Disturbi GPS durante il volo di Ursula Von Der Leyen: Bruxelles punta il dito su Mosca, ma la Russia smentisce

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Disturbi GPS durante il volo di Von Der Leyen, tensioni tra Bruxelles e Mosca. - Gaeta.it

Elisabetta Cina

1 Settembre 2025

Il volo che portava Ursula von der Leyen dalla Polonia alla Bulgaria ha subito un’interferenza pesante sul sistema GPS. I piloti hanno dovuto abbandonare gli strumenti elettronici e affidarsi alle mappe cartacee per atterrare. La Commissione Europea parla di un attacco di origine russa, ma Mosca nega tutto. Un episodio che arriva in un momento di forti tensioni tra Ue e Russia, e che mette in evidenza quanto siano reali i rischi per la sicurezza dei voli e quanto l’Europa orientale sia esposta dal punto di vista tecnologico.

Interferenza GPS durante il volo di Von Der Leyen: cosa è successo

Il 31 agosto 2025, l’aereo con a bordo Ursula von der Leyen ha avuto problemi seri con il GPS mentre sorvolava la rotta dalla Polonia alla Bulgaria. Come ha raccontato il Financial Times, il sistema di navigazione satellitare ha cominciato a perdere il segnale, rendendo impossibile usare gli strumenti elettronici a bordo. Così, i piloti hanno dovuto rimandare l’atterraggio e fare affidamento sulle vecchie mappe cartacee per completare la discesa.

La portavoce della Commissione, Arianna Podestà, ha spiegato che l’anomalia è stata segnalata dalle autorità bulgare e ha coinvolto anche i radar civili dell’aeroporto di Plovdiv, destinazione finale del volo. Le interferenze hanno complicato ulteriormente la gestione dell’atterraggio, costringendo il capitano a rinunciare alla tecnologia per motivi di sicurezza.

Non si trattava di un volo qualunque: von der Leyen stava facendo un tour tra gli Stati vicini a Russia e Bielorussia, per rafforzare il sostegno militare all’Ucraina. L’incidente non è quindi solo un problema tecnico, ma ha anche un chiaro risvolto politico e strategico.

Bruxelles accusa la Russia: un attacco ibrido al GPS

La Commissione Europea non ha perso tempo a indicare la Russia come responsabile. Le autorità bulgare parlano di “interferenze palesi da parte della Russia” sui sistemi di navigazione e sui radar dell’aeroporto. Un’azione che si inserisce nelle cosiddette guerre ibride, sempre più frequenti nel contesto della crisi in Europa orientale, con tentativi mirati di disturbare infrastrutture tecnologiche cruciali.

Tecnicamente si tratta di jamming e spoofing del segnale GPS, cioè di trasmissioni radio ostili che confondono o bloccano i segnali satellitari. Un funzionario sentito dal Financial Times ha spiegato che questi attacchi creano problemi seri per la sicurezza in volo e per il controllo aeroportuale.

Dal 2025, almeno tredici Paesi Ue hanno segnalato casi simili alla Commissione, soprattutto lungo il confine orientale. L’Unione Europea è oggi la zona più colpita al mondo da questi episodi, che mettono a rischio non solo la mobilità civile, ma anche le operazioni militari.

Mosca nega tutto: “Accuse infondate”

Il Cremlino ha risposto subito, tramite il portavoce di Putin, Dmitry Peskov. Citato dall’agenzia Tass, Peskov ha definito “non corrette” le accuse e ha negato qualsiasi coinvolgimento russo nelle interferenze sul volo di von der Leyen.

La risposta arriva in un clima di forte tensione tra Bruxelles e Mosca, con la Russia che respinge regolarmente ogni accusa di sabotaggio o attacchi informatici sul suolo europeo. Secondo il Cremlino, le segnalazioni di interferenze sarebbero semplicemente errate o infondate.

L’incidente, che ha paralizzato i radar civili di Plovdiv e costretto i piloti a rinunciare alla navigazione elettronica, ha però sollevato nuove preoccupazioni sulla sicurezza dei voli in zone ad alto rischio geopolitico. Se confermate, queste azioni sarebbero vere e proprie provocazioni, capaci di compromettere infrastrutture vitali.

Sicurezza aerea e geopolitica: cosa ci insegna questo caso

Il volo di Ursula von der Leyen mette in chiaro una cosa: i sistemi moderni di navigazione e controllo aereo sono più fragili di quanto si pensi, soprattutto davanti a interferenze mirate. La dipendenza dal GPS espone gli aerei a rischi concreti, con possibili crisi operative in caso di attacchi o blackout.

La guerra ibrida, fatta anche di attacchi tecnologici, è ormai un nuovo fronte aperto tra Ue e Russia. Jamming e spoofing GPS sono armi pericolose, capaci di mettere a rischio voli civili e militari, con conseguenze potenzialmente drammatiche.

Gli Stati ai confini orientali sono in prima linea in questo conflitto silenzioso, dove proteggere le infrastrutture satellitari e radar è diventato fondamentale. Come dimostra il ricorso alle mappe cartacee, è indispensabile avere protocolli di emergenza pronti per garantire la sicurezza in caso di blackout tecnologico.

L’episodio del 31 agosto ci ricorda che la sicurezza aerea oggi dipende da molte cose: non solo dalle procedure tradizionali, ma anche dalla capacità di gestire rischi tecnologici e geopolitici. Serve vigilanza, investimenti in contromisure e un coordinamento stretto tra gli Stati Ue per reagire in fretta quando si presentano situazioni di pericolo.