Il mondo dell’ecommerce cambia in fretta e chi vende online lo sa bene. Attivare campagne su Google Ads sembra una scorciatoia semplice per vendere di più, ma senza preparare il terreno si rischia solo di sprecare budget. In questo articolo spieghiamo quali sono i passaggi fondamentali per partire con il piede giusto, partendo dalla struttura del sito fino alle strategie più adatte per ogni tipo di campagna. Abbiamo raccolto indicazioni precise da Area Design, agenzia di Salerno specializzata in ecommerce, per raccontare cosa serve davvero prima di cliccare su “avvia campagna”.
Preparare il sito web: le basi per non perdere clienti al primo click
Il primo elemento imprescindibile è il sito stesso, che deve garantire un’esperienza di acquisto senza intoppi. La velocità di caricamento influisce sull’interesse iniziale: un sito lento vede subito aumentare l’abbandono. Il design deve essere mobile-friendly, visto che gran parte degli utenti naviga da smartphone o tablet. Un checkout snello, con pochi passaggi e senza distrazioni, evita che chi ha scelto il prodotto rinunci al momento di pagare.
Le pagine prodotto richiedono un’attenzione particolare. Titoli generici o descrizioni copiate dal fornitore non aiutano. Bisogna dettagliare caratteristiche chiare, inserire immagini professionali e fornire tutte le informazioni utili. Facendo così, il cliente comprende subito il valore del prodotto e viene guidato verso la decisione d’acquisto. Senza questi accorgimenti, anche la migliore campagna pubblicitaria può rivelarsi inutile.
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Configurare tracciamento e dati: il cuore dell’ottimizzazione
Non si arriva da nessuna parte senza dati precisi. Per questo, occorre installare Google Analytics 4 e configurare correttamente il tag di conversione. Solo monitorando con precisione le azioni degli utenti si può capire cosa funziona. Il collegamento con Google Merchant Center è un altro passaggio fondamentale per alimentare le campagne Shopping e Performance Max con dati accurati sui prodotti.
Un tracciamento inefficiente porta a decisioni errate e sprechi di budget. Senza informazioni affidabili sul comportamento degli utenti, non si può migliorare la resa della pubblicità. Dopo aver impostato tutto correttamente, si avrà una mappa chiara delle interazioni e un controllo reale dell’investimento pubblicitario.
Scegliere la strategia giusta: da dove partire con google ads
Non ha senso sponsorizzare l’intero catalogo senza una direzione. Una strategia efficace parte dall’individuare i prodotti da promuovere: prodotti con margini elevati, best seller o articoli con vantaggi competitivi evidenti. Suddividere il budget tra acquisizione di nuovi clienti e campagne di remarketing aiuta a ottimizzare gli investimenti.
Lavorare in modo mirato permette di allocare risorse su ciò che genera più valore. La segmentazione delle campagne e la scelta degli obiettivi influenzano le impostazioni degli annunci e il pubblico da raggiungere.
Campagne google ads più indicate per ecommerce e come sfruttarle
Tra le opzioni di Google Ads, Performance Max è molto usata per la sua copertura su tutti i canali Google: ricerca, YouTube, Gmail e display. Funziona bene se alimentata da feed prodotto dettagliati e immagini di qualità, altrimenti l’algoritmo lavora senza riferimenti solidi. Il risultato può essere al di sotto delle aspettative.
Le campagne Shopping restano centrali per chi vuole vendere. Mostrano direttamente ai potenziali clienti immagine, prezzo e nome del prodotto nei risultati di ricerca. Chi clicca è già orientato all’acquisto. La qualità del feed prodotto qui fa la differenza. Organizzare le campagne per categoria o margine aiuta anche a gestire meglio offerte, controlli e budget.
Le campagne Search intercettano chi cerca un prodotto specifico, ma serve attenzione a usare parole chiave precise e a coda lunga. Meglio puntare su query dettagliate e transazionali che attirano utenti pronti a comprare, con annunci chiari e landing page coerenti.
Display e YouTube sono più indicati per ricontattare chi ha già mostrato interesse o per migliorare la visibilità del brand. Non producono quasi mai vendite immediate da pubblico freddo. Promuovere video o banner a chi ha abbandonato il carrello può invece incidere sulle conversioni.
Monitorare e ottimizzare: dal lancio al miglioramento continuo
Dopo l’attivazione delle campagne serve un controllo costante. Il ROAS indica quanto si guadagna rispetto a quanto si spende, ma non basta misurare solo quello. Si devono osservare anche il costo per clic , la percentuale di click sugli annunci e il tasso di conversione sul sito per avere un quadro completo.
Occorre capire se le vendite arrivano da nuovi clienti o da chi è già acquisito. Separate campagne brand permettono di valutare meglio i risultati. Il remarketing, segmentando gli utenti in base a comportamenti specifici come tempo trascorso sul sito o prodotti visitati, migliora l’efficacia degli annunci rivolti a chi non ha ancora comprato.
Il testing è un passaggio essenziale. Provare varianti di annunci, immagini o call to action aiuta a individuare ciò che funziona meglio. Cambiamenti lievi spesso apportano miglioramenti significativi sul lungo periodo, mantenendo viva la performance delle campagne.