È morto livio macchia, fondatore dei camaleonti e icona del beat italiano anni '60 e '70

È morto livio macchia, fondatore dei camaleonti e icona del beat italiano anni ’60 e ’70

Livio Macchia, fondatore dei Camaleonti e icona del Beat italiano, è scomparso a Melendugno a 83 anni, lasciando un’eredità musicale con successi come “L’ora dell’amore” e una carriera di oltre 60 anni.
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Livio Macchia, fondatore e anima dei Camaleonti, è scomparso nel 2025 a 83 anni, lasciando un’eredità indelebile nella musica italiana degli anni Sessanta e Settanta con successi come "L'ora dell'amore". - Gaeta.it

Livio Macchia, bassista e chitarrista noto per aver fondato i Camaleonti, è scomparso il 29 luglio 2025 a Melendugno, Lecce, all’età di 83 anni. Figura centrale della musica italiana negli anni Sessanta e Settanta, Macchia ha lasciato un segno indelebile con canzoni come “L’ora dell’amore”, “Io per lei”, “Applausi” ed “Eternità”. Nato ad Acquaviva delle Fonti nel 1941, era profondamente legato alla sua terra d’origine, dove ha vissuto gli ultimi anni della sua vita.

La nascita dei camaleonti e il contesto musicale negli anni sessanta

Livio Macchia si trasferì in Lombardia all’inizio degli anni Sessanta, nel cuore di Milano, città che allora era un terreno fertile per la musica Beat italiana. Nel 1963 fondò insieme a Riki Maiocchi, Paolo De Ceglie e Gerry Manzoli i Camaleonti. Il nome della band derivava proprio dalla loro capacità di cambiare stile musicale: sapevano passare dal repertorio internazionale ai balli tipici come polke e twist, adattandosi alle diverse platee di balere e night.

I Camaleonti si imposero rapidamente sulla scena nazionale portando avanti uno spirito di eclettismo che li rese tra i protagonisti del Beat anni Sessanta. Il gruppo sperimentava con sonorità diverse, alternando cover di brani stranieri e composizioni proprie, mostrando un’attitudine da palcoscenico molto apprezzata dal pubblico. Già dal 1964 la band aveva consolidato la propria identità musicale, diventando un punto di riferimento nel panorama italiano.

Il successo di l’ora dell’amore e gli altri brani che hanno segnato un’epoca

Il salto di qualità arrivò nel 1968, quando i Camaleonti pubblicarono “L’ora dell’amore”, versione italiana di “Homburg” dei Procol Harum. Il singolo restò in cima alle classifiche per dieci settimane consecutive, raggiungendo oltre 1,5 milioni di copie vendute. Poco dopo, con “Applausi” – cantata dallo stesso Macchia – la band replicò un successo analogo, vendendo circa 900.000 copie e mantenendo alte posizioni per quasi tre mesi.

Questi brani, accompagnati da “Io per lei” ed “Eternità”, sono diventati autentici classici del pop melodico italiano, ancora oggi cantati e apprezzati. Erano canzoni capaci di attraversare il tempo e generazioni diverse, attribuendo ai Camaleonti un ruolo di rilievo nel tessuto musicale del nostro paese.

La lunga carriera e il rapporto con la musica live

Livio Macchia ha guidato i Camaleonti per oltre 60 anni, un record di longevità per un gruppo del Beat italiano. Hanno venduto complessivamente circa 30 milioni di dischi, ottenuto quattro dischi d’oro e suonato in molti paesi europei. Macchia si è sempre definito “capostipite” del Beat italiano, ribadendo spesso il proprio legame con quell’epoca e allo stesso tempo restando critico verso le tendenze della musica contemporanea.

Anche dopo la fine dei grandi successi di vendita, Macchia continuò a suonare e comporre mantenendo una coerenza artistica riconosciuta da colleghi e fan. Era convinto che “solo dal vivo la musica potesse essere autentica”. Negli ultimi anni, organizzava jam session nelle terrazze del Salento, coinvolgendo amici, musicisti locali e suo figlio, Elio Livio, anche lui musicista.

L’ultima fase della sua vita: ritorno alle radici e celebrazioni

Negli ultimi anni della sua vita, Macchia si stabilì definitivamente a Melendugno, nel Salento, terra di origine paterna. Il 30 giugno 2025, nonostante la malattia, tenne un concerto a Roca Nuova nel comune di Melendugno, per festeggiare i 60 anni dei Camaleonti. Sul palco era accompagnato dal figlio e da musicisti salentini, in un evento carico di sentimento e riconoscenza.

La sua amicizia con Tonino Cripezzi, con cui condivise buona parte del percorso artistico e l’amicizia oltre la musica, segnò molti momenti della sua carriera. Cripezzi era scomparso nel 2022. Macchia ha lasciato un’eredità musicale significativa, restando una figura amata e rispettata, testimone di un’epoca irripetibile della musica italiana.

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