Una mostra a Roma porta in scena le creazioni di una start-up di moda fondata da donne ucraine, nate tra le difficoltà del conflitto iniziato nel 2022. Le dodici t-shirt esposte raccontano storie di coraggio e resilienza, con un messaggio che unisce bellezza e armonia in un sogno collettivo di pace. L’evento, ospitato a Palazzo Valentini dall’8 al 19 settembre 2025, rappresenta un momento di integrazione culturale e valorizzazione del lavoro femminile, sostenuto da istituzioni e realtà associative.
La start-up Giove: un progetto di moda nato dalla guerra e dalla ricostruzione
La storia di ‘Giove‘ nasce dall’esperienza diretta di donne ucraine rifugiate, che hanno trovato in Italia un nuovo punto d’appoggio per ripartire. Questa start-up unisce la tradizione sartoriale ucraina alle tecniche e alle ispirazioni provenienti da altre culture, creando capi di abbigliamento che esprimono un’identità complessa e profondamente radicata. Le t-shirt in mostra sono realizzate a mano, con ricami che trasmettono emozioni e storie di vita segnate dal dolore e dalla resilienza.
Le componenti di ‘Giove’ mettono in evidenza il valore del lavoro artigianale come strumento di affermazione personale e collettiva, puntando a restituire dignità attraverso la creatività. La scelta di portare avanti un’esperienza imprenditoriale, in un contesto di difficoltà, dimostra come la moda possa diventare un mezzo per esprimere opinioni, legare culture diverse e costruire nuove speranze. È un messaggio che racconta la rinascita, non solo come concetto ma come concreto percorso di vita.
La mostra “bellezza e armonia a ispirare la pace” a Palazzo Valentini
L’esposizione si svolge a Palazzo Valentini, sede prestigiosa al centro di Roma, ed è promossa dall’Associazione Donne For Peace Ets, con il patrocinio della Città Metropolitana di Roma. Aperta dall’8 al 19 settembre 2025, la mostra coinvolge più discipline artistiche, combinando moda, fotografia e grafica in un racconto comune. Camilla Bolfe ha curato l’allestimento, mentre Davide Valente ha realizzato le fotografie in bianco e nero che immortalano le mani e i momenti creativi delle artigiane di Giove.
Dietro le quinte, il progetto ha richiesto la collaborazione di un gruppo internazionale, che ha messo insieme competenze diverse per trasformare un’idea in una testimonianza visiva. Il lavoro di ricamo di Firych Uyana, i visual di Anouk Rapaport, Davide Piras e Sara Verdone completano il quadro di questa narrazione collettiva. Il pubblico può così immergersi in un percorso emotivo e artistico che celebra l’impegno femminile, oltrepassando i confini nazionali.
L’evento ha attirato l’attenzione di esponenti delle istituzioni, del mondo accademico e della società civile, inclusi membri di associazioni, artisti, rappresentanti della comunità ucraina e altri gruppi stranieri in Italia. Questa pluralità di presenze sottolinea la funzione sociale della mostra come spazio di dialogo, incontro e consenso attorno a valori condivisi.
Il significato sociale e culturale del progetto nel contesto della guerra in ucraina
Il conflitto in Ucraina ha stravolto molte vite, ma ha anche spinto diverse donne a reagire trasformando il dolore in iniziativa. Questo fenomeno si registra anche nel campo della moda e dell’arte, dove l’impegno creativo diventa strumento di resistenza e di espressione. ‘Giove’ rappresenta un esempio concreto di questa realtà, una risposta che unisce memoria, tradizione e futuro.
La presidente di Donne for Peace, Volha Marozava, evidenzia come il progetto trasmetta autenticità e valore, simboleggiando sostegno e unicità. Per le fondatrici, il ricamo non è solo decorazione ma linguaggio profondo che comunica emozioni e racconta storie. Firych Uyana ribadisce come l’esperienza in Italia le abbia permesso di riappropriarsi del proprio talento, portando alla luce la capacità artistica come mezzo per attraversare il momento difficile.
Le parole del presidente della Commissione Turismo, Moda e Relazioni Internazionali di Roma Capitale, on. Mariano Angelucci, confermano quanto queste iniziative offrano contributi importanti nel valorizzare il ruolo femminile e diffondere messaggi di pace e rinnovamento. La vicenda di ‘Giove’ indica come, anche in tempi fragili, si possano costruire legami forti attraverso arte e lavoro, che parlano a una comunità più ampia.
Il lavoro visivo in bianco e nero di Davide Valente ha scelto di raccontare la storia di queste donne attraverso dettagli intensi, mettendo in risalto la loro determinazione e il senso di rinascita che emerge dal progetto. L’errore è visto come opportunità, ogni punto di ricamo come espressione concreta di una nuova partenza. Il risultato è una mostra d’arte che parla di resilienza, identità e capacità di trasformare un evento traumatico in una possibilità di crescita e di incontro.