Dario Argento premiato a Venezia 2025 rilancia l’allarme sul declino del cinema italiano e la scomparsa della critica

Dario Argento Premiato A Venez

Dario Argento premiato a Venezia 2025, lancia l’allarme sul futuro del cinema italiano. - Gaeta.it

Marco Mintillo

1 Settembre 2025

Dario Argento, maestro del thriller e dell’horror italiano, ha ricevuto quest’anno il Premio alla Carriera durante la 22ª edizione delle Giornate degli Autori di Venezia. Nel corso della cerimonia, il regista ha ripercorso le trasformazioni del cinema italiano dalle glorie degli anni Sessanta e Settanta fino al netto declino registrato negli Ottanta e nel nuovo millennio. Un discorso che si è intrecciato con un appello urgente sulla necessità di ridare voce alla critica cinematografica, ormai quasi scomparsa in Italia.

Il percorso artistico di Dario Argento e il riconoscimento a Venezia 2025

Dario Argento è uno dei registi italiani più influenti della sua generazione, noto per aver lasciato un segno forte nel cinema di genere con titoli come Profondo rosso e Suspiria. A Venezia, il 2025 ha segnato un momento importante della sua carriera con il Premio alla Carriera conferito dalla Società Italiana degli Autori e Editori , partner principale delle Giornate degli Autori. La targa gli è stata consegnata da Salvo Nastasi, presidente della SIAE, che ha scelto di celebrare l’opera di Argento anche attraverso la riproduzione della registrazione del film L’uccello dalle piume di cristallo, capolavoro che segna una delle svolte della sua produzione.

Il premio arriva dopo un periodo difficile per il regista, reduce da un ricovero urgente a Ischia, dovuto a una crisi respiratoria, evento che ha destato preoccupazione tra i suoi fan e addetti ai lavori. Nonostante le condizioni ancora fragili, Argento ha voluto essere presente per ribadire pubblicamente il suo impegno nel sostenere il cinema italiano e sollevare questioni cruciali legate al suo futuro.

Il declino del cinema italiano dalla fine degli anni settanta al nuovo millennio

Nel suo discorso Argento ha tracciato un bilancio netto sugli ultimi decenni del cinema italiano. Ha elogiato con forza gli anni Sessanta e Settanta, definiti “grandi” e “meravigliosi” per le produzioni di alto livello e per il loro peso culturale. Da quella stagione positiva in poi, tuttavia, ha segnalato un rapido declino iniziato negli anni Ottanta, che si è ulteriormente accentuato dal 2000 in poi.

La crisi del cinema italiano, secondo Argento, è stata anche una conseguenza di una gestione debole e di mancanze strutturali all’interno dell’industria, problemi che hanno portato a una perdita di qualità e di visibilità internazionale delle opere. La sua analisi si lega a un tema ben noto nel dibattito culturale italiano, dove negli ultimi vent’anni il cinema nazionale ha faticato a ritrovare quel prestigio e quella forza creativa che avevano caratterizzato i decenni precedenti.

Recentemente però, Argento ha riconosciuto un segnale positivo con il rafforzamento dell’ANAC, organismo che ha contribuito a difendere e rilanciare il settore cinematografico, soprattutto sotto il profilo della trasparenza e del sostegno produttivo. Questo intervento ha permesso al settore di riprendersi da alcune difficoltà storiche, aprendo la strada a una nuova stagione di tutela e valorizzazione delle opere italiane.

La scomparsa della critica e l’appello di argento per un ritorno del dibattito culturale

Uno dei passaggi più intensi del discorso di Argento al Lido è stato il richiamo alla crisi della critica cinematografica in Italia. Il regista ha denunciato la quasi totale sparizione delle figure critiche, cogliendo il problema come una grave ferita per il cinema nazionale. La critica, ha detto Argento, ha un ruolo fondamentale nella promozione della cultura filmica e nella formazione del gusto del pubblico.

Ha messo a confronto questa situazione con quanto avviene in paesi come la Francia, dove la critica cinematografica mantiene un posto centrale nel sistema culturale, esercitando un influsso reale sulle produzioni e sull’attenzione che ricevono. Il regista ha espresso la speranza che questa categoria possa rinascere anche in Italia, ricordando di averne fatto parte nel passato, anche se “indegnamente”.

Il tema della critica, oramai marginale in molti media italiani, tocca nodi cruciali che riguardano tutte le fasi della realizzazione e della fruizione cinematografica. Senza un contraddittorio e un confronto approfondito, le opere rischiano di essere valutate superficialmente, mentre la capacità di stimolare un dibattito culturale ne risente pesantemente. Il richiamo di Argento si inserisce così in un discorso più ampio che guarda anche alla formazione di nuovi pubblici e alla valorizzazione del patrimonio filmico italiano.

Un momento di riflessione per il cinema italiano promosso da una voce storica

La presenza di Dario Argento alle Giornate degli Autori nel 2025 rappresenta una occasione per interrogarsi sul passato e sul futuro del cinema italiano. Il regista, con la sua lunga esperienza e le sue opere simbolo, ha segnato una stagione importante della produzione nazionale, ma ha anche messo a fuoco le difficoltà e le sfide ancora aperte.

Il riconoscimento della SIAE evidenzia il valore culturale e artistico di Argento ma allo stesso tempo sollecita un’attenzione critica per il settore nel suo insieme. Le sue parole, pronunciate in un momento di salute precaria, portano un monito che si riflette nell’intera produzione cinematografica italiana. Il rapporto con la critica, il rilancio degli spazi di dibattito e il ruolo svolto da enti come l’ANAC sono aspetti che restano al centro di un percorso fondamentale per tenere vivo un patrimonio culturale che ha ancora molto da offrire.

A Venezia 2025, il discorso di Argento assume così una doppia valenza: un omaggio a una carriera che ha lasciato un segno profondo e un invito a non dimenticare le radici e le condizioni necessarie per far prosperare di nuovo la creatività e la qualità nel cinema italiano.