Il teatro Sannazaro di Napoli ospita il primo luglio 2025 alle 21 il debutto di “Confusioni“, opera di Alan Ayckbourn, proposta nell’ambito del Campania Teatro Festival. Lo spettacolo, presentato dall’associazione culturale Nouveau Théâtre de Poche, mette in scena personaggi che incarnano smarrimento e tragicommedia, con una messa in scena arricchita da costumi, scenografie e musica dal vivo.
la genesi e il contesto dell’opera di alan ayckbourn
“Confusioni” è un testo scritto nel 1974 dal drammaturgo britannico Alan Ayckbourn, noto per il suo modo di intrecciare humor e riflessioni umane sotto la maschera della commedia. Quest’opera raccoglie cinque atti unici, ognuno indipendente nella trama, ma con personaggi che ritornano attraversando registri diversi, creando un unico quadro tematico coerente. La pièce resta sorprendentemente attuale perché affronta le difficoltà nelle relazioni umane e familiari, mettendo a nudo le tensioni e le difficoltà di comunicazione che spesso portano a isolamento e incomprensione.
Il lavoro esplora varie tonalità: dall’assurdo al grottesco, dalla farsa al realismo crudo, per mostrare quanto l’individuo si trovi, oggi, a vivere circondato ma solo, incapace di un dialogo autentico con chi lo circonda. Questo duplice livello si riflette in una scrittura che alterna momenti ironici a passaggi più amari, disegnando una visione critica ma mai stereotipata delle relazioni contemporanee.
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Trama e struttura dei cinque atti unici di confusioni
La struttura di “Confusioni” è composta da cinque capitoli distinti, ognuno focalizzato su un episodio particolare. Nel primo, “Figura materna“, si vede il dramma di una donna che ha smarrito la percezione degli adulti intorno a lei, trattandoli come bambini. Questo distacco rivela una profonda impossibilità di relazionarsi come pari.
Nel secondo atto, “Al bar“, un uomo, reduce da un viaggio di lavoro, tenta di conquistare una giovane incontrata casualmente. Il suo comportamento si fa via via più impacciato e spinto da un urto alcolico, evidenziando tensioni sociali e personali che emergono nei momenti di debolezza.
“Tra un boccone e l’altro” permette al pubblico di osservare, dal punto di vista di un cameriere silenzioso, due liti familiari che si intrecciano e si sovrappongono in una spirale di incomunicabilità e frustrazione crescente. La recitazione si fa intensa, scandendo la dissoluzione dei rapporti umani.
“La festa di Gosforth” segue gli sforzi disperati di un uomo che organizza una festa di campagna; il tentativo di mantenere il controllo non può evitare lo scivolamento verso il caos finale, simbolo dell’inevitabile disfacimento delle relazioni forzate.
Il racconto si chiude con “Due chiacchiere al parco“, in cui cinque personaggi si confrontano, ciascuno immerso nei propri pensieri, trovando però solo un dialogo apparente. La scena mostra la difficoltà di stabilire un contatto reale, che manca persino quando la comunicazione è presente.
Allestimento, cast e regia della produzione napoletana
La compagnia Nouveau Théâtre de Poche porta in scena “Confusioni” con un cast guidato da Massimo de Matteo, Angela de Matteo, Luciano Giugliano, Stefania Remino e con la partecipazione di Ernesto Lama. Ogni attore interpreta più ruoli, modellando personaggi che incarnano smarrimento e isolamento, facilitando un gioco teatrale di voci e silenzi.
L’allestimento è curato nei dettagli scenografici da Marianna Antonelli, che ha costruito ambienti semplici ma intensi capaci di riflettere il caos emotivo degli atti. I costumi, firmati da Chiara Aversano, contribuiscono a differenziare i personaggi e a sottolinearne l’imbarazzo e la fragilità. Mariano Bellopede è presente al pianoforte, eseguendo musiche dal vivo che accompagnano e sottolineano i momenti salienti dello spettacolo, aggiungendo una dimensione sonora critica nelle scene di silenzio o tensione.
La direzione artistica è affidata a Peppe Miale, che ha scelto un’interpretazione fedele al testo originale di Alan Ayckbourn ma con tocchi che valorizzano il contesto contemporaneo e locale, rendendo evidente l’attualità del tema della solitudine in ambienti sociali diversi da quelli britannici di partenza.
Le tematiche che emergono nel testo e nella messinscena
“Confusioni” si concentra sull’impossibilità di intrecciare legami veri, mostrando una sordità emotiva che costringe i personaggi a vivere all’interno di un vuoto affettivo. I dialoghi si sovrappongono, si incrociano, ma mai riescono a costruire un rapporto genuino. È come se il rumore della vita coprisse ogni tentativo di ascolto profondo.
L’opera racconta di persone che urlano, tacciono, parlano ma non si capiscono, vittime di una solitudine che non è solo fisica, ma emozionale e mentale. La recitazione mette in luce questa condizione, usando anche momenti di silenzio che risultano più eloquenti delle parole. Gli atti mostrano sfumature diverse della crisi comunicativa: dal dolore di un ruolo che imprigiona, come nel caso della madre, sino all’illusione di una festa che dovrebbe unire ma finisce per dividere ancora di più.
Il riferimento a un contesto familiare e sociale rende lo sguardo ancora più critico, mettendo a fuoco le tensioni quotidiane che segnano la vita di molti. Non a caso, la scelta di mantenere le dinamiche originali di Ayckbourn nel 2025 serve a dimostrare che quegli schemi sono ancora presenti e agiscono con forza tra di noi.
Martedì primo luglio, nella cornice del teatro Sannazaro, “Confusioni” si propone come un evento teatrale capace di far riflettere attraverso il sorriso amaro e il grottesco, offrendo al pubblico un’esperienza diretta di personaggi che rappresentano frammenti di vita oggi, vicino a noi.