Direttore di roscosmos a houston per crew-11: novità sulla stazione spaziale internazionale e futuri progetti

Direttore di roscosmos a houston per crew-11: novità sulla stazione spaziale internazionale e futuri progetti

Il direttore di Roscosmos Dmitrij Bakanov visita Houston per il lancio Crew-11, segnando un possibile rilancio della cooperazione tra Russia e NASA sul futuro della ISS e la nuova stazione ROS.
Direttore Di Roscosmos A Houst Direttore Di Roscosmos A Houst
Nel 2025, la visita del direttore di Roscosmos a Houston segna un possibile rilancio della cooperazione spaziale tra Russia e USA, con focus sul futuro della ISS, la nuova stazione orbitale ROS e potenziali collaborazioni con SpaceX. - Gaeta.it

Una mossa inattesa ha animato inizio 2025 nel mondo della corsa allo spazio, con il direttore generale di Roscosmos, Dmitrij Bakanov, in visita a Houston, sede della NASA, per partecipare al lancio della missione Crew-11. Questo viaggio, il primo del suo genere da almeno dieci anni, si focalizza oltre l’evento in sé e apre interrogativi sul futuro della cooperazione tra Russia e Stati Uniti nell’orbita bassa della Terra e oltre.

Visita storica a houston dopo un decennio di distanza diplomatica

Nel contesto di crescenti tensioni politiche tra Mosca e Washington, la decisione di Bakanov e della sua delegazione di recarsi fisicamente a Houston rappresenta un cambiamento significativo nelle modalità di dialogo tra Roscosmos e la NASA. Dopo anni di incontri virtuali e comunicazioni istituzionali indirette, la presenza in loco indica l’urgenza di disporre di un confronto diretto, specie visto il carattere delicato dei temi sul tavolo.

Presenza e futuro della stazione spaziale internazionale

Il lancio Crew-11, che coinvolge il cosmonauta russo Oleg Platonov e un equipaggio internazionale, offre lo spunto formale per l’incontro, ma il vero interesse riguarda il futuro della Stazione Spaziale Internazionale e i piani successivi. Negli ultimi anni, i rapporti tra le due agenzie spaziali erano stati ridotti e limitati per via delle condizioni geopolitiche e di sicurezza, rendendo il viaggio un segnale di possibile apertura o almeno di necessità di negoziazioni più dirette.

La stazione spaziale internazionale tra mantenimento e dismissione programmata

La ISS, in orbita dal 1998, si avvicina alla fine del suo ciclo operativo previsto intorno al 2028-2030. Roscosmos e NASA si sono accordati per proseguire le attività fino a quella data, ma la cessazione definitiva comporterà una gestione complessa. Parte integrante del piano è una deorbitazione controllata della struttura, che dovrebbe estendersi per circa 2 anni e mezzo. SpaceX, con i suoi veicoli cargo, avrà un ruolo cruciale nel tassello finale di questa fase, contribuendo a evitare rischi per le aree abitate quando la stazione rientrerà nell’atmosfera.

L’incontro a Houston serve dunque anche a dettagliarne la tempistica, dividere responsabilità tra le agenzie e pianificare la transizione. Il punto più rilevante rimane però cosa succederà dopo il pensionamento della ISS. Diverse opzioni sono in discussione, spaziando dal proseguimento della cooperazione spaziale a nuovi progetti indipendenti o condivisi.

Progetto ros: la futura stazione orbitale russa tra ambizioni e ritardi

Parallelamente alla fase di chiusura della ISS, la Russia punta alla costruzione della stazione orbitale ROS. A differenza della ISS, ROS dovrebbe basarsi su un design modulare capace di integrare elementi di varie provenienze, con un focus su continuità scientifica e tecnologia più compatta. I moduli principali sono NEM e Prichal-2, che dovrebbero ampliare le capacità operative rispetto al passato.

I ritardi nelle forniture e problemi tecnici potrebbero però slittare la realizzazione. Fonti vicine a Roscosmos indicano che Bakanov avrebbe avanzato l’ipotesi di utilizzare moduli italiani di proprietà della ISS, ancora funzionanti ma non impiegati, come parte di un progetto di stazione multidimensionale che qualcuno etichetta come “ISS-2” o “Mir-3”. Questo implicherebbe la possibilità di una collaborazione ampliata con partner occidentali nonostante il clima geopolitico attuale, garantendo benefici sotto il profilo scientifico ed economico.

