Mirko Locatelli si è spento a Casorzo Monferrato, in provincia di Asti, dopo una breve malattia. Regista e produttore milanese, aveva costruito un percorso cinematografico attento a storie di disabilità e adolescenza. I suoi lavori più conosciuti includono i film Corpi estranei, Isabelle e La memoria del mondo, presentati in importanti festival internazionali.
Carriera e produzioni: un cinema di racconti autentici e personali
Locatelli inizia la sua attività cinematografica nel 2002 dopo un’esperienza nel giornalismo. Il primo lungometraggio risale al 2008: Il primo giorno d’inverno. Il film viene selezionato nella sezione Orizzonti della 65ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, riconoscimento che segna l’esordio ufficiale di Locatelli nel circuito dei festival. Il progetto rivela sin da subito la sensibilità verso storie intime e delicate, lontane dai grandi schemi dello spettacolo.
Nel 2013 fonda Strani Film e produce Corpi estranei, scritto insieme alla sceneggiatrice e compagna di vita, Giuditta Tarantelli. Il film ha come protagonista Filippo Timi, attore noto per interpretazioni intense. Corpi estranei affronta con concretezza le tematiche legate alla diversità e alla vulnerabilità. La collaborazione con Tarantelli diventa un perno creativo consolidato, dalla sceneggiatura alla produzione.
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Nel 2018 presenta in anteprima a Montreal Isabelle, con Ariane Ascaride protagonista. Il film riceve il premio per la migliore sceneggiatura al Montreal World Film Festival. Questo riconoscimento internazionale conferma l’interesse per i racconti di persone ai margini, trattati senza retorica o semplificazioni.
Impegno e professione: oltre il regista, fondatore e promotore culturale
Oltre alla regia, mirko locatelli si dedica alla produzione e ha fondato con Giuditta Tarantelli la casa di produzione Officina Film. L’azienda nasce per dare spazio a progetti cinematografici indipendenti, lontani dai circuiti tradizionali. Officina Film vuole raccontare storie non convenzionali, investire su talenti giovani e favorire una narrazione più vicina alle realtà della disabilità e dell’adolescenza, argomenti spesso marginali nel cinema italiano.
La sua attività a Casorzo Monferrato si configura come un punto di riferimento per chi cerca una novità nel panorama locale. La factory di cui si parla è un luogo dove chi lavora può confrontarsi con idee e contenuti di spessore, mettendo in discussione ruoli e prospettive. In questo senso la sua eredità riguarda anche la creazione di un ambiente di lavoro e collaborazione.
Vita e formazione: dalla milano universitaria a casorzo monferrato
Mirko Locatelli nasce a Milano il 22 ottobre 1974. Da giovane affronta un incidente che lo rende tetraplegico. Nonostante le difficoltà fisiche, prosegue gli studi con determinazione. Frequenta l’università Statale di Milano dove si interessa prima al giornalismo e poi al cinema. Nel corso degli anni, il suo impegno si concentra su tematiche sociali meno raccontate, in particolare la disabilità e le sfide dell’adolescenza. Questo legame con le sue vicende personali influenza la sua poetica filmica.
In seguito si trasferisce a Casorzo Monferrato, piccolo comune astigiano. Qui crea una sorta di laboratorio artistico, una vera factory che coinvolge attori e registi emergenti. È in questo contesto che porta avanti i suoi progetti, lavorando anche al nuovo film che purtroppo non ha potuto completare a causa della malattia. Il luogo diventa per lui una base creativa, lontano dal caos cittadino, ideata per far crescere talenti e creare produzioni indipendenti.
L’ultima opera e l’eredità artistica
L’ultima opera significativa è La memoria del mondo , con Fabrizio Falco come attore principale. Il film debutta al Torino Film Festival nella sezione Nuovi Mondi, aprendo uno sguardo su storie spesso dimenticate, con un approccio visivo che richiama l’esplorazione della memoria collettiva e personale. Questa pellicola conferma la coerenza tematica di Locatelli, impegnato nella rappresentazione di minimi mondi individuali.
Gli ultimi progetti di Locatelli erano orientati verso nuovi film che avrebbero proseguito la riflessione iniziata negli anni, ma la sua malattia ha fermato il percorso. Resta tuttavia la testimonianza di una figura che ha portato al cinema, con passione e sguardo attento, esperienze personali e sociali troppo spesso ignorate.