I corrieri impegnati nelle consegne a domicilio per esselunga hanno manifestato oggi alla sede centrale di pioltello. La protesta coinvolge addetti provenienti da diverse città lombarde e dell’Emilia-Romagna. Le ragioni dello sciopero affondano in una vertenza aperta da mesi, legata al mancato riconoscimento di indennità e agli aspetti contrattuali del lavoro svolto tramite aziende in appalto. Il blocco delle trattative ha spinto i lavoratori a scendere in piazza per reclamare condizioni più eque e trasparenti.
Lo sciopero interregionale e le modalità della protesta
Questa mattina, corrieri provenienti da bergamo, verona, parma, bologna, monza e milano si sono ritrovati davanti alla sede esselunga di pioltello. L’iniziativa, comunicata dalla cgil, si inserisce in uno sciopero che coinvolge varie regioni. L’obiettivo è sottolineare il disagio e chiedere risposte concrete all’azienda. La presenza di lavoratori da zone geografiche diverse evidenzia la portata diffusa della vertenza, estesa ben oltre il perimetro locale.
I manifestanti denunciano un sistema in cui i compiti e gli impegni quotidiani sono cambiati, senza un adeguato riconoscimento economico o contrattuale. La consegna a domicilio si è evoluta in diverse attività aggiuntive, tra cui portare la spesa al piano, ma questo servizio non è previsto nel contratto originario. Le aziende appaltatrici – deliverit, b&v logistics e cap delivery – sono chiamate in causa dai sindacati per non aver garantito un compenso corretto per questa mansione extra.
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I nodi della vertenza e le richieste sindacali
Il problema centrale scaturisce dalla mancata autorizzazione di un’indennità specifica per la consegna al piano, attività richiesta ma non esplicitata nei contratti di lavoro. Questo aspetto ha bloccato la trattativa nazionale che si è interrotta il 15 luglio senza una soluzione condivisa. La richiesta dei corrieri è di un riconoscimento equo per l’attività extra, in modo da garantire un compenso adeguato senza sottrarre altri diritti.
Pierluigi costelli, rappresentante della filt cgil bergamo, ha denunciato come le proposte delle aziende appaltatrici risultino inaccettabili. Sul tavolo sono state messe soluzioni condizionate quindi al sacrificio di diritti legati allo straordinario o altri istituti previsti dalla contrattazione territoriale. In pratica, i lavoratori dovrebbero rinunciare a tutele per ottenere solo un piccolo aumento giornaliero, pari a 2 euro.
Costelli ha chiarito inoltre che le cifre spesso pubblicizzate dalle aziende, come gli 2000 euro in più, non derivano dall’accordo sindacale su questa vertenza ma dal rinnovo del contratto nazionale del dicembre 2024. Questo aumento non è tuttavia applicato sempre nelle modalità corrette, creando ulteriore malcontento fra i rider.
Richieste di un confronto aperto su sicurezza e condizioni di lavoro
Dal presidio di pioltello è stata avanzata una richiesta precisa: riaprire un confronto con esselunga e le società appaltatrici. Questo tavolo dovrebbe presentare proposte concrete per affrontare temi fondamentali. Si parla di sicurezza sul lavoro, con particolare attenzione alle condizioni dei mezzi utilizzati e all’organizzazione del carico di lavoro. Inoltre, i lavoratori chiedono che si garantisca la parità di trattamento tra tutti coloro che operano nel settore, evitando disparità economiche o normative ingiustificate.
Le condizioni di lavoro emergono come punti critici non solo dal punto di vista economico ma anche di tutela personale. La manutenzione e l’idoneità dei veicoli, le norme sulla sicurezza durante la consegna e l’orario di lavoro sono al centro delle lamentele. Gli addetti ritengono che affrontare queste questioni sia indispensabile per migliorare la qualità del lavoro e prevenire situazioni di rischio.
Uno sciopero che punta a un futuro migliore
Lo sciopero di oggi ha mostrato un fronte compatto tra i lavoratori, con l’intento di ottenere risposte esaustive dal gruppo esselunga e dai suoi partner logistici. La protesta prosegue fino a quando non si apriranno nuove trattative con proposte concrete, capace di tutelare i diritti di chi porta la spesa a casa degli italiani.