ROS è quindi prospettata non solo come una piattaforma russa, ma come una stazione aperta a nuovi moduli, provenienti da Stati Uniti o altri paesi, mantenendo la possibilità di cooperazione internazionale nello spazio.

Le questioni orbitale tra inclinazione e accesso logistico alle basi di lancio

Uno degli aspetti più complessi nella progettazione di ROS riguarda l’orbita prescelta. Mosca punta a un’inclinazione di 97 gradi, ideale per l’accesso dai cosmodromi russi di Vostočnyj e Plesetsk. Questa orbita polare consente una copertura completa della Terra, ma presenta alcuni problemi logistici da parte dei partner esteri, che potrebbero incontrare maggiori difficoltà nel supporto al rifornimento e nella gestione delle missioni.

Inoltre, una simile orbita espone la stazione a passaggi frequenti attraverso le fasce di Van Allen, che aumentano l’esposizione alle radiazioni per gli astronauti, limitando la durata delle missioni umane. L’alternativa proposta, con inclinazioni tra 63 e 72 gradi, renderebbe possibile l’uso anche di Cape Canaveral e Baikonur, integrando così l’infrastruttura kazaka e lasciando aperto il futuro di lanci congiunti del razzo Sojuz-5.

Questa seconda opzione ridurrebbe il carico utile trasportabile e potrebbe influenzare missioni specifiche, come quelle del biosatellite russo BION-M, rendendo il compromesso orbitale uno dei nodi più delicati delle negoziazioni in corso.

Spazi per una possibile collaborazione tra roscosmos e spacex

Elon Musk e SpaceX emergono come attori chiave nell’attuale quadro di cooperazione spaziale. Non solo per il ruolo di SpaceX nel recupero e gestione della ISS, ma anche per il potenziale dialogo con Roscosmos. I rumor non confermati parlano di incontri riservati tra i vertici, favorita dalla vicinanza geografica del quartier generale SpaceX a Boca Chica, a poche centinaia di chilometri da Houston.

Le ipotesi variano dal semplice scambio di informazioni tecniche a più sostanziosi accordi commerciali. La possibilità che Musk si trovi contemporaneamente a Houston e incroci il direttore di Roscosmos alimenta speculazioni sulla nascita di collaborazioni future. Bakanov stesso ha accennato a scambi tecnologici per le missioni interplanetarie che coinvolgono l’uso di Starship.

Attualmente, Starship non è ancora pronta per un atterraggio sul suolo di Marte, ma potrebbe funzionare come piattaforma orbitale per estendere la capacità della stazione ROS fino a pesi tra 150 e 170 tonnellate. Inoltre, agganciare moduli statunitensi a una stazione russa sarebbe possibile tecnicamente e aprirebbe scenari geopolitici complessi.

Tra politica globale e ricerca scientifica, il futuro della cooperazione spaziale

L’idea di una stazione orbitale ibrida russo-americana richiama la cooperazione nata nel 1992, quando Russia e Stati Uniti iniziarono la partnership nello spazio. Oggi la situazione presenta analogie: la Russia porta sedime e competenze tecnologiche, gli USA sostengono con risorse e innovazioni. I temi allo studio non si limitano all’orbita terrestre, ma includono anche basi lunari.

Bakanov potrebbe aprire trattative per una piattaforma lunare congiunta, in un contesto in cui Mosca ha già siglato accordi con Pechino. Basi di raccolta materiali, sistemi di protezione dall’esposizione ai raggi cosmici e infrastrutture di supporto richiedono investimenti enormi. Un’alleanza a tre tra Russia, Cina e Stati Uniti apparirebbe surreale oggi, ma rappresenta per alcuni la sola strada per affrontare le sfide future.

Il quadro internazionale aggiunge complicazioni, tra restrizioni, sanzioni e incertezze politiche interne agli Stati Uniti, dove cambi di strategie e leadership influenzano la collaborazione con Roscosmos. Il modello attuale di scambio tra equipaggi su veicoli Crew Dragon e Sojuz è un fragile compromesso. Bakanov dovrà ottenere rassicurazioni di lungo periodo per proseguire i progetti comuni.

L’incontro a Houston va ben oltre la visita di cortesia o la presentazione di un lancio. Rappresenta una tappa decisiva per ridefinire equilibri e possibilità della cooperazione spaziale per il prossimo ventennio. Sullo sfondo restano molte incognite ma anche l’occasione di nuovi accordi. Le prossime settimane potrebbero rivelare se sarà possibile superare le divisioni attuali e scrivere un nuovo capitolo dell’esplorazione orbitale.

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