Nel corso dei primi nove mesi del 2024, l’export del settore orafo italiano ha mostrato segni di vigorosa crescita, registrando un aumento del 37% rispetto all’anno precedente. Con un valore totale che ha toccato i 10,8 miliardi di euro, il comparto si appresta a eguagliare già il totale delle esportazioni registrate nel 2023. Nonostante una flessione del 9% nel mercato americano, il dato sottolinea l’importanza delle aziende orafe italiane come promotori del Made in Italy, valorizzate ulteriormente dal supporto di Federorafi e della sua presidente, Piaserico. Questi sviluppi sono stati evidenziati da Matteo Zoppas, presidente dell’Ice, nel suo intervento alla conferenza di apertura di Vicenzaoro.
L’Italia tra i leader dell’export globale
Il comparto orafo italiano ha recentemente raggiunto una posizione di rilievo nella classifica mondiale degli esportatori. Secondo quanto riportato da Zoppas, l’Italia ha scalato due posizioni, passando dal sesto al quarto posto tra i principali esportatori, dietro a India, Cina e Hong Kong. Questo avanzamento è attribuibile non solo all’aumento della produzione, ma anche alla qualità e al design distintivo dei prodotti italiani, che si distinguono nel mercato globale grazie al loro alto valore unitario.
La fiera Vicenzaoro si conferma come una piattaforma fondamentale per l’industria orafa, attirando l’attenzione di operatori internazionali. In quest’ultima edizione, l’Ice ha messo in campo oltre 500 buyer qualificati, punto di riferimento strategico per supportare l’espansione commerciale delle aziende del settore. Oltre a ciò, la presenza di più di 30 influencer e blogger provenienti da mercati chiave come India, Cina, Stati Uniti e Europa ha ulteriormente potenziato la visibilità della manifestazione a livello globale.
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Collaborazione sinergica e sfide tariffarie
Il percorso di crescita del settore orafo è supportato da un’alleanza strategica tra diverse istituzioni italiane, tra cui Ice, Sace, Simest e Cdp, assieme ai Ministeri Mimit e Maeci. Questa sinergia ha come obiettivo quello di sostenere il comparto nella sua espansione e affrontare le sfide emergenti, in particolare quelle legate alle misure protezionistiche.
Negli ultimi dieci anni, si è assistito a un notevole incremento delle barriere commerciali a livello mondiale, con il numero di misure protezionistiche che è passato da 380 a 2.800. Queste difficoltà rappresentano un ostacolo significativo per l’export italiano, in particolare verso mercati strategici come quello statunitense. Con l’ingresso della nuova presidenza negli Stati Uniti, ci si aspetta un aumento della domanda di prodotti italiani, contenendo però un’incognita rispetto all’evoluzione delle politiche tariffarie che potrebbero influenzare le esportazioni.
Zoppas ha sottolineato che, grazie a solidi rapporti bilaterali e all’azione proattiva del governo, ci sono buone probabilità di instaurare un dialogo proficuo per prevenire nuove restrizioni e garantire un flusso commerciale ottimale tra Italia e Stati Uniti. Tuttavia, la gestione di queste questioni rimane sotto la responsabilità dell’Unione Europea, evidenziando la necessità di coordinamento a livello continentale per affrontare le sfide future.