Un episodio di estorsione aggravata ha coinvolto un giovane residente a Lioni, piccolo centro della provincia di Avellino. Due uomini sono finiti in carcere e altre due persone risultano denunciate a piede libero, al termine di un’indagine condotta dai carabinieri locali e coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino. La vicenda riguarda una richiesta di denaro ammontante a tredicimila euro, ottenuta tramite minacce anche con l’uso di un’arma da fuoco.
I dettagli dell’arresto e le misure cautelari emesse dal tribunale di avellino
Il tribunale di Avellino, attraverso il gip, ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di due indagati direttamente coinvolti nell’estorsione. Tra questi c’è un uomo già sottoposto alla sorveglianza speciale. Entrambi sono stati tradotti in carcere dai carabinieri della stazione di Lioni. Altri due sospettati risultano indagati a piede libero. L’accusa è di estorsione aggravata, aggravante che deriva dalla minaccia esercitata con una pistola.
I carabinieri hanno messo in atto diverse attività investigative per collegare le persone coinvolte e ricostruire i fatti. Questo ha permesso di confermare la dinamica criminale e il ruolo di ognuno. Le indagini sono partite dopo la denuncia presentata dalla vittima, un giovane del posto, costretto a consegnare una somma in contanti sotto pressione e intimidazione.
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Particolari sull’esecuzione degli arresti
La custodia cautelare è stata eseguita dai carabinieri della stazione di Lioni, che hanno operato con efficacia nelle prima ore dopo l’emissione dell’ordinanza. Le misure restrittive riguardano due soggetti ritenuti fondamentali nell’organizzazione dell’estorsione.
L’indagine della procura di avellino: metodi e prove raccolte
La Procura di Avellino, guidata da Domenico Airoma, ha portato avanti le indagini sfruttando più risorse e strumenti di indagine. Tra questi, l’analisi dei movimenti di denaro su conti correnti intestati a terzi, tecnica utilizzata per nascondere la traccia del pagamento estorto. Inoltre, si è fatto uso delle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nell’area di Lioni.
Le testimonianze raccolte hanno fornito dettagli cruciali sulla successione degli eventi e sui comportamenti dei sospettati. Le intercettazioni e le perquisizioni nelle abitazioni degli indagati hanno infine permesso di confermare i legami tra le persone coinvolte, con evidenze più solide. Alcune prove dimostrano che i due arrestati erano in possesso dell’arma utilizzata per minacciare la vittima.
Modalità e dinamiche dell’estorsione ai danni del giovane di lioni
Il giovane di Lioni è stato avvicinato dagli indagati che, usando la minaccia di una pistola, ha dovuto consegnare tredicimila euro in contanti. La pressione esercitata è risultata tale da costringerlo all’atto. Non si esclude che ci siano state altre intimidazioni prima e durante la richiesta, ma al momento gli elementi accertati riguardano una sola consegna di denaro.
Gli altri due complici, sebbene non arrestati, avrebbero avuto un ruolo attivo nell’operazione estorsiva, partecipando alla pressione sul ragazzo. Le loro abitazioni sono state oggetto di perquisizioni da parte dei carabinieri. L’ottima cooperazione tra gli investigatori della stazione di Lioni e la procura ha permesso di smascherare un gruppo che agiva con metodi violenti per ottenere profitti illeciti.
Impegno delle autorità locali
Le autorità locali hanno ribadito la loro attenzione e presenza sul territorio, per garantire sicurezza e reprimere crimini di questo tipo, che colpiscono anche persone giovani e vulnerabili. Gli sviluppi ulteriori dell’inchiesta potranno chiarire se sono coinvolte altre persone o se il gruppo abbia operato in modo più esteso nel territorio dell’avellinese.