapia. Ha sottolineato la complessità organizzativa e clinica coinvolta, che richiede professionalità specializzate e una stretta collaborazione tra i diversi operatori sanitari. La sua esperienza diretta mostra quanto la cura delle emoglobinopatie esiga un approccio integrato, che unisce competenze trasversali per assicurare risultati ottimali.

Questi progressi, evidenziati nel corso del convegno a Roma, confermano il contributo essenziale della sanità italiana nel campo della medicina rigenerativa e delle terapie cellulari, con Pescara che si afferma come uno dei centri di riferimento per questi trattamenti.

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