Il tema degli infortuni nel calcio professionistico è diventato sempre più attuale, soprattutto alla luce del fitto calendario di competizioni a cui i calciatori sono sottoposti. La pressione e lo stress fisico derivanti dalle numerose partite stanno influenzando le prestazioni e la salute dei giocatori. Beppe Marotta, presidente dell’Inter, ha recentemente condiviso la sua visione sulla questione, sottolineando la necessità di rivedere la struttura del calendario sportivo.
La precarietà fisica dei giocatori
In un’intervista rilasciata a Dazn, Marotta ha evidenziato che i tanti infortuni che si registrano nelle squadre siano sintomo di una difficoltà generale dei giocatori a gestire l’enorme carico fisico a cui sono sottoposti. “Dobbiamo sederci a un tavolo e capire che il calendario deve essere più morbido,” ha affermato, chiarendo che la densità delle partite nel corso della stagione rende complicata non solo la gestione dei ritmi di gioco, ma anche una preparazione adeguata per i calciatori. La ripetizione di partite ad alta intensità aumenta il rischio di lesioni, creando un circolo vizioso che compromette la competitività delle squadre.
Marotta si unisce così a un coro di dirigenti sportivi che chiedono un intervento per rivedere il numero di incontri programmati, sottolineando come l’attuale situazione rischi di diventare insostenibile per la salute dei professionisti.
Le proposte per un cambiamento
Quando si tratta di migliorare le condizioni di lavoro dei calciatori, l’intervento deve venire non solo dai club, ma anche dalle organizzazioni internazionali, come UEFA e FIFA. Marotta ha dichiarato: “Il numero delle partite deve diminuire. Il calcio è diventato più veloce e ci sono più contrasti. È normale che ci siano più infortuni.” Queste affermazioni pongono l’accento sulla necessità di un approccio collettivo per affrontare una problematica che tende a essere trascurata.
L’idea di ridurre il numero di gare è al centro di discussioni tra i vari stakeholders del calcio. Alcuni suggeriscono di aumentare le pause fra le competizioni o di limitare il numero di partite in certi periodi dell’anno, specialmente durante le fasi di ritorno dai tornei internazionali o in caso di competizioni che si sovrappongono. La rilevanza di una pianificazione più equilibrata diventa quindi fondamentale per preservare in salute i calciatori, i quali sono sempre più soggetti a impegni ravvicinati.
La gestione delle rose e le nuove strategie
Un altro aspetto sottolineato da Marotta riguarda la composizione delle rose. Con l’evoluzione del calcio moderno, l’assetto delle squadre oggi richiede un numero maggiore di giocatori di qualità in grado di competere in diverse competizioni. “È normale che le rose vadano ampliate come valori. Non ci sono più titolari e riserve,” ha spiegato Marotta. Questo nuovo paradigma implica che ogni squadra debba disporre di almeno 24 calciatori capaci di fronteggiare la pressione di più tornei contemporaneamente.
Questa considerazione fornisce spunti di riflessione sull’importanza di una strategia di gestione delle risorse umane nel calcio, dove sfide come infortuni e sovraccarico di partite possono seriamente influenzare i risultati. L’allenatore quindi deve saper scegliere i giocatori giusti per ogni competizione, massimizzando il potenziale di tutti gli elementi della rosa.
Ultimo aggiornamento il 20 Ottobre 2024 da Marco Mintillo