Doni stranieri alla Casa Bianca: le regole, i casi più curiosi e le controversie legate ai regali pesanti

Doni stranieri alla Casa Bianca: le regole, i casi più curiosi e le controversie legate ai regali pesanti

La gestione dei regali da capi di Stato stranieri ai presidenti degli Stati Uniti è regolata dalla Costituzione e leggi specifiche, con controlli rigorosi su doni simbolici, insoliti o di alto valore.
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L'articolo descrive le norme e le procedure che regolano la gestione dei regali ricevuti dai presidenti USA da capi di Stato stranieri, evidenziando casi particolari e le implicazioni politiche di doni insoliti o di grande valore. - Gaeta.it

La gestione dei regali fatti da capi di Stato stranieri ai presidenti degli Stati Uniti segue norme precise fissate dalla Costituzione e da leggi specifiche. Questi doni, che spesso hanno un valore simbolico, sono soggetti a controlli severi. Nel tempo però, non sono mancati casi insoliti e qualche regalo che ha sollevato dubbi. La storia recente mostra momenti particolari e un’attenzione diversa a seconda dell’amministrazione in carica.

Le regole che disciplinano i doni da leader stranieri

Secondo la Costituzione americana, nessun membro del governo federale, incluso il presidente, può accettare un regalo personale da un capo di Stato straniero senza aver prima ottenuto l’approvazione del Congresso. Questa norma ha lo scopo di evitare influssi o favoritismi da altri governi e garantire la trasparenza. Il Foreign Gifts and Decorations Act del 1966 stabilisce i criteri per la gestione e la conservazione di questi oggetti. Successive leggi, come quelle del 1977, hanno contribuito a rafforzare il sistema di controllo e a definire le procedure per l’accettazione ufficiale.

Il registro e la custodia dei doni

Quando un dono arriva alla Casa Bianca, di solito viene registrato in un archivio pubblico. Se il regalo supera un certo valore, deve essere consegnato in custodia al governo americano. Il presidente o funzionari possono accettare il dono solo come rappresentanti dello Stato, e non a titolo personale. Questo impedisce che regali costosi diventino proprietà privata di singoli leader o loro familiari. Tutti i doni ricevuti sono spesso esposti in musei o sedi istituzionali, oppure messi in magazzino se troppo delicati o ingombranti.

Omaggi particolari e insoliti nel corso degli anni

Nel tempo, numerosi doni hanno varcato la soglia della residenza presidenziale. Alcuni sono piuttosto comuni, come libri, quadri o oggetti artigianali, ma altri hanno caratteristiche più singolari. Nel 1997, ad esempio, il presidente azero Heydar Aliyev consegnò a Bill Clinton e alla first lady Hillary un tappeto di 1,80 per 1,50 metri con i loro volti ricamati. Il lavoro venne completato in tempo record: dodici donne tessitrici lavorarono su tre turni continuativi per poche settimane, un processo insolito soprattutto per la velocità richiesta.

Regali funzionali e insoliti

Nel 2008 il primo ministro israeliano Ehud Olmert donò a George W. Bush una bicicletta. La scelta fu ispirata dalle condizioni di salute del presidente, che in quegli anni aveva problemi al ginocchio e non poteva correre. Si tratta di un esempio di regalo pensato per un utilizzo pratico, ma non mancarono casi più curiosi. Il vicepresidente Dick Cheney infatti ricevette più regali di Bush, compresi quattro fucili da caccia, segno della sua passione personale per le armi. C’era anche un carico di quasi 140 chili di agnello crudo inviato dall’Argentina nel 2005, un dono incompatibile con le rigide misure di sicurezza alimentare della Casa Bianca, che molto probabilmente fu eliminato dai servizi segreti.

La gestione dei regali e l’imbarazzo per alcune offerte troppo costose

Gli archivi ufficiali di Washington conservano liste dettagliate di regali arrivati dai governi esteri. Nel 2015, Matteo Renzi donò a Barack Obama quattro incisioni su rame raffiguranti teatri antichi, un omaggio valutato intorno ai 760 dollari. Tali doni sono accompagnati da una nota che spiega come rifiutarli possa creare disagio al donatore e al governo degli Stati Uniti. La gran parte dei regali non supera dimensioni o valori importanti: sono libri, quadri, orologi o vassoi d’argento pochi centrati sull’etichetta diplomatica.

Doni eccezionali e questioni politiche

Casi come quello di un Boeing da 400 milioni di dollari rappresentano un problema notevole. Qui non è il rifiuto a provocare disagio, ma l’accettazione stessa. Avere un regalo di questa portata solleva interrogativi su rapporti politici, conflitti di interesse e gestione della cosa pubblica. Questo tipo di doni non trova precedenti nella storia diplomatica americana recente. Eppure, durante la presidenza Trump, la questione sembra poco considerata. Le regole esistono, ma ogni amministrazione affronta i confini del protocollo in modo diverso.

Le procedure per il controllo e la registrazione dei regali continuano a garantire una certa trasparenza. Tuttavia, il valore simbolico e pratico di alcuni doni può diventare motivo di polemica o attenzione da parte dell’opinione pubblica e dei media. La Casa Bianca resta così un luogo dove il cerimoniale diplomatico e la realtà politica si intrecciano, soprattutto quando i presidenti ricevono doni fuori dall’ordinario.

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