Una coppia della provincia di Vicenza è finita sotto indagine con l’accusa di omicidio volontario, per aver impedito al figlio adolescente affetto da cancro di ricevere cure adeguate. Il ragazzo è deceduto all’inizio del 2024 presso l’ospedale San Bortolo di Vicenza. La vicenda, emergendo dall’attività dei servizi sociali locali, ha suscitato l’attenzione della magistratura e ora prosegue con ipotesi di reato gravi a carico dei genitori.
La segnalazione dei servizi sociali e l’intervento della magistratura
Il caso è emerso dopo la segnalazione dei servizi sociali del comune dove abitava la famiglia. Gli operatori avevano rilevato possibili negligenze sulle cure per il ragazzo. A quel punto la vicenda è stata riferita alla Procura della Repubblica per i minorenni di Venezia, che ha avviato indagini volte a raccogliere elementi sulla situazione sanitaria del giovane. Quando la malattia del ragazzo si è aggravata, la competenza è passata alla Procura ordinaria di Vicenza, che ha continuato a esaminare il caso.
Le prime ipotesi riguardavano la mancata somministrazione delle terapie necessarie per il cancro diagnosticato al ragazzo. L’indagine ha coinvolto visite mediche e consulenze da parte di professionisti nominati dalla Procura, con l’intento di accertare se nelle scelte terapeutiche dei genitori ci fossero comportamenti contrari al benessere dell’adolescente.
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Le accuse e il ruolo della consulenza medica
Lo studio medico incaricato dalla Procura ha valutato la documentazione clinica e ha eseguito una visita sull’adolescente quando era ancora in vita. Secondo il consulente, il ragazzo non aveva ricevuto le cure indispensabili a fronte della diagnosi di cancro. Questa valutazione ha gettato nuova luce sulla vicenda, sostenendo la possibilità di condotte che abbiano ostacolato i trattamenti medici.
La polizia giudiziaria ha approfondito le scelte di cura dei due genitori, ricostruendo gli eventi legati all’assistenza sanitaria del giovane. Le indagini hanno compreso l’ascolto di testimonianze e l’acquisizione di documenti medici per comprendere con precisione il percorso terapeutico seguito e le eventuali omissioni.
Il procedimento legale e le posizioni degli indagati
Gli inquirenti ipotizzano un reato grave, quello di omicidio volontario, che potrebbe condurre la coppia a processo davanti alla Corte d’Assise. L’accusa verte sulla loro responsabilità nell’aver impedito un trattamento efficace a un minore malato, fino al suo decesso.
Gli avvocati difensori, Jacopo e Lino Roetta, hanno espresso sorpresa riguardo alle accuse, definendole un’enormità. Secondo loro, i genitori già vivono una sofferenza profonda per la perdita del figlio, che considerano un “ergastolo” personale. I legali sottolineano di voler analizzare con attenzione gli atti per valutare nel dettaglio la posizione dei loro assistiti e preparare la difesa. L’iter processuale seguirà ora le fasi previste per casi di questa natura.
Richiamo alle responsabilità nelle cure dei minori
Questa vicenda richiama l’attenzione sulle responsabilità nella cura dei minori, con conseguenze legali pesanti quando emergono trascuratezze gravi. Le prossime udienze chiariranno il quadro dei fatti e il ruolo dei genitori nella tragica morte del giovane vicentino.