Daspo Willy a Padova: quattro minorenni fermate per bullismo contro donna disabile alla stazione

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Bullismo a Padova, quattro minorenni fermate alla stazione. - Gaeta.it

Laura Rossi

31 Agosto 2025

A Padova, la questura ha disposto un Daspo “Willy” nei confronti di quattro ragazze minorenni coinvolte in un episodio di bullismo ai danni di una donna disabile. L’aggressione è avvenuta il 25 agosto nel piazzale della stazione ferroviaria. Le ragazze non potranno entrare né sostare in locali pubblici e di svago nell’area della stazione per tre anni. Un segnale chiaro da parte delle forze dell’ordine, che stanno alzando la guardia sui reati commessi dai più giovani e sulla tutela delle persone più vulnerabili.

Aggressione alla stazione: cosa è successo

La vittima è una donna di 58 anni con disabilità, presa di mira nel tardo pomeriggio del 25 agosto davanti alla stazione di Padova. Le quattro ragazze coinvolte – tre tra i 16 e i 17 anni e una di 13 – l’hanno insultata e derisa ripetutamente. Non solo: le hanno anche sottratto la stampella ortopedica e le hanno spruzzato addosso dell’acqua con una pistola giocattolo. Un gesto che va oltre le parole, perché ha ostacolato la sua mobilità e aggravato la sua condizione.

Le indagini della polizia hanno permesso di individuare con chiarezza le responsabilità delle quattro minorenni. La più giovane, però, ha 13 anni e non può essere formalmente accusata per via dei limiti stabiliti dalla legge sulla responsabilità penale minorile. Per le altre tre, invece, si profilano sanzioni più pesanti.

Che cos’è il Daspo “Willy” e come viene usato a Padova

Il Daspo “Willy” è una misura nata per contrastare violenze e molestie in luoghi pubblici, soprattutto vicino a stazioni o spazi frequentati da giovani. Prende il nome da un episodio di bullismo che ha fatto scattare la sua introduzione ed è diventato uno strumento importante per fermare la criminalità minorile.

A Padova, la questura ha intensificato l’uso di questo provvedimento, triplicandone le applicazioni negli ultimi tempi. È un modo chiaro per dire “basta” a bullismo e microcriminalità tra ragazzi. Nel caso delle quattro ragazze, il Daspo vieta loro di entrare o rimanere nei locali pubblici e di svago nel piazzale e nelle zone vicine alla stazione per tre anni.

Questa misura serve a tenere sotto controllo certi posti e a ridurre le possibilità che certi comportamenti aggressivi si ripetano, soprattutto contro persone fragili come la vittima. È uno strumento concreto, che impatta direttamente sulle abitudini di chi ha avuto atteggiamenti molesti.

Minorile e violenza a Padova: un problema in crescita

Gli episodi di violenza e comportamenti devianti vicino alla stazione sono un problema che le autorità padovane conoscono bene da tempo. La criminalità giovanile si sta diffondendo nelle aree urbane più delicate. Per questo la questura ha rafforzato le misure preventive, usando sempre più spesso il Daspo “Willy”.

Il caso di Padova mostra come i ragazzi coinvolti possano essere molto giovani, anche appena 13 anni. Anche se non tutti sono imputabili, resta chiaro che serve un controllo più stretto intorno a zone sensibili come le stazioni, dove il via vai è continuo e le occasioni di conflitto aumentano.

Le autorità locali puntano a limitare l’accesso nei luoghi pubblici a minori con comportamenti pericolosi, per evitare che i reati si ripetano. Polizia, servizi sociali e istituzioni lavorano insieme, combinando sanzioni immediate a programmi di supporto per prevenire nuovi casi di disagio tra i giovani.

Il caso di Padova, con il bullismo ai danni di una persona disabile, è un esempio chiaro di quanta violenza ci sia nelle nostre città e di come le forze dell’ordine stiano rispondendo per proteggere chi è più fragile.