Crescita del turismo outdoor nel nord-est e nord-ovest spinge l’impatto economico in Italia nel 2025

Crescita del turismo outdoor nel nord-est e nord-ovest spinge l’impatto economico in Italia nel 2025

Il turismo outdoor in Italia nel 2025 cresce grazie al Nord-Est e Nord-Ovest, con oltre 8,8 miliardi di euro di impatto economico e un aumento delle presenze straniere nelle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna.
Crescita Del Turismo Outdoor N Crescita Del Turismo Outdoor N
Nel 2025 il turismo outdoor in Italia è trainato principalmente dal Nord-Est e Nord-Ovest, con un forte impatto economico e una crescente domanda di esperienze qualitative e diversificate. - Gaeta.it

Nel 2025 il settore del turismo outdoor in Italia continua a mostrare una forte presenza, trainata soprattutto dalle regioni del Nord-Est e del Nord-Ovest. Queste aree raccolgono gran parte delle presenze turistiche estere che scelgono vacanze all’aria aperta, contribuendo in modo significativo all’economia nazionale. I flussi di visitatori, la spesa diretta e indiretta dei turisti e i cambiamenti nelle abitudini di viaggio disegnano uno scenario complesso ma ricco di dinamiche importanti.

Il nord-est e il nord-ovest al centro dei flussi turistici outdoor

Le regioni del Nord-Est e del Nord-Ovest si confermano tra le mete più richieste nel 2025 per chi sceglie il turismo outdoor. Secondo i dati raccolti, queste macro-aree ospitano quasi il 60% delle presenze complessive nel settore. Nel dettaglio, il Nord-Est registra oltre 31 milioni di pernottamenti, mentre il Nord-Ovest supera i 9 milioni, con entrambi in crescita rispetto al 2024. Il fenomeno non è nuovo, ma mantiene un trend positivo legato soprattutto alla domanda degli stranieri, che preferiscono queste zone per le caratteristiche ambientali e l’offerta ricettiva strutturata. Le regioni di punta includono Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, che consolidano il loro ruolo anche tramite una maggiore attrattività per i visitatori esteri. Certamente, questa preferenza geografica rispecchia una tradizione consolidata ma è anche influenzata da investimenti nella qualità dei servizi e da una maggiore diversificazione delle proposte outdoor.

Offerte e caratteristiche ambientali

Le condizioni naturali favorevoli accompagnano un’offerta ricca che spazia da campeggi attrezzati a villaggi turistici con servizi dedicati, favorendo un turismo non limitato al semplice campeggio ma rivolto a un pubblico più ampio e attento alla qualità dell’esperienza. La vicinanza a aree urbane importanti e la buona accessibilità contribuiscono a mantenere alta la frequentazione, specialmente durante i periodi di alta stagione, ma anche in momenti dell’anno meno tradizionali, assecondando le nuove preferenze di spesa e tempo libero.

Impatto economico del turismo outdoor nel 2025, tra spesa diretta e indotto

L’analisi economica sul settore outdoor per il 2025 mostra un impatto diretto valutato intorno ai 4,97 miliardi di euro. Questa cifra rappresenta prevalentemente la spesa dei turisti per alloggi, attività ricreative, ristorazione e servizi collegati a formule di vacanza all’aperto. La spesa media giornaliera per persona arriva a circa 73 euro. Questi dati quantificano il contributo monetario del turismo outdoor alle economie locali e a livello nazionale.

Se si considera anche l’indotto generato da questa spesa primaria, cioè le spese secondarie e i riflessi sulle attività connesse come commercio, trasporti e servizi, la previsione totale supera gli 8,8 miliardi di euro. Tale valore sottolinea l’importanza economica di questo segmento turistico, che coinvolge un ampio numero di operatori e territori. La presenza di turisti favorisce inoltre l’occupazione stagionale anche in aree meno urbanizzate.

I dati inoltre permettono di leggere come, nonostante alcune difficoltà del mercato globale, il turismo all’aria aperta mantenga un ruolo chiave nel portare liquidità alle regioni interessate e nel sostenere una parte rilevante delle presenze turistiche nazionali.

Contributo alla crescita locale

L’espansione del turismo outdoor stimola investimenti in infrastrutture e servizi, migliorando la qualità dell’offerta e creando nuove opportunità per le economie regionali.

Fattori esterni e nuova percezione influenzano la domanda turistica outdoor

Le scelte dei viaggiatori in tema di turismo outdoor risentono ancora delle difficoltà internazionali e climatiche che negli ultimi anni hanno pesato sul turismo. L’instabilità geopolitica limita alcune rotte e affida un ruolo maggiore alla domanda interna e a mete nazionali più accessibili. Gli eventi meteorologici estremi dilatano i tempi di vacanza e spostano la preferenza verso periodi meno soggetti a fenomeni avversi.

L’inflazione e la stagnazione dei redditi spingono molti turisti a ridurre la durata dei soggiorni, preferendo vacanze brevi ma distribuite durante l’anno. Questo porta a una maggiore frammentazione della domanda e a un’attenzione più accurata alle offerte economiche e a periodi con meno affollamento. Un cambiamento importante riguarda la percezione stessa del turismo open air, che non è più visto solo come campeggio tradizionale, ma come un’esperienza più articolata e qualitativa. Strutture attrezzate, servizi più completi e formule di ospitalità diversificate attirano un pubblico più variegato e attento.

Operatori internazionali e nuovi modelli

L’ingresso in Italia di operatori internazionali riconosciuti, già noti all’estero, promette poi di rafforzare il richiamo verso la penisola, soprattutto tra quei viaggiatori che cercano confort e modelli organizzativi già sperimentati altrove.

I dati del 2024 confermano la forza del turismo estero nel settore outdoor

Il 2024 ha segnato una fase particolare per il turismo outdoor, con 67,8 milioni di presenze registrate in Italia. Si tratta di un aumento rispetto al 2019 del 1,4%, ma con un leggero calo rispetto al 2023 dello 0,6%. La componente straniera si è invece affermata con una crescita dell’1,7% e ha raggiunto il massimo storico di 37,6 milioni di presenze. Il mercato interno, al contrario, ha subito una diminuzione pari al 3,4%.

La maggiore concentrazione si è verificata nel Nord, dove si è registrato il 60% delle presenze totali outdoor, per un totale di circa 40,5 milioni, trainati dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. In questa area la crescita dei visitatori esteri rispetto al periodo pre-pandemia è stata consistente, pari al 18,2%. Questi numeri evidenziano come il turismo outdoor in Italia mantenga un ruolo di primo piano nell’attrattività internazionale e locale, con flussi legati sia a stagionalità che a scelte geografiche precise.

Le tendenze confermano dunque un’offerta che si sta adattando alle nuove richieste, puntando su qualità e diversificazione dell’esperienza, riuscendo a mantenere stabile la domanda anche in un contesto economico e ambientale complesso.

Change privacy settings
×