Cresce l'emergenza umanitaria in Libano, sfollati e rifugiati in cerca di sicurezza

Cresce l’emergenza umanitaria in Libano, sfollati e rifugiati in cerca di sicurezza

La crisi in Libano provoca un aumento degli sfollati e rifugiati siriani, con oltre 1,2 milioni costretti a fuggire. La situazione umanitaria è critica e richiede urgente supporto internazionale.
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Cresce l'emergenza umanitaria in Libano, sfollati e rifugiati in cerca di sicurezza - (Credit: www.vaticannews.va)

La crisi in Libano sta raggiungendo livelli allarmanti, con un numero crescente di sfollati interni e rifugiati siriani in fuga dalle aree colpite da conflitti. L’attività delle operazioni israeliane da tre settimane ha portato a un incremento significativo delle persone costrette a lasciare le loro case. Le testimonianze di Luca Ricciardi, responsabile dei programmi in Medio Oriente del Jesuit Refugee Service , offrono uno spaccato inquietante della situazione attuale.

La paura del conflitto prolungato

Negli ultimi giorni, la paura di un conflitto prolungato e di una degenerazione della situazione è palpabile tra gli sfollati libanesi e i rifugiati siriani. La testimonianza di Luca Ricciardi, raccolta da Beirut, evidenzia come le comunità più vulnerabili stiano vivendo un’emergenza asfissiante. La popolazione vive con l’angoscia di un conflitto a bassa intensità che potrebbe durare a lungo, un timore non infondato considerando l’attuale contesto. Gli sfollati sono per lo più libanesi residenti nelle aree colpite da bombardamenti e raid notturni, in particolare nelle regioni meridionali e orientali del Libano. Ciò ha già portato all’allontanamento forzato di oltre 1,2 milioni di persone, secondo stime delle Nazioni Unite.

Ricciardi sottolinea la drammaticità della situazione: mentre il numero di rifugiati provenienti dalla Siria aumenta, molti villaggi nel sud del Libano risultano inutilizzabili a causa della devastazione causata dagli attacchi. La società libanese, già provata da eventi traumatici passati come la guerra civile e l’esplosione del porto di Beirut nel 2020, si trova ad affrontare una nuova ondata di sfide. L’incertezza su dove tornare dopo il conflitto e la paura di rimanere senza una casa sono sentite dalla popolazione, con ricadute devastanti sulla loro psiche e il loro benessere fisico.

L’aumento degli sfollati e il ritorno verso la Siria

Ricciardi evidenzia come la situazione per i rifugiati siriani sia complessa. Non solo molti di loro si stanno muovendo all’interno del Libano, ma alcuni stanno tentando il ritorno in Siria, nonostante le gravi condizioni di sicurezza. La persistente guerra in Siria ha creato una crisi umanitaria che non accenna a placarsi, e il Libano, attualmente, ospita tra 1,5 e 2 milioni di rifugiati siriani. Il timore di una nuova escalation di conflitti sta creando un ciclo di sfollamenti in cui le persone cercano disperatamente un luogo sicuro.

Nonostante i raid aerei sporadici, la realtà sul campo è che le vie di collegamento tra Libano e Siria stanno diventando sempre più complicate. Gli attacchi hanno colpito anche i punti di transito cruciali, rendendo impossibile il trasferimento sicuro di rifugiati e sfollati. Le autorità locali e le organizzazioni umanitarie stanno cercando di monitorare e gestire il flusso di persone, ma le risorse sono limitate e la situazione continua a deteriorarsi.

Accesso ai servizi e supporto alle popolazioni vulnerabili

L’emergenza non riguarda solo l’allontanamento fisico dalle proprie case. Anche all’interno del Libano, i settori più colpiti dagli eventi bellici stanno affrontando una grave carenza di servizi di base. Ricciardi pone l’accento sulla necessità di garantire un accesso ai servizi minimi, inclusi quelli sanitari e di sicurezza, per le persone rimaste nelle aree interessate dal conflitto. Il supporto delle organizzazioni internazionali, della Croce Rossa e del governo libanese è fondamentale in questo frangente, ma gli sforzi si scontrano con le reali difficoltà operative sul campo.

Attualmente, sono circa 800 i rifugi governativi allestiti per accogliere i cittadini in difficoltà, ma sono già al collasso, e molte persone sono costrette ad accamparsi in spazi pubblici come il lungomare di Beirut. In molte piazze, centinaia di sfollati vivono in condizioni precarie, senza avere la certezza su dove potranno trovare riparo. La risposta della comunità locale è apprezzabile con diverse piccole organizzazioni di volontariato che si attivano per fornire generi di prima necessità, come cibo e materassi, ma l’urgente necessità di un sostegno organizzato rimane evidente.

Il Jesuit Refugee Service sta facendo la sua parte, gestendo direttamente due rifugi per comunità di migranti e sfollati. La preziosa esperienza accumulata in decenni di operatività ha permesso loro di stabilire legami solidi con diverse comunità migranti, i cui membri ora si rivolgono al Jrs come primo punto di accesso per assistenza e protezione. La situazione è complessa e in continua evoluzione, in un contesto in cui la vita di migliaia di persone è sospesa e vulnerabile.

Ultimo aggiornamento il 19 Ottobre 2024 da Laura Rossi

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