Negli ultimi giorni i carabinieri hanno intensificato le verifiche nelle campagne pontine per individuare irregolarità legate al caporalato. L’attenzione si è concentrata su un’azienda agricola di Sperlonga dove sono emerse alcune mancanze importanti nella tutela dei lavoratori. La pressione delle forze dell’ordine punta a garantire condizioni di lavoro più sicure e rispettose delle normative, soprattutto in un contesto che riguarda migranti e stagionali.
Ispezioni mirate nelle aziende agricole di sperlonga
Le operazioni hanno visto la collaborazione tra i carabinieri e il nucleo ispettorato del lavoro di Latina. L’obiettivo era monitorare il rispetto delle normative sulla sicurezza sul lavoro, con particolare attenzione alla presenza di lavoratori assunti regolarmente e alle condizioni ambientali sul posto di lavoro. A Sperlonga, in un’azienda gestita da un imprenditore di 61 anni, i controlli hanno rivelato una carenza importante: il documento di valutazione dei rischi non prevedeva una parte fondamentale, quella dedicata al microclima.
Questa omissione non è da sottovalutare perché i braccianti agricoli spesso affrontano periodi di forte calura, soprattutto nella stagione estiva, e la legge richiede la valutazione e l’attuazione di misure per prevenire danni da esposizione alle alte temperature. Le forze dell’ordine hanno perciò evidenziato che l’assenza di questa parte nel documento rappresenta un mancato rispetto delle norme di sicurezza.
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Conseguenze legali e sanzioni per il titolare dell’azienda
Il titolare dell’azienda agricola, residente nella provincia pontina, è stato denunciato a piede libero per la mancanza della valutazione dei rischi connessi agli agenti fisici, in particolare per l’assenza di misure contro esposizioni rischiose al microclima. Accanto alla denuncia, è stata comminata una sanzione amministrativa di 700 euro. Questo tipo di interventi ha lo scopo di sensibilizzare i datori di lavoro sull’importanza di garantire un ambiente di lavoro che tenga conto di tutte le possibili fonti di pericolo per i lavoratori.
Le autorità ribadiscono che le mancanze nella prevenzione possono mettere a rischio la salute dei lavoratori stagionali, la maggior parte migranti, esposti a condizioni difficili e spesso poco tutelate. La sanzione amministrativa rappresenta una risposta concreta alla trasgressione delle regole sulla sicurezza sul lavoro.
Verifica dei contratti di lavoro dei braccianti agricoli
Durante il controllo, i carabinieri hanno analizzato anche la posizione lavorativa di sei braccianti impegnati nell’azienda: cinque di nazionalità indiana e uno pakistana. Tutti risultavano regolarmente assunti, con contratti in regola e documenti validi per la presenza in Italia. Questo dato è significativo, perché conferma che almeno in questo caso il datore di lavoro ha rispettato l’obbligo di regolarizzare i rapporti con i lavoratori, cosa non sempre scontata in certi contesti agricoli.
Gli accertamenti si sono concentrati quindi anche su questo aspetto per escludere forme di lavoro clandestino o sfruttamento illegale. La regolarità dei contratti costituisce un passo fondamentale per combattere il caporalato e migliorare le condizioni nei campi, ma non basta da sola se non accompagnata da adeguate misure di sicurezza ambientale come previsto dalla normativa.
L’attenzione delle forze dell’ordine rimane alta, con controlli che si estenderanno anche ad altre realtà agricole della provincia. La lotta al caporalato passa attraverso monitoraggi continui e interventi su più fronti, per garantire tutele sia dal punto di vista contrattuale che della salute sul lavoro.