Negli ultimi anni il dibattito tra sostenitori del vino naturale e produttori convenzionali si è intensificato, coinvolgendo appassionati, tecnici e ricercatori. A veronafiere, durante enoforum 2025, un seminario ha messo al centro del discorso la necessità di comunicare con chiarezza il lavoro che c’è dietro ogni bottiglia, soprattutto quello della comunità scientifica impegnata a coniugare identità, sicurezza e salubrità del vino. In un contesto dove la natura viene spesso idealizzata, emerge la consapevolezza che senza conoscenze precise non si possono raggiungere risultati di qualità elevata.
L’importanza della conoscenza nella produzione del vino
Il seminario “i vini della conoscenza” ha sottolineato un punto cruciale: la qualità del vino non nasce semplicemente dal “fare meno” in vigna o in cantina. L’idea che l’intervento umano debba limitarsi al minimo è diffusa, ma gli esperti spiegano che questa visione rischia di semplificare troppo un mondo complesso. Lo sforzo di migliaia di tecnici, enologi e ricercatori ogni giorno si concentra su come mantenere le caratteristiche distintive del vino rispettando la salute del consumatore e dell’ambiente.
Un dialogo con il consumatore
Il dibattito ruota attorno a equilibri difficili. Gli addetti ai lavori denunciano che spesso i consumatori ricevono messaggi parziali o contraddittori. La varietà di standard e certificazioni legate alla sostenibilità, ad esempio, conta ben 64 marchi diversi solo in italia, creando confusione tra gli appassionati. Per orientarsi è necessario un approccio basato su dati concreti e trasparenza nelle pratiche produttive.
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Negli ultimi anni molte aziende vitivinicole italiane hanno adottato tecniche mirate a ridurre l’impatto ambientale e la quantità di sostanze chimiche impiegate. Un esempio significativo è la diffusione dei vitigni piwi, che presentano una naturale resistenza a molte malattie, permettendo una drastica riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari in vigneto. Altre aziende si concentrano sulla selezione di lieviti più efficienti o sulla progettazione di sistemi di coltivazione capaci di resistere meglio allo stress idrico causato dal cambiamento climatico.
Un triplice percorso di ricerca
Questi tre filoni di ricerca — minor uso di input in vigneto, riduzione degli interventi in cantina e valorizzazione del recupero dei sottoprodotti aziendali — rappresentano una trasformazione concreta nel mondo del vino. Ogni scelta viene calibrata per conciliare le esigenze produttive con il rispetto per l’ambiente, senza sacrificare il carattere e la qualità finale del prodotto.
Evoluzione del linguaggio e degli standard per comunicare il vino
Anche i metodi di valutazione e comunicazione del vino stanno cambiando, per riflettere il nuovo approccio enologico. Il direttore di onav, francesco iacono, ha evidenziato una modifica importante: la scheda ufficiale di assaggio non prende più in considerazione la limpidezza come indice di qualità. Questo segno di novità nasce dall’esperienza e dalla ricerca, che mostrano come certi parametri storici siano meno rilevanti oggi.
Nuove prospettive per il racconto del vino
La riforma degli standard di valutazione spinge chi racconta il vino — giornalisti, sommelier, esperti — a aggiornare il linguaggio per trasmettere in modo più fedele e comprensibile le caratteristiche delle nuove produzioni. In questo modo il consumatore potrà meglio apprezzare le differenze senza false aspettative o giudizi basati su criteri superati.
La scienza come alleato per il consumatore di vino
Guardando avanti, la sfida rimane quella di far diventare la scienza e la tecnologia strumenti accessibili e percepiti come risorse dai clienti. La ricerca nel campo vitivinicolo propone soluzioni che tutelano il gusto ma anche la salute, valori centrali per chi compra vino oggi. Diffondere una cultura basata sulla conoscenza aiuta a orientarsi tra le varie offerte sul mercato e a capire cosa si nasconde dietro ogni etichetta.
Diventa quindi fondamentale per chi opera nel settore stabilire un dialogo più diretto con il pubblico, mettendo a disposizione dati e spiegazioni semplici ma accurate. Solo così il consumatore potrà scegliere con consapevolezza e apprezzare davvero la complessità che accompagna ogni bottiglia.