La Sardegna si trova ancora in una situazione complessa riguardo alle sue riserve idriche. Dopo un periodo in cui le scorte d’acqua avevano superato la soglia del 52,5%, le recenti rilevazioni indicano una crisi idrica in corso, con livelli che scendono sotto il 50%. L’Autorità di Bacino regionale ha diffuso i dati aggiornati che evidenziano un volume invasato di poco più di 906 milioni di metri cubi dei 1.824 disponibili, in netto peggioramento rispetto allo scorso anno.
La situazione attuale delle riserve idriche
Al 31 gennaio 2025, le scorte idriche in Sardegna si attestano al 49,7%, con 906 milioni di metri cubi disponibili. Questo rappresenta una leggera diminuzione rispetto ai dati di inizio anno, quando le riserve erano salite sopra il 52%. La situazione si complica considerando che, nel mese di dicembre 2024, il volume era di 750 milioni di metri cubi, corrispondenti al 41,1% della capacità complessiva. Le recenti nevicate e piogge hanno portato un miglioramento temporaneo in alcune aree dell’isola, come il Nuorese, ma ciò non è sufficiente a sollevare la Sardegna dall’emergenza idrica.
Il bollettino da parte dell’Autorità di Bacino ha confermato un incremento di 156 milioni di metri cubi rispetto al 31 dicembre. Nonostante l’aumento, il monitoraggio della siccità presenta un valore allarmante di 0,19, che colloca la situazione nella categoria “pericolo” o “allerta” per l’intera isola. Questa classe di allerta testimonia l’urgenza della questione e il necessario intervento per fronteggiare i problemi di accesso all’acqua.
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Le aree più colpite dalla siccità
L’analisi delle risorse idriche ha messo in luce celle più critiche in diverse aree dell’isola. L’Alto Cixerri e il Sulcis, per esempio, stanno vivendo momenti di forte difficoltà, con i volumi invasati sotto il 10,7% e il 31% rispettivamente. Anche nelle zone del Tirso Flumendosa, la situazione appare delicata, con un livello d’acqua pari al 45,5%, quindi sotto la soglia del 50%. Anche se altre regioni come il Nord Occidentale e l’Ogliastra si manifestano con riserve sopra la metà, sono soggette a un indicatore di pericolo critico che denota la gravità della questione.
Da parte della Provincia di Sassari, si sono già adottati provvedimenti per affrontare l’emergenza. Inevitabilmente, si è ricorsi al riutilizzo delle acque reflue trattate, segno di una reazione rapida ma necessaria contro una potenziale crisi ancora più profonda. L’attenzione è ora rivolta a una nuova ondata polare prevista per San Valentino, che potrebbe apportare nevicate a bassa quota e altre piogge, opportunità cruciali per recuperare parte delle riserve idriche.
Le manifestazioni e l’impegno per la situazione di emergenza
La preoccupazione per la crisi idrica si è tradotta in azioni concrete anche da parte degli agricoltori. Coldiretti si è mobilitata, portando un appello di emergenza in piazza davanti alla prefettura per sottolineare l’impatto drammatico della siccità, non solo sul settore agricolo ma su tutta la popolazione. La riunione tra le parti interessate ha evidenziato come la situazione di emergenza richieda un’attenzione particolare e un impegno collettivo per affrontare le sfide dei prossimi mesi.
L’attenzione dell’opinione pubblica si concentra sulle iniziative governative e locali per mitigare i problemi legati alla scarsa disponibilità d’acqua. L’importanza del monitoraggio e della gestione sostenibile delle risorse idriche è più evidente che mai, così come la necessità di azioni preventive. Le autorità sono al lavoro per garantire che i cittadini ricevano informazioni tempestive e siano capaci di adattarsi alle condizioni meteorologiche e idriche in continuo cambiamento.