La Croce Rossa delle Fiandre ha lanciato un’iniziativa per spingere i giovani tra i 18 e i 25 anni a donare sangue offrendo come incentivo due lattine di birra, una alcolica e una analcolica. La campagna, realizzata in collaborazione con il marchio ‘Tout Bien‘ di proprietà dell’influencer Average Rob, ha attirato l’attenzione ma ha suscitato anche forti critiche sul messaggio trasmesso riguardo all’alcol, aprendo un dibattito pubblico nelle ultime settimane.
La campagna della croce rossa nelle fiandre: dettagli e obiettivi
Tra agosto e settembre 2025, la Croce Rossa del Belgio ha scelto di premiare i giovani donatori di sangue regalando loro due lattine di birra. Il progetto coinvolge il brand ‘Tout Bien‘, legato all’influencer Average Rob, e mira a sensibilizzare una fascia d’età spesso lontana dagli appelli tradizionali alla donazione. L’offerta comprende una birra alcolica e una versione analcolica, scelta pensata per raggiungere un pubblico più ampio e abbattere eventuali barriere legate al consumo di alcol.
L’iniziativa si svolge nelle Fiandre, una delle regioni chiave per le attività di volontariato e donazione, dove la domanda di sangue rimane alta. La Croce Rossa ha definito la campagna uno strumento creativo per coinvolgere i giovani, sfruttando leve di interesse come il prodotto birrario, molto popolare in Belgio. L’intento è aumentare le donazioni in un periodo critico, garantendo scorte sufficienti per interventi medici urgenti e terapie salvavita.
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Una strategia comunicativa innovativa
L’uso di un bene di consumo quotidiano, come la birra, si collega a una strategia di comunicazione volta a rompere il ghiaccio con un pubblico spesso indifferente o distratto dai canali informativi tradizionali. Offrire un premio gradito come incentivo punta a creare una relazione positiva tra atto di solidarietà e ricompensa tangibile, con una preferenza verso i giovani adulti, segmento meno coinvolto nelle donazioni volontarie.
Le critiche del centro di competenza fiammingo su alcol e droghe
La campagna ha sollevato opposizione da parte del Centro di Competenza Fiammingo su Alcol e altre Droghe, un ente specializzato nella prevenzione e nel controllo dei rischi legati al consumo di alcol e sostanze. La direttrice Katleen Peleman ha definito “assurdo” che una realtà come la Croce Rossa, nota per il suo ruolo nella tutela della salute pubblica, promuova indirettamente il consumo di bevande alcoliche. La sua posizione sottolinea il rischio che iniziative simili banalizzino i pericoli dell’alcol.
Il centro evidenzia che, anche se una delle birre offerte è analcolica, l’accoppiata con una lattina alcolica invia un messaggio ambiguo soprattutto ai giovani. Secondo Peleman, “il regalo rischia di far passare l’idea che il consumo di alcol sia innocuo o accettabile in ogni contesto”, un messaggio che contrasta con le raccomandazioni di salute pubblica e con l’impegno verso la prevenzione degli abusi.
Un appello per il ritiro della campagna
Il centro ha annunciato l’intenzione di chiedere il ritiro della campagna per salvaguardare il rispetto delle regole etiche legate alla salute e al benessere dei cittadini. L’appello nasce dall’esigenza di evitare iniziative che potrebbero incentivare comportamenti rischiosi o contribuire alla diffusione di idee scorrette sull’alcol, soprattutto considerato che il target della campagna è formato da giovani adulti, categoria con maggiore vulnerabilità ai rischi connessi all’uso di bevande alcoliche.
Reazioni e implicazioni per future campagne di sensibilizzazione
La controversia tra Croce Rossa e Centro di Competenza apre un dibattito sulle modalità migliori per coinvolgere i giovani nelle attività di solidarietà e prevenzione. La scelta di offrire birra, anche se legata a un gesto benefico come la donazione di sangue, mette in evidenza i limiti nel bilanciare incentivi e messaggi salutari. Alcuni esperti sottolineano la necessità di sviluppare strategie che non compromettano la coerenza con i principi di promozione della salute.
Il dibattito sugli incentivi alle donazioni
Altri osservatori puntano il dito su una possibile sottovalutazione degli effetti comunicativi di campagne che combinano prodotti alcolici con cause di interesse pubblico. È emersa una discussione sugli strumenti più adatti per stimolare la partecipazione senza sovrapporre segnali contrastanti, soprattutto in un contesto dove il consumo di alcol resta un tema sensibile e oggetto di regolamentazione sempre più stretta a livello comunitario e regionale.
Emblematica è la posizione di chi propende per iniziative che premiino i donatori senza richiamare o promuovere il consumo di sostanze potenzialmente dannose, anche se in piccole dosi e in associazione a prodotti analcolici. In un’epoca in cui la salute pubblica resta una priorità, le campagne devono tenere conto dell’impatto complessivo sul pubblico e evitare di alimentare equivoci sul ruolo dell’alcol nella società.