È morto Cesare Nosiglia, ex arcivescovo di Torino e amministratore apostolico di Susa

Addio a Cesare Nosiglia, guida spirituale di Torino e Susa. - Gaeta.it

Sara Gatti

27 Agosto 2025

L’addio a Cesare Nosiglia segna la fine di un capitolo importante per la Chiesa italiana e per le comunità di Torino, Vicenza e Susa. L’ex arcivescovo di Torino, figura riconosciuta per la sua vicinanza agli ultimi e il suo impegno civile, si è spento all’età di 80 anni nell’Hospice Cottolengo di Chieri, dopo aver affrontato una grave malattia respiratoria. La sua vita è stata una testimonianza di come guida religiosa e impegno sociale possano intrecciarsi in un ministero dedicato ai bisogni delle persone.

Gli ultimi giorni di cesare nosiglia all’hospice cottolengo di Chieri

Le sue condizioni di salute avevano destato preoccupazione da tempo, e la notizia della sua scomparsa arriva comunque con un peso improvviso per chi gli era vicino. Nosiglia ha trascorso gli ultimi giorni in una struttura specializzata nella gestione di malati in stato terminale, l’Hospice Cottolengo di Chieri, in provincia di Torino. Questo luogo è noto per offrire assistenza sia dal punto di vista medico che umano a persone con patologie gravi. Qui Nosiglia, che negli ultimi anni aveva scelto una vita più ritirata, ha ricevuto le cure palliative necessarie al suo stato respiratorio compromesso.

L’Hospice Cottolengo rappresenta anche un punto di riferimento nella comunità sanitaria torinese, dove la dignità della persona e la qualità dell’assistenza sono al centro dell’attenzione. In questa cornice Nosiglia ha concluso la sua esistenza terrena, aprendo un ultimo dialogo fatto di silenzio e respiro. La mattina del 27 agosto 2025 la sua dipartita ha segnato la perdita di una figura che aveva saputo coniugare fede e realtà quotidiana con un approccio diretto e partecipato.

Il ministero ecclesiastico tra Torino, Vicenza e Susa: impegno e responsabilità

Classe 1944, nato a Rossiglione in Liguria, Nosiglia aveva imboccato la strada del sacerdozio in giovane età. Ordinato prete nel 1968, percorse un lungo cammino nella gerarchia ecclesiastica, caratterizzato da incarichi crescenti e dall’attenzione ai temi della formazione religiosa e dell’impegno sociale. Tra i ruoli più rilevanti ricoperti figurano la segreteria generale aggiunta e la presidenza della Commissione per l’educazione cattolica presso la Conferenza Episcopale Italiana, incarichi che lo posero sulle prime file della Chiesa italiana fin dagli anni Novanta.

Nosiglia fu nominato vescovo ausiliare di Roma e titolare di Vicus Aterii, prima di assumere nel 2003 la guida della diocesi di Vicenza. Qui si distinse per la cura dedicata ai giovani, alla cultura e al dialogo in ambito sociale, lasciando una traccia duratura nel tessuto locale. Dal 2010, su mandato di papa Benedetto XVI, guidò la diocesi metropolitana di Torino, una realtà significativa per dimensioni e per sfide complesse, soprattutto a causa della crisi economica che colpì la città e il suo patrimonio industriale.

Negli anni a Torino, Nosiglia pronosticò spesso la necessità della solidarietà concreta, richiamando la Chiesa ad abbassare la soglia della sua presenza e ad essere accanto a chi vive situazioni difficili: giovani senza lavoro, famiglie in povertà, homeless. Nel suo discorso pubblico la Chiesa doveva uscire dai propri luoghi istituzionali per “sporcarsi le mani” accettando le difficoltà della società. Questa visione pratica si concretizzò anche nell’ostensione della Sindone del 2015, evento promosso da Nosiglia come momento di rinascita spirituale e riferimento per milioni di pellegrini.

Nel 2019 gli fu affidata inoltre la cura della diocesi di Susa come amministratore apostolico. Le comunità montane affidate alla sua responsabilità erano segnate dallo spopolamento e da situazioni economiche fragili. Nosiglia accettò questo impegno con sobrietà, standosi vicino agli abitanti spesso dimenticati, denunciandone la solitudine e dando voce alle loro esigenze. L’incarico mostrò la sua abitudine a non sottrarsi a compiti anche gravosi, sempre con uno stile schietto e concreto.

Carattere, scelte e ruolo pubblico di un pastore impegnato

Chi ha incrociato Cesare Nosiglia ricorda un uomo dal carattere deciso, a tratti brusco, ma autenticamente impegnato. Non cercava la notorietà ma affrontava temi delicati con franchezza. Le sue posizioni sulle migrazioni, per esempio, erano nette e accompagnate da appelli a garantire dignità e rispetto per ogni persona. Anche all’interno della Chiesa non temeva di esprimere critiche o richiami, mettendo spesso in discussione atteggiamenti di indifferenza.

Il suo ministero si inserì in un contesto di grandi cambiamenti sociali e culturali. La trasformazione di Torino, con la crisi dell’ex grande industria Fiat e il mutamento del tessuto sociale, rappresentò un banco di prova sotto molti punti di vista. Nosiglia mantenne la Chiesa in prima linea, vicina alle fasce più vulnerabili. Riaffermò più volte che la fede non doveva diventare un simbolo da mostrare, ma un impegno concreto al servizio del prossimo.

Nel congedarsi dalla guida di Torino nel 2022 a causa del limite d’età, Nosiglia scelse un’esistenza meno esposta ma non smise mai di seguire le questioni della sua città e della Chiesa locale. Accettò la fine della gestione diretta con lo stesso senso di dovere che aveva segnato tutta la sua vita.

La memoria di un pastore vicino alla comunità e ai più fragili

La notizia della morte di Cesare Nosiglia ha suscitato reazioni di cordoglio da parte di istituzioni civili, autorità religiose e semplici cittadini. È stato ricordato come un punto di riferimento umano e spirituale, capace di avvicinare le persone nella loro quotidianità. Torino, ma anche Vicenza e Susa, piangono la scomparsa di un uomo che ha speso la sua esistenza nelle dinamiche delle città e delle comunità, senza mai perdere il contatto con le realtà più fragili.

Il funerale si terrà il 29 agosto 2025 nel Duomo di Torino, luogo emblematico legato al suo ministero e alla custodia della Sindone. Sarà un momento raccolto per rendere omaggio a chi ha incarnato una Chiesa impegnata nel sociale e chiamata a un servizio diretto. Il ricordo di Nosiglia resta vivo nella sua visione di una Chiesa capace di stare accanto, di ascoltare, di testimoniare con coraggio e semplicità.