La stagione estiva porta con sé la voglia di spiaggia e mare, ma tra consumatori e gestori degli stabilimenti balneari non sempre è chiaro quali siano i diritti da rispettare. L’Unione nazionale consumatori fornisce risposte precise sulle regole che tutelano chi frequenta la spiaggia, dal libero accesso alle aree demaniali, alle norme su animali, giochi e cibo. Questa sintesi aggiornata ai 2025 aiuta a orientarsi tra norme nazionali, regionali e locali per vivere il mare senza problemi.
Quando l’accesso al mare è libero e gratuito?
Per legge l’accesso al mare deve rimanere aperto e gratuito in ogni momento. Anche quando una spiaggia è data in concessione a uno stabilimento balneare, chiunque può attraversare l’area per raggiungere la battigia e bagnarsi senza dover pagare alcun ticket. La battigia indica proprio la striscia di sabbia bagnata dalle onde, un’area pubblica che non può essere chiusa o riservata. Nonostante ciò, alcuni gestori tentano ancora di imporre un prezzo per il passaggio o il semplice transito, un comportamento vietato dalle norme.
Le leggi principali a tutela del consumatore sono l’articolo 11 della legge 217 del 2011 e la legge 296 del 2006, che chiariscono l’obbligo delle concessioni a garantire il libero accesso alla battigia. Chi si vede negare il passaggio o costretto a pagare ha diritto di rivolgersi ai vigili urbani affinché intervengano e verbalizzino l’illecito. Bisogna però distinguere questa situazione dall’utilizzo degli spazi e servizi dello stabilimento. Se si prende in affitto un ombrellone, una sedia a sdraio o si usufruiscono delle docce, è normale che il gestore chieda un compenso per questi servizi.
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Normativa e uso della battigia
Le interpretazioni sulle attività che si possono fare direttamente sulla battigia sono ancora confuse. La legge parla genericamente di diritto alla fruizione, senza definire se si può sostare con asciugamani o giocare. Resta però l’obbligo di non ostacolare il libero passaggio degli altri bagnanti. L’ingombro di ombrelloni o sedie disturba sicuramente il passaggio, mentre il peso di un asciugamano o di alcuni vestiti piegati è molto meno chiaro. La normativa viene spesso integrata da disposizioni regionali e ordini comunali, che iterano il rapporto tra zone libere e aree concesse.
Svariati Comuni, ad esempio, vietano di occupare la fascia di cinque metri dalla battigia con ombrelloni o sedie per permettere il transito e l’accesso dei mezzi di soccorso. Queste regole valgono per tutti, compresi i gestori degli stabilimenti, anche quando si paga l’ingresso.
Lasciare l’ombrellone in spiaggia libera durante la notte
Molti bagnanti cercano di riservarsi il posto migliore lasciando l’ombrellone o altri oggetti in spiaggia libera durante la notte. In realtà la normativa vieta di occupare il demanio marittimo con oggetti personali per tempi prolungati senza autorizzazione. Se lasciati incustoditi, ombrelloni, lettini o materassini possono essere sequestrati dalle forze dell’ordine.
L’obiettivo è preservare la spiaggia come bene pubblico accessibile a tutti, evitando che qualche persona si riservi aree più ampie durante le ore notturne. In spiagge libere non esiste la possibilità di avere un “posto fisso” e ognuno deve sistemarsi con ciò che ha a disposizione al momento della permanenza.
Regole e autorizzazioni per i giochi in spiaggia
Non esiste una regolamentazione nazionale che disciplini le partite o i giochi con la palla sulla battigia. Gli appassionati di beach volley, calcio o giochi con la palla devono informarsi sulle regole locali dettate da Comuni o Capitanerie di porto, che spesso fissano divieti specifici o limitazioni per evitare disturbi agli altri bagnanti.
Chi installa reti o porte temporanee per beach volley o calcio deve smontare tutto una volta terminata l’attività, ridando alla spiaggia il suo aspetto originale. Lasciare queste installazioni oltre il tempo di gioco configura un’occupazione abusiva del suolo pubblico. Solo con una licenza comunale si può tenere aperto un impianto di questo tipo, come fanno molti stabilimenti balneari che offrono strutture sportive ai clienti.
Anche fuori dalle aree private si consiglia di non disturbare e ridurre il volume del gioco nelle spiagge affollate, cercando zone più isolate quando si vuole praticare sport all’aperto.
Accesso e regole per gli animali in spiaggia nel 2025
Non esiste una legge nazionale che sancisca regole uniche per l’accesso di animali domestici in spiaggia o nelle acque demaniali, quindi la situazione cambia a seconda di comuni, regioni e ordinanze. In assenza di divieti espressi, gli animali possono circolare liberamente in spiaggia se tenuti al guinzaglio o con la museruola, in linea con le norme generali sui luoghi pubblici.
Chi gestisce uno stabilimento balneare può vietare l’accesso agli animali oppure chiedere autorizzazioni al Comune per consentirlo, creando zone pet friendly o frappendo divieti. Rimangono esclusi i cani guida per non vedenti e gli animali di salvataggio marittimo che necessariamente assistono l’uomo.
La situazione può quindi essere molto differente da località a località, e per chi viaggia con il proprio cane è sempre utile informarsi prima sulle regole vigenti.
Portare e consumare cibo da casa in spiaggia
Mangiare in spiaggia è un diritto del consumatore, a patto di rispettare l’ambiente marino. Non esiste alcun divieto che impedisca di portare alimenti o bevande da casa per un picnic o uno spuntino. In spiaggia libera si può consumare qualsiasi tipo di cibo, pur evitando di lasciare rifiuti o scarti non biodegradabili.
Il cibo, essendo organico, si decompone e non danneggia il terreno o il mare, mentre oggetti come piatti o posate di plastica devono essere raccolti perché possono inquinare. Il rispetto dell’ambiente passa anche da un corretto conferimento dei rifiuti.
Nel caso degli stabilimenti balneari, il titolare non può vietare ai bagnanti di entrare con cibo e bevande portati da fuori. La concessione riguarda infatti solo l’uso degli spazi, non comprensiva di esclusiva sulla ristorazione. Non si può perciò fare un barbecue o mettere tavoli apparecchiati come in giardino, ma è legittimo consumare un panino o una bibita portata da casa, purché si mantenga un comportamento rispettoso del luogo.
Norme diverse sul fumo in spiaggia
Attualmente la legge nazionale proibisce il fumo solo in ambienti chiusi aperti al pubblico. All’aperto, come in spiaggia, è permesso fumare. Nel corso degli ultimi anni molte amministrazioni locali hanno però adottato ordinanze che vietano il fumo su alcune spiagge, segnalate da cartelli esplicativi.
Lo scopo è ridurre l’impatto dei mozziconi di sigaretta, che rappresentano un problema ambientale serio. Anche dove il fumo è permesso, lasciare mozziconi per terra è vietato e può comportare sanzioni. In generale, il rispetto per il luogo e per gli altri utenti guida le scelte sugli spazi dove fumare.
Nell’attuale contesto la disciplina differisce molto da luogo a luogo, e chi frequenta spiagge diverse è tenuto a osservare le regole locali. Le ordinanze più rigorose verranno comunicate chiaramente per evitare confusione.