Compagno fermato per incendio doloso e omicidio volontario a milano dopo tragedia in viale Abruzzi

Compagno fermato per incendio doloso e omicidio volontario a milano dopo tragedia in viale Abruzzi

a milano una donna muore lanciandosi da un quarto piano per sfuggire a un incendio doloso in viale Abruzzi; il compagno è stato fermato dalla procura con accuse di omicidio volontario aggravato.
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A Milano, in un appartamento di viale Abruzzi, una donna è morta precipitando dal quarto piano per sfuggire a un incendio doloso appiccato dal compagno, ora fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato. - Gaeta.it

La notte scorsa a Milano si è consumata una tragedia in un appartamento di viale Abruzzi. Una donna di 48 anni è morta dopo essere precipitata dal quarto piano, nel tentativo di scappare da un incendio. La Procura ha fermato il compagno, accusato di aver appiccato le fiamme con intenzione dolosa.

Il contesto del rogo e le incognite ancora aperte

Resta da chiarire la modalità precisa con cui è scoppiato il fuoco. Non è ancora stato stabilito il punto di origine né gli strumenti utilizzati per appiccare l’incendio. La natura dolosa del rogo è però confermata dalle indagini preliminari.

La donna si è lanciata dal quarto piano per sfuggire alle fiamme, una scelta estrema che ha provocato la sua morte. La vicenda sta creando notevole attenzione nelle cronache milanesi, poiché si tratta di un episodio drammatico con diversi aspetti ancora da ricostruire.

L’inchiesta prosegue per definire con precisione responsabilità e dinamiche, aspetti cruciali per il processo. In ballo ci sono elementi come la possibile premeditazione e le condizioni di vita nella casa di viale Abruzzi.

Le dichiarazioni e le prove raccolte durante l’interrogatorio

Durante l’interrogatorio in questura, l’uomo non ha confessato. Ha ammesso solo una possibile causa accidentale del rogo, senza farsi carico quindi della responsabilità diretta. La sua versione, però, non ha convinto gli inquirenti, visto che a suo carico ci sono più prove concentrate.

Tra queste, diversi testimoni hanno fornito elementi utili agli investigatori. Inoltre, i filmati, probabilmente delle telecamere di sorveglianza, hanno mostrato movimenti e comportamenti rilevanti per ricostruire i fatti. Un altro dettaglio fondamentale riguarda la porta di casa, che era chiusa dall’esterno, lasciando una sola chiave in uso alla coppia, un fatto che fa pensare a una dinamica di segregazione.

Il fermo per incendio doloso e omicidio volontario aggravato

Il provvedimento di fermo è stato disposto dalla pm Maura Ripamonti, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura di Milano. Si tratta di un atto giudiziario che conferma la gravità degli elementi raccolti contro l’uomo, che ora rischia pesanti conseguenze penali.

La polizia e i vigili del fuoco, intervenuti tempestivamente sul luogo, hanno effettuato rilievi e raccolto testimonianze. Le indagini hanno portato a ritenere che l’incendio sia stato doloso, cioè provocato volontariamente dall’imputato. A questo si aggiunge l’accusa di omicidio volontario aggravato, proprio per il legame causale con la morte della donna.

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