Confermata la condanna a 21 anni per l’omicidio di milena calanchi a Modena

Confermata la condanna a 21 anni per l’omicidio di milena calanchi a Modena

La corte di assise di appello di Bologna conferma la condanna a 21 anni per Carlo Evangelisti, accusato dell’omicidio della madre Milena Calanchi avvenuto a Modena nel novembre 2021.
Confermata La Condanna A 21 An Confermata La Condanna A 21 An
La corte di assise di appello di Bologna ha confermato la condanna a 21 anni per Carlo Evangelisti, ritenuto colpevole dell’omicidio della madre Milena Calanchi, avvenuto a Modena nel novembre 2021. - Gaeta.it

La corte di assise di appello di Bologna ha confermato la pena di 21 anni per Carlo Evangelisti, accusato dell’omicidio della madre, Milena Calanchi. La donna, 71 anni, è stata trovata morta nella loro abitazione a Modena tra il 15 e il 16 novembre 2021. Il processo ha visto confrontarsi accusa e difesa sulla dinamica e la qualificazione del reato.

Il processo di appello e la conferma della sentenza

Nella seduta di appello della corte di Bologna, presieduta da Pierluigi Stigliano, la sentenza di primo grado è stata quasi interamente confermata. L’imputato, Carlo Evangelisti, era stato condannato a 21 anni per l’omicidio della madre Milena Calanchi, che è morta nella casa di via Manzini a Modena. La sostituta procuratrice generale Gabriella Tavano aveva chiesto la conferma della condanna, basandosi sulle evidenze emerse nel processo.

La conferma della sentenza segna un passaggio importante nel percorso giudiziario, perchè ribadisce la valutazione della corte sul coinvolgimento di Evangelisti nell’omicidio. La difesa, rappresentata dall’avvocato Luca Sebastiani, ha provato a sollevare dubbi importanti, ma senza ottenere modifiche rilevanti nella decisione. Il tribunale ha valutato con rigore le testimonianze e le perizie, arrivando a una decisione chiara.

Le richieste della difesa e le criticità tecniche del caso

L’avvocato Luca Sebastiani, subentrato all’avvocato Roberto Ghini dopo il primo grado, ha puntato su una strategia di revisione della prova. Ha richiesto una rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale per far nominare un consulente tecnico d’ufficio specializzato in medicina legale, con l’obiettivo di esaminare di nuovo la documentazione esistente. La difesa ha sottolineato le divergenze tra le conclusioni dei consulenti di accusa e quelli di difesa nel primo processo, evidenziando incertezze sulle cause e sulle modalità della morte di Milena Calanchi.

Questa richiesta di approfondimento era finalizzata a ottenere una nuova valutazione tecnica più favorevole all’imputato. Sebastiani ha inoltre chiesto di riqualificare il reato da omicidio volontario a omicidio colposo o preterintenzionale, cioè senza dolo diretto di uccidere la madre. Ha chiesto anche l’esclusione dell’aggravante legata ai maltrattamenti in famiglia e la concessione di attenuanti generiche in misura prevalente. Queste richieste puntavano a una pena più lieve.

Dettagli dell’omicidio e contesto familiare

Milena Calanchi aveva 71 anni ed è morta in un contesto domestico, nella sua abitazione a Modena, dove viveva insieme al figlio Carlo Evangelisti. I fatti sono risalenti tra il 15 e il 16 novembre 2021. Non sono state fornite ulteriori informazioni precise sulle cause della morte, ma il procedimento ha fatto emergere un possibile quadro di maltrattamenti e contrasti tra madre e figlio, che hanno condotto a questa tragica conclusione.

Le indagini e il processo hanno esaminato le condizioni di vita della donna, eventuali segni di violenza e maltrattamenti precedenti, e la dinamica degli eventi che hanno portato alla sua morte improvvisa. La presenza della magistratura ha permesso di ricostruire con attenzione cronologia e responsabilità.

Ruolo della corte di assise di appello di Bologna

La corte bolognese, presieduta da Pierluigi Stigliano, ha svolto un ruolo decisivo nel confermare la sentenza del primo grado. Dopo aver valutato le prove raccolte, le richieste della difesa e le argomentazioni della pubblica accusa, la corte ha ritenuto che la condanna a 21 anni fosse adeguata rispetto al reato contestato.

L’esito del processo di appello rappresenta una tappa cruciale nella giustizia per il caso di omicidio a Modena. La corte ha lavorato su una mole di prove e consulenze tecniche complesse, mantenendo una linea rigorosa nel giudizio. La decisione potrà comunque essere ulteriormente impugnata nelle sedi successive, se l’imputato o la difesa lo riterranno opportuno.

Change privacy settings
×