Il tumore al polmone, con oltre 44mila nuove diagnosi previste in Italia nel 2024, resta tra le neoplasie più diffuse e difficili da curare. Per contrastarlo nasce una piattaforma di ricerca quinquennale finanziata dalla fondazione Umberto Veronesi e realizzata con il contributo dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. Il focus principale è lo sviluppo di terapie personalizzate e strategie innovative per migliorare la sopravvivenza dei pazienti. Al centro di questo impegno c’è il progetto “Chewbacca”, che esplora nuovi metodi per stimolare il sistema immunitario nella lotta contro il tumore al polmone.
Caratteristiche del tumore al polmone e bisogno di diagnosi mirate
Il tumore al polmone rappresenta la terza causa di incidenza tumorale in Italia, con una mortalità ancora elevata dato il ritardo frequente nella diagnosi. Per questo l’attenzione si è spostata incontrastata verso la diagnosi precoce, tanto che la piattaforma di ricerca ha tra gli obiettivi principali proprio il miglioramento degli strumenti diagnostici. Individuare la malattia in una fase iniziale offre maggiori possibilità di intervento terapeutico valido e meno invasivo. Il progetto cerca quindi di migliorare il timing e l’accuratezza nella rilevazione dei segni tumorali, combinando nuove tecnologie diagnostiche e approcci molecolari capaci di identificare anche minime alterazioni nelle cellule dei pazienti.
Mutazioni specifiche e terapie immunologiche mirate
L’analisi dettagliata delle mutazioni specifiche del tumore, per esempio, può indirizzare la scelta di farmaci mirati o nuove terapie immunologiche. Si punta a superare le limitazioni attuali delle tecniche di screening su larga scala, integrando dati clinici e genetici per costruire profili personalizzati del paziente. In definitiva, la diagnosi precoce diventa la base per costruire poi un trattamento più efficace, che tenga conto della singola biologia tumorale.
Leggi anche:
Il progetto chewbacca e l’immunoterapia personalizzata
La novità principale del progetto risiede nella strategia di immunoterapia personalizzata, che mira a sviluppare risposte immunitarie specifiche e potenti rivolte contro il tumore di ciascun paziente. “Chewbacca”, nato alla divisione di immunologia, trapianti e malattie infettive del San Raffaele, prevede un sistema di “addestramento” delle cellule T del paziente, i linfociti capaci di attaccare le cellule tumorali. La modalità è innovativa: le cellule immunitarie vengono esposte in laboratorio a cellule B modificate, che agiscono come veicolo per le mutazioni presenti nel tumore del singolo paziente.
Metodo innovativo per moltiplicare i linfociti T
Questo metodo senza precedenti permette di attivare e moltiplicare i linfociti T reattivi specifici, senza bisogno di prelevare direttamente tessuti tumorali freschi, una procedura più onerosa e difficile. La rapidità con cui si possono ottenere queste cellule immunitarie potenzialmente efficaci apre la strada a terapie su misura che potrebbero fornire risultati più duraturi e mirati. La ricercatrice Chiara Maria Cattaneo spiega come “l’immunoterapia abbia già rivoluzionato la cura di diversi tumori avanzati, ma ricorda che la risposta rimane limitata a pochi pazienti.” Il progetto intende migliorare questa risposta e prevedere in modo più preciso chi potrà beneficiarne.
Prospettive e impatto della ricerca sulla cura dei tumori solidi
La collaborazione tra Fondazione Umberto Veronesi e il San Raffaele punta a trasformare i risultati scientifici in terapie concrete, capaci di offrire ai pazienti nuove speranze. La coordinatrice Valentina Gambino sottolinea l’importanza di unire competenze multidisciplinari e si augura che i progressi del progetto Chewbacca possano superare le attuali barriere della medicina oncologica personalizzata.
Orizzonti per altri tumori solidi
Gli sviluppi ottenuti nella cura del tumore al polmone possono aprire opportunità di trattamento simili anche per altri tipi di tumori solidi. La possibilità di generare cellule immunitarie capaci di attaccare specifiche mutazioni tumorali rappresenta un salto in avanti nel concetto stesso di immunoterapia, dalla medicina “generica” a trattamenti cuciti sul profilo immunologico del paziente. Se i risultati saranno confermati nel corso degli anni, potremmo assistere a un cambiamento significativo nel modo in cui si affrontano neoplasie complesse, investendo direttamente sul sistema immunitario come arma biologica di difesa.