La vicenda riguarda un giovane libraio di Rocca San Felice trovato colpevole di una truffa legata al Bonus Cultura 18 App. L’uomo, 25enne, è stato condannato a due anni, sei mesi e dieci giorni di carcere, oltre a una multa di quattro mila euro. Il provvedimento è stato emesso a seguito di un patteggiamento, con il rigetto della sospensione condizionale della pena. Dietro l’accusa di truffa aggravata e riciclaggio c’è una complessa sottrazione dei fondi destinati ai giovani beneficiari, rivelata da indagini coordinate dalla Procura di Avellino e sostenute dalle attività della Guardia di Finanza.
Dettagli della condanna e modalità del patteggiamento
Il 25enne E.L., proprietario di una libreria a Rocca San Felice, ha scelto di patteggiare al termine del processo avviato per una truffa legata ai Bonus Cultura. La sua difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Pecchia, ha avanzato la richiesta di patteggiamento accolta dai magistrati, inclusa la procura. Il verdetto include una condanna penale di due anni e mezzo e una multa di 4 mila euro, mentre la richiesta di sospensione condizionale è stata respinta.
L’uomo è accusato di aver organizzato un sistema fraudolento tra maggio 2022 e novembre 2023. Lo scopo era sottrarre indebitamente i fondi destinati ai ragazzi appena maggiorenni, che in teoria avrebbero potuto impiegare 500 euro per libri e altre attività culturali grazie al Bonus 18 App. La condanna formalizza la misura restrittiva, decisa dopo un iter giudiziario che ha chiarito responsabilità e metodi usati.
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Come si è svolta la truffa ai danni dei beneficiari del bonus cultura
Secondo l’accusa, E.L. ha persuaso 837 giovani, quasi tutti diciottenni, a utilizzare una pagina web falsificata, che riproduceva il logo ministeriale. La piattaforma, creata dal libraio, prometteva loro la possibilità di convertire i 500 euro del Bonus Cultura in denaro liquido. In realtà, non esisteva alcun sistema ufficiale per trasformare il credito in contante.
Quando i ragazzi inviavano codice e QR code delle loro tessere digitali per riscattare il bonus, il libraio riusciva a svuotare le carte, prelevando le somme assegnate a ciascun beneficiario. A quel punto, i soldi venivano trasferiti in modo illecito verso conti esteri. La strategia ha permesso a E.L. di accumulare una somma ingente, sottraendola ai legittimi titolari.
Ecco come si sono concretizzati i reati di truffa aggravata e riciclaggio contestati. La truffa non coinvolgeva solo le vittime dirette ma anche gli istituti che gestiscono i fondi pubblici destinati agli under 18.
Indagini della guardia di finanza e il tracciamento dei fondi
Le indagini, coordinate dal pm Luigi Iglio, hanno visto impegnati i finanzieri della sezione di polizia giudiziaria di Avellino. Attraverso l’esame dettagliato dei movimenti bancari connessi a conti correnti nella provincia irpina, gli inquirenti sono risaliti ai trasferimenti internazionali delle cifre sottratte.
Sono stati individuati due conti esteri coinvolti nelle operazioni: uno in Estonia, a Tallin, e un altro in Lussemburgo. Qui sono confluiti più di 300 mila euro, gran parte delle somme illecitamente prelevate. La scoperta dei due bonifici ha rappresentato una prova decisiva nell’inchiesta.
Ricostruzione delle operazioni illecite
Il monitoraggio e l’intercettazione delle transazioni hanno permesso di ricostruire la rete di riciclaggio del denaro. Le Fiamme Gialle hanno agito sui flussi finanziari, bloccando parte delle risorse e documentando quanto avvenuto in oltre un anno e mezzo di attività illecite. Sul ruolo del giovane libraio pesano non solo le accuse di truffa ma anche la responsabilità nel gestire questi trasferimenti internazionali.
Il caso rappresenta un esempio di come i bonus destinati al welfare culturale possano diventare oggetto di manomissione da parte di operatori privati. Le forze dell’ordine hanno rilevato schemi precisi per sottrarre denaro pubblico, approfondendo i legami tra le azioni criminali e le vie finanziarie nei paradisi fiscali europei.