Dissesti e chiusure attorno a cima falkner nelle dolomiti: aumento dei crolli legati al cambiamento climatico

Dissesti e chiusure attorno a cima falkner nelle dolomiti: aumento dei crolli legati al cambiamento climatico

Le Dolomiti, in particolare Cima Falkner nel gruppo del Brenta, affrontano erosione accelerata e dissesti causati dal degrado del permafrost; misure di sicurezza e monitoraggio continuo tutelano escursionisti e territori.
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Le Dolomiti, in particolare la zona di Cima Falkner nel gruppo del Brenta, stanno subendo un'accelerazione dei fenomeni di erosione e dissesto dovuti al degrado del permafrost e ai cambiamenti climatici, con conseguenti chiusure di sentieri e misure di sicurezza per proteggere escursionisti e operatori. - Gaeta.it

Le dolomiti, conosciute per i loro paesaggi suggestivi e le pareti rocciose che attraggono scalatori e escursionisti, stanno attraversando una fase di forte trasformazione. L’accelerazione dei fenomeni di erosione e crollo ha spinto le autorità locali a intervenire con misure cautelari per tutelare la sicurezza. In particolare, negli ultimi mesi, i rilievi attorno a cima falkner, nel gruppo del Brenta, sono stati al centro di episodi di dissesto molto significativi, spingendo a chiudere sentieri e vie alpinistiche. Questo articolo ricostruisce gli eventi, le ispezioni tecniche e le misure operative adottate.

Erosione naturale e impatto del cambiamento climatico sulle dolomiti

Le dolomiti si modificano continuamente a causa dell’erosione che da sempre fa parte della loro storia geologica. Processi come frane, crolli e cedimenti sono normali in montagna, soprattutto in ambienti di alte quote come quelli del gruppo del Brenta. In tempi recenti però, i cambiamenti climatici hanno accentuato questi fenomeni. L’aumento delle temperature in estate e la diminuzione della stabilità del permafrost, ossia quello strato di roccia ghiacciata stabile per lunghi periodi, hanno fatto sì che le pareti rocciose diventino più fragili.

Ruolo del permafrost nella stabilità delle rocce

Il permafrost, infatti, funge da collante naturale per la roccia. Quando si degrada, le strutture che prima resistevano si indeboliscono e si sfaldano. É un processo lento e intermittente ma che ora accelera grazie a queste condizioni climatiche più calde. I crolli recenti di cima falkner rappresentano proprio questo scenario. Le facciate orientali e occidentali della montagna hanno mostrato cedimenti improvvisi, segno del progressivo deterioramento degli strati rocciosi.

Sopralluogo e analisi tecnica del dissesto a cima falkner

Dopo le segnalazioni di movimenti anomali e caduta massi significativi, il servizio geologico della provincia autonoma di Trento ha organizzato una verifica sul posto con l’ausilio del nucleo elicotteri per agevolare l’accesso nelle zone più impervie. Durante il sopralluogo, gli esperti hanno individuato una serie di fratture fresche lungo le pareti e depositi di ghiaccio nelle nicchie rocciose da cui si sono staccate porzioni di roccia.

Questi elementi indicano che il dissesto ha carattere attivo. Il sospetto principale riguarda proprio il deterioramento del permafrost, che ha perso il suo ruolo di stabilizzante. Il fenomeno morfogenetico in corso coinvolge quindi tutta cima falkner, con potenziali rischi di nuovi eventi di distacco. I risultati del sopralluogo hanno portato a uno stato di allerta, in modo da intervenire tempestivamente e limitare situazioni di pericolo per chi si trova in quella zona.

Misure di sicurezza, chiusura dei sentieri e gestione delle evacuazioni

Per evitare incidenti, sono stati chiusi tutti i sentieri e le vie alpinistiche che attraversano la zona colpita dal dissesto. I percorsi con numerazione 305 , 315, 316 e 331 risultano interdetti. Questo ha modificato anche i normali accessi al rifugio Tuckett, raggiungibile ora esclusivamente attraverso il sentiero Vallesinella–Casinei. I sindaci di treville e ville d’anaunia hanno emesso ordinanze che vietano l’accesso a queste aree per ragioni di sicurezza pubblica.

Durante l’intervento di emergenza, circa cento escursionisti presenti nei pressi della montagna sono stati evacuati. Sono stati convogliati nei punti di raccolta al rifugio Stoppani al Grostè e alla stazione della seggiovia, dove hanno ricevuto istruzioni sulle procedure da seguire. Il dipartimento di protezione civile ha coordinato le operazioni con il supporto di diverse associazioni locali, segnalando l’importanza di rispettare i divieti e gli avvisi in vigore.

Coordinamento e supporto delle associazioni locali

Il dipartimento di protezione civile ha svolto un ruolo centrale, assicurando la collaborazione tra enti e associazioni, per facilitare un’azione rapida e sicura nella gestione dell’emergenza.

Monitoraggio costante per prevenire nuovi pericoli nella zona di cima falkner

Le condizioni di cima falkner sono sottoposte a un controllo continuo da parte del servizio geologico della provincia autonoma di Trento insieme al nucleo droni dei vigili del fuoco. L’obiettivo è di rilevare tempestivamente qualsiasi cambiamento che possa indicare un aggravamento del dissesto. L’utilizzo di droni facilita le ispezioni in punti difficilmente raggiungibili.

Si prevede una sorveglianza serrata, soprattutto durante i prossimi mesi estivi, quando le temperature più alte potrebbero ulteriormente compromettere la stabilità della montagna. La vigilanza punta a garantire la sicurezza di escursionisti e operatori del settore alpino. Le autorità chiedono prudenza e massima attenzione ai visitatori per non mettere a rischio la loro incolumità, rispettando i divieti emanati in modo tempestivo.

Dinamiche naturali e interventi di tutela

Le dolomiti confermano la loro natura mutevole e complessa, con dinamiche legate a elementi naturali e climatici. Gli interventi posti in campo nascono dalla necessità di adattamento e tutela delle persone che frequentano queste aree, mantenendo vivo l’equilibrio tra fruizione e salvaguardia dei territori montani.

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