Edoardo Leo porta al giffoni il film per te sulla storia vera di mattia piccoli, ragazzo alfiere della repubblica

Edoardo Leo porta al giffoni il film per te sulla storia vera di mattia piccoli, ragazzo alfiere della repubblica

Il Giffoni Film Festival presenta “Per te”, film con Edoardo Leo che racconta la storia vera di Mattia Piccoli e il suo rapporto con il padre affetto da Alzheimer precoce, tra cura e amore familiare.
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"Per te", presentato al Giffoni Film Festival e interpretato da Edoardo Leo, racconta la toccante storia vera di un ragazzo che si prende cura del padre affetto da Alzheimer precoce, offrendo una riflessione sincera sul legame familiare e la malattia. - Gaeta.it

Il Giffoni Film Festival ha ospitato la presentazione del nuovo film “Per te“, interpretato da Edoardo Leo. Il progetto racconta la vicenda reale di Mattia Piccoli, un ragazzino che a soli 11 anni ha ricevuto il titolo di Alfiere della Repubblica per essersi preso cura del padre affetto da Alzheimer precoce. Sullo sfondo della manifestazione dedicata al cinema per giovani, l’opera ha colpito per la sensibilità con cui affronta un tema delicato legato alla malattia e al legame familiare.

Il racconto di una famiglia alle prese con l’alzheimer precoce

“Per te” si concentra sul rapporto tra Mattia, un ragazzo qualunque, e suo padre, diagnosticato con l’Alzheimer precoce. Edoardo Leo interpreta proprio il ruolo del padre, mettendo in scena il progressivo deterioramento della memoria e l’inversione dei ruoli tra genitore e figlio. La scelta di portare sul grande schermo questa storia vera nasce dalla volontà di mostrare un’umanità spesso nascosta: un figlio che si fa carico di un padre malato senza eroi o gesti eclatanti.

La lavorazione del film ha richiesto un approccio rispettoso, evitando la spettacolarizzazione del dolore e della malattia. Leo ha voluto distaccarsi da imitazioni, preferendo elaborare il ruolo lontano dal confronto diretto con la famiglia reale prima di incontrarla. Solo in seguito alle riprese si è stretto un dialogo con i protagonisti, scoprendo la sensibilità necessaria a rappresentare quella fase delicata in cui il paziente sembra ancora lucido ma le dinamiche familiari cambiano profondamente.

Il coinvolgimento emotivo di edoardo leo nella preparazione del ruolo

Durante la prima visione pubblica, il protagonista ha ammesso di essere rimasto senza parole per diversi minuti, sopraffatto dalle emozioni. Interpretare il padre malato ha richiesto una lunga preparazione, compresa la lettura ripetuta del libro da cui il film è tratto, “Un tempo piccolo“. Leo ha scelto di raccontare la malattia in modo intimo e discreto, concentrandosi su quel momento di transizione in cui il figlio diventa chi si prende cura dell’adulto, capendo che dietro a ogni gesto c’è una storia complessa e dolorosa.

L’esperienza personale dell’attore, che ha vissuto situazioni simili in famiglia, ha aggiunto profondità alla sua interpretazione, senza trasformare la recitazione in mera imitazione. Il ruolo ha messo a nudo fragilità e paure, portando alla luce aspetti nascosti della quotidianità di molte famiglie che affrontano malattie neurodegenerative.

Un messaggio che parla di famiglia e tempo prezioso

La vicenda ha modificato l’approccio di Edoardo Leo anche nel privato. L’attore ha raccontato come il film gli abbia fatto riflettere sul valore del tempo vissuto con i propri cari, soprattutto i figli. La paura costante di perdere oggetti o appunti banali si è trasformata in consapevolezza più profonda sulla vulnerabilità umana e sull’importanza di godersi i momenti insieme.

Nel film si parla anche della difficoltà di riconoscere e mostrare fragilità, soprattutto tra i genitori. Leo sottolinea quanto sia importante riuscire a dire ai figli «Non sto bene» o «Ho paura», rifiutando l’idea del genitore invincibile. Questo passaggio umano serve a costruire un rapporto sincero e onesto, che aiuti i più giovani a sentirsi meno soli di fronte alle difficoltà della vita.

L’accoglienza al giffoni e il valore sociale del progetto

La presentazione a Giffoni ha offerto un’occasione per discutere di temi delicati come la malattia precoce e la cura familiare con un pubblico giovane, consapevole delle sfide che alcune famiglie devono affrontare. Il film “Per te” si inserisce in una corrente di cinema impegnato ma accessibile, capace di avvicinare lo spettatore senza spettacolarizzare o drammatizzare eccessivamente.

Edoardo Leo ha dimostrato una sensibilità rara nel dirigere e interpretare una storia così personale, credendo che le narrazioni di questo tipo aiutino a superare il silenzio e lo stigma intorno alle malattie neurodegenerative. Al Giffoni “Per te” non è solo un film, ma un invito a riflettere sull’amore che sostiene chi si trova a lottare contro il tempo e la memoria.

Il progetto continua il suo percorso verso l’uscita in sala, promettendo di coinvolgere un pubblico ampio grazie alla sincerità e realismo con cui affronta un’esperienza di vita poco raccontata, richiamando attenzione sulle difficoltà di intere famiglie italiane e non solo.

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