Corpo senza vita del pilota argentino di parapendio recuperato sul monte bianco oltre 4mila metri

Corpo senza vita del pilota argentino di parapendio recuperato sul monte bianco oltre 4mila metri

Un pilota argentino di parapendio muore sul monte Bianco sopra i 4000 metri; il recupero, complicato dal maltempo e dalla zona impervia della cresta del Brouillard, è stato effettuato dal soccorso valdostano.
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Un pilota argentino di parapendio è stato trovato morto sul versante italiano del Monte Bianco, a oltre 4000 metri, dopo un incidente avvenuto durante un volo da Chamonix. Le difficili condizioni meteo hanno rallentato il recupero da parte delle squadre di soccorso alpine valdostane e francesi. - Gaeta.it

Un pilota argentino di parapendio è stato trovato morto sul versante italiano del monte Bianco, a quota superiore ai 4000 metri. Il recupero è avvenuto nella mattina di venerdì 6 giugno 2025, dopo giorni di stop causati dal maltempo. Il fatto ha coinvolto le squadre di soccorso alpine valdostane e ha interessato una zona di difficoltoso accesso: la cresta del Brouillard, nei pressi del Picco Luigi Amedeo.

La dinamica dell’incidente e il volo partito da chamonix

L’incidente ha avuto origine mercoledì mattina 4 giugno, quando il pilota ha preso il volo nella zona del Brévent, vicino a Chamonix, in Francia. Era in compagnia di un amico, che ha concluso la sua attività intorno a mezzogiorno. Il pilota argentino invece ha deciso di proseguire il volo da solo. Il mancato rientro ha subito allarmato i soccorritori francesi, che nella tarda serata di mercoledì hanno attivato le ricerche. La segnalazione è poi stata condivisa con le autorità italiane intorno all’una e mezza della notte tra mercoledì e giovedì.

Purtroppo, le condizioni meteo sono peggiorate durante la notte, impedendo di raggiungere il pilota in quota. Due tentativi di sorvolo tra giovedì mattina e le prime ore del giorno successivo si sono conclusi senza successo. Solo verso le sei e mezza del mattino è arrivata una breve schiarita che ha permesso di scorgere il corpo del pilota, ma non di recuperarlo sul momento.

Le difficoltà del soccorso in alta quota e condizioni avverse

Le operazioni di recupero si sono rivelate particolarmente complesse. Il punto in cui si trovava il pilota è una zona aspra e difficile da raggiungere, lungo la cresta del Brouillard, sopra i 4000 metri. Le condizioni meteo avverse hanno costretto a sospendere le operazioni per giorni, a causa di vento forte, nuvole e scarsa visibilità.

Il rischio aggiuntivo è venuto dall’utilizzo dell’elicottero per recuperare la salma. L’impatto del rotor sul parapendio appeso a uno spuntone di roccia avrebbe potuto gonfiare la vela, progressivamente più instabile e pericolosa per la sicurezza degli uomini a terra e per l’efficacia del recupero. Per questo l’intervento ha richiesto massima cautela e tempi dilatati.

Solo con un miglioramento della meteorologia, il soccorso alpino valdostano è riuscito a compiere il recupero nella mattina odierna 6 giugno, tra i ghiacci e le rocce dei 4000 metri del Picco Luigi Amedeo.

La risposta dei soccorsi e le tempistiche dell’intervento

Il soccorso alpino francese e italiano ha agito in stretta collaborazione seguendo le procedure previste per incidenti in montagna così isolati e pericolosi. Appena ricevuta la segnalazione, nella notte tra mercoledì e giovedì, sono state attivate le squadre di ricerca e sorvoli aerei per individuare il pilota. Le due missioni a confronto mattutino sono state interrotte proprio per le condizioni instabili.

L’attesa per il miglioramento del tempo ha pesato sull’intervento, ma ha evitato rischi maggiori per i soccorritori, evitando di tentare con vento o visibilità scarsa. Il recupero è avvenuto nella prima mattina in cui le condizioni hanno consentito un lavoro sicuro e ben coordinato.

Il monte bianco zona di confine tra francia e italia

Nella zona di confine tra Francia e Italia, sul monte Bianco, questo incidente ricorda le difficoltà e i pericoli della montagna ad alta quota. L’intervento mette in luce l’impegno e la professionalità delle squadre di soccorso alpine, che operano in scenari estremi con strumenti all’avanguardia, ma che devono confrontarsi con variabili naturali avverse.

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