La questione delle concessioni balneari a mondello torna al centro dell’attenzione dopo una nuova denuncia su una gestione duratura e controversa. Da oltre un secolo, le spiagge del lido sono amministrate da una società privata che, secondo la recente pronuncia della corte costituzionale, avrebbe superato i termini delle concessioni stabilite dalla legge. Le critiche riguardano non solo il valore economico di questo affare, ma anche le condizioni d’accesso al mare, che risultano limitate per i residenti.
La gestione storica delle spiagge di mondello e le controversie legali
Da 116 anni, la società “Italo Belga” controlla le concessioni degli stabilimenti balneari a mondello, zona balneare di palermo molto frequentata. Questo lungo periodo di gestione ha attirato molte critiche soprattutto per la mancanza di trasparenza e il blocco delle concessioni che ora, secondo la corte costituzionale, sarebbero scadute. Il quadro normativo italiano impone limiti precisi per queste concessioni, nate per disciplinare l’uso pubblico del litorale, ma la società interessata continuerebbe a operare senza rinnovo.
Il pronunciamento della corte costituzionale
La corte costituzionale, con la sua sentenza, ha evidenziato che gli atti concessori dovrebbero cessare dopo un certo periodo e non rinnovarsi implicitamente. Tuttavia, “Italo Belga” mantiene il controllo delle spiagge, pagando un canone annuo molto basso. Secondo i dati disponibili, i guadagni di questa azienda superano i quattro milioni di euro all’anno. Il canone versato allo stato ammonta invece a poco più di 50mila euro, una differenza sostanziale che solleva questioni di equità e trasparenza nell’uso di spazi pubblici.
Leggi anche:
Questa situazione ha attirato l’attenzione di esponenti politici e attivisti, che sottolineano l’urgenza di rivedere le regole a tutela del diritto di accesso al mare per tutti i cittadini.
Le condizioni di accesso al lido e le proteste dei cittadini esasperati
La gestione degli stabilimenti a mondello si traduce in limitazioni per chi vorrebbe godere delle spiagge pubbliche. Sono stati osservati tornelli all’ingresso e recinzioni che chiudono quasi completamente il lido, impedendo l’accesso libero alla battigia. Questi dispositivi impediscono di fatto molti passaggi verso il mare, restringendo lo spazio disponibile ai residenti e ai visitatori meno abbienti.
Disuguaglianze e prezzi elevati
I lettini negli stabilimenti sono spesso vuoti, mentre i cittadini si accalcano intorno agli spazi non concessi. I prezzi elevati richiesti per accedere alle strutture private sono in contrasto con la volontà di garantire spiagge aperte a tutti. Questo ha generato proteste da parte di chi si sente escluso e considera ingiusta questa gestione.
Il malcontento ha raggiunto un punto alto: durante una recente protesta, alcuni partecipanti hanno piantato un ombrellone in segno di dissenso. Questo gesto simbolico è stato interrotto bruscamente, con la rottura dell’ombrellone da parte di operatori degli stabilimenti. Le manifestazioni sono finite con insulti e minacce rivolte ai manifestanti da parte dei gestori, denunciati pubblicamente da alcuni esponenti politici.
Le reazioni politiche e la denuncia pubblica degli eventi a mondello
La situazione a mondello ha mobilitato il presidente di +Europa e Radicali, matteo hallissey, insieme al leader di ControCorrente e deputato regionale ismaele la vardera. Entrambi hanno pubblicamente criticato la gestione degli stabilimenti balneari e le modalità di esclusione dei cittadini dalla spiaggia.
I video diffusi sui social mostrano momenti di tensione, con aggressioni verbali da parte degli operatori del lido verso chi protestava. L’accusa principale è legata all’assenza di un rinnovo valido delle concessioni, la gestione economica sproporzionata tra i ricavi della società e il canone ridotto e l’esclusione di gran parte della popolazione da un’area di mare che dovrebbe restare pubblica.
Questi episodi riflettono una conflittualità che coinvolge diritti d’accesso, gestione dei beni pubblici e reclamano maggiore attenzione delle istituzioni locali e nazionali. La vicenda ha sollevato un dibattito che ha raggiunto la cronaca nazionale, posizionando mondello come esempio di un problema più ampio sul controllo delle coste italiane.
Non si registrano intervenuti concreti finora che abbiano cambiato l’attuale assetto, mentre cittadini e gruppi politici continuano a pressare per modifiche legislative e amministrative che assicurino maggiore trasparenza e disponibilità degli spazi balneari.