Dal 1 agosto 2025 è partita una campagna di crowdfunding dedicata alla digitalizzazione dell’archivio del Processo di Bologna, uno degli eventi giudiziari più importanti riguardanti la strage del 2 agosto 1980. La raccolta fondi proseguirà fino al 30 settembre e punta a rendere accessibile e preservare il materiale audio-video di 76 udienze per oltre 450 ore di dibattimento, offrendo così un supporto concreto alla ricerca storica e alla diffusione pubblica.
Il procedimento storico e il suo arco temporale
Il Processo di Bologna si è svolto davanti alla Corte d’Assise di Bologna tra il 16 aprile 2021 e il 6 aprile 2022, con la sentenza definitiva arrivata in Cassazione il primo luglio 2025. Quest’iter rappresenta l’ultimo procedimento giudiziario relativo alla strage avvenuta alla stazione centrale di Bologna nel 1980. I familiari delle vittime, dopo decenni di richieste di giustizia e ricerche della verità, hanno portato avanti questa iniziativa che si è conclusa con questo processo.
Un archivio di ore e significati
Le cosiddette “76 udienze“, concentrate in un arco temporale che supera le 450 ore di dibattimento, raccontano la lunga battaglia per individuare i mandanti della strage. Questo procedimento resta un punto di riferimento per chiunque voglia approfondire le dinamiche e le implicazioni di quel tragico evento.
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Conservazione e digitalizzazione tecnica in atto
Il materiale dell’intero processo è stato conservato in vecchie cassette magnetiche che da anni risultano difficili da leggere, compromettendo la conservazione e la fruibilità del contenuto. Il progetto di digitalizzazione apre una nuova fase per questo archivio, grazie a tecnici specializzati che stanno copiando e sincronizzando il materiale su supporti digitali, principalmente hard disk.
Il passaggio dal formato analogico a quello digitale è delicato e richiede molte ore di lavoro manuale per garantire la qualità delle registrazioni. Le immagini e i suoni vengono trattati per non perdere dettagli. Questo intervento rende possibile mettere al sicuro un patrimonio storico unico e facilita la consultazione da parte di studiosi, giornalisti e cittadini interessati.
Enti promotori e sostegno istituzionale
La campagna di digitalizzazione è promossa da Bo Film, un gruppo attivo nella produzione audiovisiva, insieme all’associazione Abc e a Ponte d’Archimede Produzioni. Queste realtà collaborano con la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna, che contribuiscono sia in termini economici che logistici.
La Regione finanzia gran parte dell’operazione attraverso il Fondo dedicato alle imprese culturali e creative del territorio emiliano-romagnolo, riconoscendo il valore culturale e storico di questo archivio e la necessità di salvaguardarlo. Il progetto riceve quindi un sostegno pubblico importante, integrato dai fondi raccolti tramite crowdfunding che serviranno a coprire i costi tecnici, le ore di lavoro per la digitalizzazione e altre spese legate alla conservazione del materiale.
Accessibilità e conservazione futura
Una volta completata la digitalizzazione, la copia digitale del processo sarà conservata presso due sedi: l’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Bologna e l’Archivio Flamigni a Roma. Questi centri garantiranno l’accesso libero su richiesta a partire da marzo 2026, offrendo un’opportunità concreta per chiunque voglia consultare il contenuto per motivi di studio o divulgazione storica.
Inoltre, presso la sede di Bo Film a Bologna si potrà visionare la totalità delle registrazioni. Questo garantirà una fruizione diretta agli studiosi, operatori culturali e giornalisti che desiderano approfondire i dettagli del processo. La messa a disposizione di questi materiali rappresenta una risorsa preziosa per mantenere viva la memoria della strage e supportare la trasparenza giudiziaria.
Partecipazione e traguardi della campagna
La campagna di raccolta fondi è accessibile sulla piattaforma Produzioni dal Basso. Chiunque vuole contribuire può trovare tutte le informazioni necessarie per effettuare una donazione. L’obiettivo è portare a termine l’intero lavoro di digitalizzazione entro la scadenza prevista, riconoscendo le ore di lavoro dei tecnici e assicurando la qualità delle procedure.
Il crowdfunding si presenta quindi come un passo fondamentale per chiudere questa fase e garantire che il materiale, una volta digitalizzato, possa essere conservato in sicurezza e reso pubblico senza limitazioni. Questo intervento è un tassello importante nella conservazione della memoria collettiva.