Il ferimento del ristoratore e influencer di Sant’Antimo, Luca Di Stefano, ha subito una svolta decisiva. La polizia ha fermato tre persone ritenute responsabili della sparatoria avvenuta nella sua attività commerciale poco meno di due mesi fa. Dietro al gesto, un litigio per motivi sentimentali, che ha trasformato un raid armato in un episodio ad alto rischio in presenza di clienti.
La dinamica del raid nella risto-pescheria il sole di notte
Il fatto risale al 13 maggio 2025, quando all’interno della risto-pescheria “Il sole di notte” si verificò una sparatoria in mezzo ai clienti. Luca Di Stefano, noto per la sua presenza sui social network e soprattutto su TikTok, venne colpito e ferito durante un’aggressione deliberata. Le forze dell’ordine, attraverso un’indagine condotta congiuntamente dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di Frattamaggiore, hanno ricostruito passo dopo passo l’episodio.
La polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone coinvolte nel raid armato. L’indagine, coordinata dalla Procura di Napoli, si è basata su testimonianze dirette dei presenti e sull’analisi di filmati. È stata così confermata la volontarietà dell’attacco e la presenza di un conflitto corposo alla base dell’agguato. Il locale, spesso frequentato da clienti abituali, ha rischiato di trasformarsi in teatro di un aggravio di violenza ben più grave.
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Un movente passionale dietro l’agguato a luca di stefano
Le investigazioni hanno fatto emergere un movente principale. L’azione rispondeva infatti a questioni sentimentali legate a una donna con cui Luca Di Stefano aveva un rapporto in corso. Questa donna, secondo gli accertamenti, avrebbe avuto in passato una relazione con uno degli arrestati, gesto che avrebbe scatenato la rappresaglia violenta.
Si tratta quindi di un attacco dopo un litigio che si inserisce in un contesto di gelosie che si sono trasformate in atti criminali. Persone coinvolte nella vicenda dovranno ora rispondere di tentato omicidio, porto e detenzione di armi, ricettazione, con l’aggravante del metodo mafioso. La Direzione Distrettuale Antimafia ha richiesto, ed ottenuto, la custodia cautelare in carcere per i tre indagati.
Le indagini e gli arresti nei giorni successivi al tentato furto
Non a caso, pochi giorni prima della sparatoria, Luca Di Stefano era stato vittima di un tentato furto nel suo locale. Nel video pubblicato sui social, il ristoratore stesso mostrava l’azione del ladro e lo invitava a cercarsi un lavoro onesto, mostrando un atteggiamento aperto e diretto.
Questo episodio ha acquisito nuova luce alla luce degli sviluppi delle indagini. La sequenza degli eventi mostra come l’attività commerciale sia stata più volte nel mirino di chi cercava di creare disagio o intimidazioni. Gli investigatori hanno concentrato l’attenzione sulle dinamiche relazionali e criminali che ruotano attorno al ristoratore.
Punto nodale: la custodia cautelare e le tensioni personali
La custodia cautelare ha segnato un punto nodale per ricostruire responsabilità e moventi, sottolineando il peso delle tensioni personali che si sono tradotte in violenza armata. La tensione a Sant’Antimo resta alta, mentre la giustizia procede a verificare ogni dettaglio di questa vicenda tanto complessa quanto grave.