Due arresti per truffa a un’anziana a sorrento: finto carabiniere e richieste in denaro e gioielli

Due arresti per truffa a un’anziana a sorrento: finto carabiniere e richieste in denaro e gioielli

A Sorrento nel 2025 due persone sono state arrestate dai carabinieri per una truffa ai danni di una donna di 78 anni, ingannata con un falso allarme sul figlio e derubata di denaro e gioielli.
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A Sorrento, due persone sono state arrestate per aver truffato una donna di 78 anni fingendosi carabinieri e ottenendo denaro e gioielli con un inganno telefonico. - Gaeta.it

A sorrento, nella mattinata del 2025, i carabinieri della compagnia locale hanno arrestato due persone accusate di una truffa ai danni di una donna di 78 anni. L’indagine ha rivelato un meccanismo costruito su un inganno telefonico in cui i truffatori fingevano un’emergenza legata al figlio dell’anziana. Il caso porta alla luce come approfittatori sfruttino la fiducia negli apparati di sicurezza per sottrarre denaro e beni personali.

Il meccanismo della truffa e il ruolo dei finti carabinieri

Lo scorso 18 luglio 2024, una donna di 78 anni, residente a sorrento, è stata contattata da uno degli indagati che, spacciandosi per un carabiniere, l’ha informata che il figlio era stato arrestato dopo un incidente stradale. Il falso agente ha spiegato che per evitare gravi complicazioni legali sarebbe stato necessario consegnare denaro e gioielli. L’anziana è stata così convinta a cedere una somma in contanti e diversi preziosi.

L’inganno si è consumato con un secondo complice, che si è presentato nei pressi dell’abitazione dell’anziana, sempre identificandosi come membro dell’arma. Ha ritirato circa 3mila euro, un orologio, un bracciale e una collana dal valore complessivo stimato intorno agli 8mila euro. In questo modo, la truffa ha utilizzato anche l’elemento della presenza fisica per convincere la vittima a consegnare i propri beni.

Strategia e fiducia abusata

La scelta di fingersi carabinieri è stata strategica. Infatti, l’autorità e la fiducia legate al corpo di polizia hanno facilitato la manipolazione psicologica dell’anziana. Questo metodo è noto in diversi casi di truffa in italia e si basa sull’uso del timore per l’arresto o altri problemi giudiziari di familiari stretti.

Indagini e strumenti che hanno portato all’arresto dei sospettati

I carabinieri della stazione di sorrento hanno condotto le indagini sotto la guida della procura di torre annunziata. La squadra ha analizzato i tabulati telefonici e le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nelle aree interessate. Questi elementi hanno permesso di ricostruire i movimenti degli indagati e di collegarli con la truffa.

In particolare, il confronto tra i dati delle chiamate e le registrazioni video ha mostrato con elevate probabilità che i due erano gli autori del raggiro. Il lavoro di verifica incrociata ha rafforzato le prove a loro carico e ha permesso di avanzare la richiesta di misure cautelari. A supportare la posizione degli investigatori, c’è anche il fatto che i carabinieri di sorrento avevano già notato i sospettati in un altro episodio simile, avvenuto pochi giorni più tardi.

Arresto in flagranza a vico equense

In quella occasione, la stazione di vico equense ha arrestato in flagranza i due, cogliendoli sul fatto e fornendo elementi decisivi per la custodia cautelare. Questi passaggi hanno evidenziato un modus operandi e una continuità nelle azioni criminose dei soggetti. L’azione coordinata tra diverse sedi dell’arma ha consentito di bloccare i truffatori e prevenire ulteriori danni.

Il provvedimento giudiziario e le condizioni degli arrestati

Il gip del tribunale di torre annunziata ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per i due indagati, su richiesta della procura della repubblica. Questo tipo di provvedimento limita la libertà personale degli accusati, disponendo che rimangano nelle loro abitazioni senza possibilità di uscire liberamente. L’obiettivo è evitare la reiterazione del reato o la fuga durante le fasi dell’inchiesta.

Gli arrestati sono ora sottoposti a questa misura restrittiva nelle rispettive abitazioni, sotto controllo delle forze dell’ordine. L’ordinanza è stata eseguita nella mattinata di oggi, a sorrento, formalizzando un momento cruciale nell’inchiesta. La scelta degli arresti domiciliari riflette sia la gravità della truffa che la necessità di garantire la sicurezza della vittima e la serenità della comunità locale.

Le procedure seguite rispettano la normativa che regola le misure cautelari in italia, dove la giustizia deve bilanciare la tutela della vittima con il diritto alla difesa degli indagati. Il caso resta sotto la supervisione della procura, che continua a vagliare il materiale raccolto e a monitorare l’evoluzione della vicenda.

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