Detenuto autorizzato a lavorare sull’isola d’elba evade e viene catturato a marigliano

Detenuto autorizzato a lavorare sull’isola d’elba evade e viene catturato a marigliano

Un detenuto di 42 anni evaso dall’isola d’Elba durante un permesso lavorativo è stato arrestato a Marigliano dai carabinieri; il caso solleva dubbi sulle misure di sicurezza per i detenuti autorizzati.
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Un detenuto di 42 anni, autorizzato a lavorare fuori dal carcere sull’isola d’Elba, è evaso e catturato pochi giorni dopo a Marigliano, vicino Napoli. - Gaeta.it

Un uomo di 42 anni, detenuto per rapina e violenza a pubblico ufficiale, è riuscito a fuggire dall’isola d’Elba approfittando dell’autorizzazione a svolgere un’attività lavorativa fuori dal carcere. La sua fuga si è conclusa a Marigliano, in provincia di Napoli, dove i carabinieri lo hanno arrestato pochi giorni dopo la sua scomparsa. Il fatto ha acceso l’attenzione sulle misure di sicurezza applicate ai detenuti autorizzati a uscire per motivi di lavoro.

Autorizzazione al lavoro fuori dal carcere sull’isola d’elba

Il 42enne, già in carcere per reati come rapina e minaccia a pubblico ufficiale, aveva ottenuto il permesso di uscire dal penitenziario situato sull’isola d’Elba per lavorare. Questa disposizione rientra tra le possibilità previste dal sistema penitenziario italiano per favorire il reinserimento sociale dei detenuti e permettere loro di mantenere un’attività lavorativa regolare durante la detenzione. L’uomo doveva svolgere la sua attività lavorativa nel comune di Campo nell’Elba, un’area nota per le sue realtà produttive e artigianali.

Nonostante questo permesso, il detenuto non ha fatto rientro in carcere come previsto. Giovedì 26 giugno, invece di tornare dietro le sbarre, ha deciso di allontanarsi definitivamente dall’isola, affidandosi a una fuga che gli ha permesso di sparire dalle tracce delle forze dell’ordine per alcuni giorni.

La cattura a marigliano, a pochi chilometri da napoli

Dopo la fuga, il detenuto ha raggiunto Marigliano, una città a circa 23 chilometri da Napoli, dove risiede la sua famiglia. Questa circostanza ha fornito un importante punto di partenza per le indagini dei carabinieri. Le ricerche si sono concentrate infatti sulla sua rete di contatti e sul territorio dove avrebbe potuto nascondersi.

I militari della stazione di San Vitaliano hanno organizzato un’attività di monitoraggio e sorveglianza, cogliendo l’occasione di sorprendere il latitante appena arrivato a Marigliano. L’arresto è avvenuto senza incidenti, perché le forze dell’ordine hanno agito in maniera rapida e con precisione, eliminando ogni possibile via di fuga.

Le conseguenze giudiziarie per il detenuto

Una volta fermato, il 42enne è stato condotto agli arresti domiciliari in attesa del processo. Ora dovrà rispondere dell’accusa di evasione, che si aggiunge ai precedenti reati per i quali era già detenuto. L’evasione rappresenta un reato grave nel sistema penitenziario, soprattutto quando coinvolge soggetti autorizzati ad uscire dal carcere per motivi di lavoro, perché mette in discussione la gestione e il controllo del personale detentivo.

Al momento, non sono stati resi noti ulteriori dettagli sulle motivazioni che hanno spinto il detenuto a fuggire o sulle condizioni dell’autorizzazione concessa. La vicenda sottolinea la complessità delle misure che regolano le uscite temporanee dei detenuti e la necessità di un controllo costante per evitare situazioni simili.

La cattura a marigliano conclude la vicenda iniziata a campo nell’elba

La cattura a Marigliano conclude questa vicenda di evasione iniziata a Campo nell’Elba, dove il detenuto aveva sfruttato la fiducia concessa per sfuggire dalla sorveglianza penitenziaria. La gestione del caso ora passa alle autorità giudiziarie, che dovranno valutare le circostanze e le responsabilità precise dietro la fuga.

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