Comune di pescara e regione abruzzo contro nuove limitazioni nel piano di difesa dalle alluvioni

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Il confronto tra Comune di Pescara, Regione Abruzzo e Autorità di bacino dell’Appennino centrale si è concentrato sull’aggiornamento del Piano stralcio per la difesa dalle alluvioni del fiume Aterno-Pescara, pubblicato a luglio 2025. Le modifiche proposte hanno generato preoccupazioni sul possibile impatto negativo sul territorio abruzzese, con rischi di limitazioni sulle attività edilizie e produttive. Il dibattito coinvolge anche tempi e modalità di approvazione, assieme alle strategie di mitigazione dei rischi idraulici.

Criticità dell’aggiornamento del piano stralcio per le alluvioni

Il piano stralcio, pubblicato il 9 luglio 2025, introduce nuove restrizioni per prevenire esondazioni e alluvioni lungo il fiume Aterno-Pescara. Secondo i rappresentanti del Comune di Pescara e della Regione Abruzzo, tali limitazioni potrebbero paralizzare lo sviluppo di ampie zone, rendendo inedificabili e inutilizzabili superfici significative del territorio. Alcune attività produttive rischiano di dover sospendere lavori in corso, con effetti economici rilevanti.

Le istituzioni locali hanno denunciato, in particolare, la mancanza di confronto preliminare con gli enti interessati. Questo ha sollevato dubbi sulla trasparenza e sul coinvolgimento dei soggetti chiamati a osservare e adeguarsi al piano. Le decisioni sono arrivate in modo repentino senza opportunità di dialogo approfondito, aggravando così il potenziale impatto sul territorio e sulle comunità locali.

La partecipazione degli enti locali all’incontro di roma

Il 2025 a Roma si è svolto un incontro tra Comune di Pescara, Regione Abruzzo e Autorità di bacino dell’Appennino centrale per discutere il piano aggiornato. Per il Comune, erano presenti il sindaco Carlo Masci, il consigliere delegato Marcello Antonelli e la dirigente Emilia Fino. Dalla Regione Abruzzo hanno partecipato il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri e i dirigenti competenti.

L’Autorità di bacino ha adottato una posizione aperta al confronto, dichiarandosi disponibile a collaborare durante la fase di presentazione delle osservazioni al piano, previste entro il termine dell’8 agosto. L’obiettivo dichiarato è la rapida valutazione anche delle segnalazioni che arriveranno dai privati cittadini o dalle imprese direttamente coinvolte dalle misure. Questo passaggio rappresenta un tentativo di mitigare le tensioni nate attorno al testo del piano.

Le prospettive del nuovo piano di assetto idrogeologico

L’Autorità di bacino ha informato che il nuovo piano di assetto idrogeologico è quasi ultimato. Questo documento dovrebbe offrire una zonizzazione più equilibrata della pericolosità idraulica, modificando le classificazioni rispetto all’attuale piano stralcio. L’ipotesi è che questa nuova configurazione possa conciliare meglio la necessità di sicurezza con lo sviluppo economico e urbanistico della zona.

Il Comune e la Regione hanno chiesto una accelerazione nelle procedure per approvare il nuovo PAI, sollecitando una riduzione dei tempi in modo da limitare l’impatto restrittivo del piano stralcio sulle imprese e sui cittadini. Questi enti puntano a una gestione più fluida e più attenta alle esigenze reali del territorio abruzzese in materia di rischio idraulico.

Impegni per le opere di mitigazione e coinvolgimento degli attori economici

Durante l’incontro, l’Autorità di bacino ha assicurato che fornirà chiarimenti precisi e indicazioni puntuali riguardo alle opere necessarie per ridurre il rischio di alluvione. Saranno dettagliate le modalità di intervento e i tempi di realizzazione degli interventi di mitigazione idraulica, elementi fondamentali per consentire la pianificazione da parte degli enti locali e degli operatori economici.

Comune e Regione hanno rivolto un appello a tutti i soggetti interessati, in particolare al mondo produttivo, invitandoli a partecipare attivamente alla fase di presentazione delle osservazioni al piano. L’obiettivo è migliorare i contenuti del piano stesso e attenuare le conseguenze negative sul territorio e sulle attività economiche. Il coinvolgimento diretto mira a favorire una maggiore condivisione delle scelte e una più efficace gestione del rischio.

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