Difficoltà e campagna di sensibilizzazione sul tumore uroteliale in friuli venezia giulia

Difficoltà e campagna di sensibilizzazione sul tumore uroteliale in friuli venezia giulia

Il tumore uroteliale, spesso difficile da riconoscere per sintomi comuni come l’ematuria, richiede diagnosi precoce e consapevolezza, con campagne come “Non girarci intorno” e il ruolo chiave del medico di base.
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L'articolo tratta del tumore uroteliale, evidenziando le difficoltà di diagnosi precoce a causa di sintomi comuni come l'ematuria, con un focus su donne e anziani a rischio. Viene presentata la campagna educativa "Non girarci intorno" del 2025, che mira a migliorare la consapevolezza della malattia attraverso eventi informativi durante il Giro d’Italia. - Gaeta.it

Il tumore uroteliale resta una neoplasia complicata da riconoscere in fase iniziale, soprattutto per la natura generica dei sintomi con cui si presenta. L’ematuria, o sangue nelle urine, rappresenta spesso il primo segnale, ma può far pensare anche a condizioni più comuni come una semplice cistite. Nel 2025, a gorizia si è svolta una tappa importante del tour nazionale “non girarci intorno“, un’iniziativa che punta a migliorare la conoscenza di questa malattia. Giornalisti, medici e cittadini hanno avuto modo di confrontarsi, grazie anche a momenti educativi proposti durante il Giro d’Italia.

I segnali del tumore uroteliale: riconoscerli tra altri disturbi comuni

Il sangue nelle urine appare spesso come il campanello d’allarme più frequente per il tumore uroteliale. Alessandra Guglielmi, oncologa dell’ospedale maggiore di trieste, spiega che questo sintomo non è sufficientemente specifico. Molte malattie urologiche e infettive presentano infatti caratteristiche simili. Solo attraverso accertamenti medici si può capire la natura esatta del disturbo. Gli esami più utili a chiarire il quadro sono l’analisi delle urine, la citologia urinaria, l’ecografia degli organi urinari e l’urinocoltura. In particolare, il medico di base riveste un ruolo chiave nella fase iniziale. Deve saper valutare i sintomi e indirizzare il paziente verso gli esami più appropriati. Senza questo passaggio, la diagnosi corretta potrebbe ritardare, compromettendo le possibilità di trattamento.

La sfida della diagnosi precoce nelle donne

Individuare il tumore uroteliale nelle donne si rivela ancora più complicato. La frequenza minore rispetto agli uomini, con un rapporto stimato attorno a 1 a 4, non è la sola ragione. Guglielmi sottolinea come in molte pazienti i sintomi vengano scambiati per cistiti ricorrenti, particolarmente comuni in relazione a determinate fasi del ciclo mestruale o a periodi di ridotta difesa immunitaria. In aggiunta, spesso malattie ginecologiche o problemi intestinali come la stitichezza prolungata possono mimare o mascherare i disturbi urinari. Le donne anziane, soprattutto quelle con età superiore ai 70 anni, sono maggiormente a rischio. E in questo gruppo il diabete contribuisce ad aumentare la vulnerabilità, poiché favorisce infezioni ricorrenti e una ridotta risposta immunitaria, condizioni che facilitano la comparsa del tumore uroteliale.

La campagna “non girarci intorno” e l’impegno di merck nel bladder cancer awareness month

“Non girarci intorno” è la campagna che nel 2025 ha preso nuova forma durante il “bladder cancer awareness month“, mese dedicato alla diffusione di informazioni sul tumore della vescica. L’iniziativa ha accompagnato alcune tappe del Giro d’Italia, evento sportivo di grande richiamo in italia. Merck, come partner ufficiale della corsa, ha collocato negli spazi del villaggio del Giro uno stand dedicato all’informazione. Qui i visitatori potevano reperire materiale di approfondimento e partecipare a eventi di “edutainment“, momenti pensati per coinvolgere divertendo e informando allo stesso tempo. Il progetto si appoggia a istituzioni serie come la federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere , la società italiana dei medici di medicina generale , la società italiana di uro-oncologia e l’associazione pazienti liberi dalle neoplasie uroteliali , garantendo una forte rete di supporto e diffusione.

Le strategie diagnostiche affrontate dal medico di famiglia

Il ruolo del medico di medicina generale assume un valore cruciale di fronte ai primi sintomi sospetti, come l’ematuria. Poiché questo segno può nascondere sia infezioni sia malattie più gravi, la valutazione clinica deve essere attenta e progressiva. Partendo dagli esami di base, l’analisi delle urine fornisce indicazioni immediate sulla presenza di sangue e possibili batteri. Se la sintomatologia persiste o se i risultati non chiariscono la causa, il medico può prescrivere la citologia urinaria, utile per identificare cellule tumorali, o un’ecografia, per valutare eventuali masse o anomalie. Questa fase di diagnostica differenziale serve a evitare ritardi nella diagnosi di tumore uroteliale. La consulenza specialistica diventa necessaria quando emergono sospetti clinici più precisi, orientando verso l’urologia e l’oncologia per ulteriori approfondimenti.

Fattori che aumentano il rischio e incidenza della malattia nel 2025

Oltre alla differenza di genere, l’incidenza di tumori uroteliali riserva segnali precisi sul tipo di pazienti più vulnerabili. L’età avanzata emerge come una variabile chiave, dato che oltre i 70 anni cresce la frequenza di queste neoplasie, soprattutto tra le donne. Lo stato metabolico influisce con il diabete che, associato a sovrappeso e infezioni urinarie ricorrenti, crea condizioni ideali per la malattia. L’indebolimento del sistema immunitario in questi casi non solo favorisce infezioni croniche ma anche alterazioni cellulari che possono trasformarsi in tumore. I dati raccolti nel territorio regionale confermano queste tendenze, sottolineando la necessità di attenzione specifica su queste fasce di popolazione. La prevenzione, fondata soprattutto sull’osservazione responsabile dei sintomi e su un percorso diagnostico affidabile, risulta pertanto fondamentale.

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