Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarebbe stato al centro di due tentativi di assassinio, uno a Kiev e uno recentemente all’aeroporto di Rzeszow, in Polonia. Secondo quanto rivelato dalle autorità ucraine, dietro a queste operazioni ci sarebbero i servizi segreti russi, con un coinvolgimento diretto di un ex soldato polacco reclutato dal Fsb. Le autorità di Kiev avrebbero sventato entrambi gli attentati, tenendo nascosti i dettagli più precisi sui tempi degli eventi.
Sventato attacco a zelensky, il ruolo dei servizi segreti russi
Il capo dei servizi di sicurezza ucraini , Vasyl Malyuk, ha confermato che il tentativo di uccidere il presidente Zelensky è stato impedito grazie all’azione dei servizi di sicurezza di Kiev. Nonostante la mancanza di una data precisa, è certo che uno degli attacchi sia stato pianificato all’interno della capitale ucraina e un altro nella vicina Polonia, a Rzeszow.
Secondo Malyuk, Mosca avrebbe orchestrato una serie di attentati contro figure chiave della leadership ucraina. Oltre a Zelensky, l’obiettivo avrebbe incluso lo stesso Malyuk e Kyrylo Budanov, capo dell’intelligence militare ucraina. La strategia russa punta, quindi, a destabilizzare la leadership militare e politica di Kiev durante un periodo di tensione e conflitto.
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La notizia arriva in un momento di crescente pressione sull’Ucraina, quando la sicurezza dei vertici governativi si rivela sempre più fragile di fronte alle operazioni di spionaggio e azioni clandestine da parte della Russia. Il fatto che si parli di più attentati, alcuni persino fuori dai confini nazionali, riflette la portata del conflitto che coinvolge non solo l’Ucraina ma anche paesi vicini.
Tentato omicidio all’aeroporto di rzeszow: un ex soldato polacco protagonista
L’attacco più recente ha avuto luogo all’aeroporto di Rzeszow, poco distante dal confine con l’Ucraina. Questo scalo è un punto nevralgico usato dal governo ucraino come via di transito per i propri rappresentanti. Qui, l’operazione contro Zelensky sarebbe stata guidata da un ex soldato polacco, reclutato anni prima dai servizi segreti russi, il Fsb.
Vasyl Malyuk ha spiegato ad agenzie locali polacche che il piano prevedeva diverse opzioni per eliminare il presidente ucraino. Tra queste c’era l’uso di un drone Fpv e il possibile intervento di un cecchino. La combinazione di metodi tradizionali e tecnologici mostrerebbe la complessità della strategia russa, decisa a colpire anche fuori dai confini dell’Ucraina.
L’episodio conferma gesti di aggressione sempre più sofisticati e l’implicazione di elementi anche nei paesi alleati dell’Ucraina. La presenza di un ex militare polacco tra gli esecutori dimostra il tentativo di Mosca di penetrare reti apparentemente sicure, addirittura in uno stato membro della Nato.
Il precedente attentato sventato nel quartier generale a kiev
Oltre al tentativo in Polonia, gli 007 ucraini hanno respinto un altro attacco lo scorso anno a Kiev, proprio nel quartier generale della presidenza. Quel piano coinvolgeva due alti ufficiali della guardia di stato ucraina , arrestati per aver collaborato con l’intelligence russa.
Secondo quanto riferito da Malyuk, quei due colonnelli cercavano persone disposte a partecipare all’attentato, progettato tocco durante gli spostamenti di Zelensky verso l’Ufficio presidenziale. L’operazione avrebbe potuto mettere in grave pericolo la sicurezza del capo di stato ucraino, se non fosse stata smantellata in tempo.
Gli arresti di militari così vicini alla presidenza riflettono un problema di infiltrazioni e tradimenti interni, che pesa nel clima generale di guerra e disinformazione. Lo sforzo delle autorità ucraine si concentra anche sul contrasto alle spie e alle minacce interne, riconoscendo il rischio di sabotaggi interni che possono compromettere la stabilità politica.
Le implicazioni geopolitiche degli attentati sventati
Questi tentativi di assassinio raccontano di un conflitto che si estende oltre il campo di battaglia tradizionale. L’Ucraina si trova a dover difendere non solo il proprio territorio ma anche le rappresentanze istituzionali, i suoi vertici politici e militari.
La scelta di colpire a ridosso del confine polacco dimostra come Mosca punti anche a generare instabilità nelle nazioni vicine, alleate o comunque coinvolte nel sostegno a Kiev. La scoperta del coinvolgimento di un ex soldato polacco reclutato dal Fsb è un campanello d’allarme sulle possibilità di penetrazione delle reti di servizio segrete russe nell’area.
Questi fatti suggeriscono una guerra che si combatte anche nell’ombra, con operazioni covert che tentano di eliminare figure cruciali per mantenere stabile la leadership ucraina. Le rivelazioni dei servizi di sicurezza di Kiev offrono uno sguardo inquietante sulle misure che Mosca è disposta a mettere in campo in questa contesa.