Dia 2024: la lotta alle mafie si concentra su denaro, appalti pubblici e flussi sospetti

Dia 2024: la lotta alle mafie si concentra su denaro, appalti pubblici e flussi sospetti

La Direzione investigativa antimafia nel 2024 intensifica il monitoraggio delle mafie nel settore finanziario e negli appalti pubblici, con indagini su oltre 150mila operazioni sospette e nuove tecnologie per lo scambio dati.
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Nel 2024 la Direzione investigativa antimafia si concentra su mafie nel settore finanziario e appalti pubblici, con un report annuale che monitora flussi illeciti e rafforza la collaborazione tra enti per contrastare infiltrazioni criminali. - Gaeta.it

Per il 2024 la Direzione investigativa antimafia ha scelto di focalizzarsi sulla presenza delle mafie nel settore finanziario e negli appalti pubblici. Un report unico e aggiornato raccoglie i dati e le attività svolte da gennaio ad oggi, superando il consueto schema semestrale. La strategia punta a offrire una visione chiara e condivisa delle dinamiche criminali così da facilitare il lavoro di istituzioni, magistrati e forze dell’ordine impegnate nel contrasto.

Una relazione annuale per mappare le forze mafiose e i loro investimenti

Per la prima volta la Dia ha presentato un documento unico che racchiude tutto il lavoro investigativo svolto nel 2024. Il generale Michele Carbone, direttore dell’agenzia, ha sottolineato che il rapporto vuole essere uno strumento immediato e puntuale per i soggetti istituzionali coinvolti nella lotta alle mafie. In passato i dossier venivano pubblicati con molti mesi di ritardo e si limitavano a fare il punto della situazione. Ora invece c’è una ricostruzione ravvicinata dei fenomeni, per riconoscere le vie di accesso e i metodi utilizzati dalle organizzazioni criminali.

La chiave resta il principio di Giovanni Falcone: seguire il denaro per scovare i clan. Le mafie non puntano più solo alla violenza, ma investono capitali ingenti grazie a strutture finanziarie complesse. Conti offshore, società fiduciarie, triangolazioni digitali e fondi d’investimento sono gli strumenti preferiti per riciclare miliardi e schermare il loro vero controllo. Questo cambio di paradigma richiede indagini approfondite e coordinate su scala nazionale.

I dati sulle operazioni sospette e i flussi economici sotto osservazione

La relazione fornisce numeri che mettono in evidenza la dimensione del problema. Nel corso del 2024 la Dia ha analizzato oltre 150mila segnalazioni di operazioni sospette provenienti da istituti finanziari e intermediari. Questi report riguardano un totale di 1,6 milioni di persone fisiche e giuridiche legate a transazioni potenzialmente anomale. Di queste segnalazioni, 50mila sono risultate particolarmente rilevanti e sono state trasferite alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo per approfondimenti.

A guidare le indagini ci sono 1,3 milioni di operazioni sospette il cui controvalore supera i 49 miliardi di euro. Una somma che si avvicina all’entità di una legge finanziaria nazionale. Dietro questi numeri si nasconde una rete estesa di riciclaggio e finanziamenti illeciti, che può alimentare nelle regioni del paese il controllo mafioso, soprattutto nei settori economici più esposti.

Il ruolo degli accordi digitali per scambiare informazioni in tempo reale

Per rafforzare la battaglia contro i flussi illeciti, nel 2024 la Dia ha implementato un accordo tecnico con la Direzione nazionale antimafia, Guardia di finanza e Unità di informazione finanziaria. L’accordo si basa su un sistema di scambio dati in real time, che utilizza protocolli avanzati di crittografia asimmetrica e certificati elettronici. Il risultato è un canale più sicuro e veloce per condividere informazioni sensibili tra enti diversi.

Questa rete digitale permette di collegare rapidamente dati analoghi e prevenire l’introduzione di capitali sporchi nel sistema legale. Grazie a questi strumenti tecnologici si crea una specie di infrastruttura informativa che accelera l’azione investigativa e induce un controllo più stretto sui flussi finanziari. Nel 2025, questa collaborazione potrà estendersi ulteriormente per aumentare la capacità di prevenzione.

Appalti pubblici sotto la lente: la sorveglianza sul ponte sullo stretto e le risorse pnr

La Dia sta riservando particolare attenzione al fronte degli appalti pubblici, da anni uno degli ambiti più vulnerabili all’infiltrazione mafiosa. Quest’anno, con l’avvio di grandi opere come il ponte sullo Stretto di Messina, i controlli si sono intensificati. Il direttore Carbone ha dichiarato che è stato messo a punto un background preventivo che permette di monitorare tempestivamente eventuali tentativi di irrigidimento criminale in queste procedure.

L’attenzione si concentra anche sulle commesse legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza, un flusso di risorse ingente che può attirare l’interesse delle cosche. Tra organizzazioni, controlli, segnalazioni e azione investigativa, le forze dell’ordine cercano di anticipare qualsiasi strategia di infiltrazione. Le attività svolte finora indicano che la vigilanza sulla trasparenza e sul corretto uso dei fondi è un nodo fondamentale per arginare il peso mafioso sul territorio.

Il lavoro svolto dalla Dia nel 2024 mostra un approccio integrato tra indagini finanziarie, uso della tecnologia e monitoraggio delle commesse pubbliche. Questa direzione mantiene alta la guardia sugli effetti della criminalità organizzata nel tessuto economico del paese. Come si evolverà la situazione nei prossimi mesi resta da vedere, ma intanto le strutture di contrasto si sono rafforzate e allargate.

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