Il 3 giugno si rinnova a Reggio Calabria un appuntamento che ricorda una delle tragedie più drammatiche delle migrazioni nel Mediterraneo. Nel cimitero di Armo, conosciuto come “Cimitero dei migranti”, si è svolta una cerimonia in ricordo dei 45 migranti le cui salme approdarono sulla nave Vega nel 2016. Il territorio si è stretto attorno a questa memoria con un evento che intreccia la storia locale al tema più ampio dei flussi migratori e delle vite spezzate nel mare.
Nascita della giornata della memoria per le vittime delle migrazioni
La Giornata della memoria per le vittime delle migrazioni fu istituita dal Comune di Reggio Calabria nel 2016, anno in cui vennero recuperate in mare 45 salme di migranti a bordo del pattugliatore Vega. Il fatto segnò profondamente la città, che accolse quei corpi nel cimitero di Armo. Quel luogo assunse un significato particolare, diventando uno dei primi spazi in Europa dedicati al ricordo di chi ha perso la vita durante i pericolosi viaggi della speranza. La cerimonia annuale vuole mantenere viva questa memoria, non solo come atto commemorativo, ma anche come monito sulla gravità e la complessità del fenomeno migratorio.
Luogo simbolo tra memoria locale e dimensione globale
Il cimitero, infatti, rappresenta un punto di incontro tra la vicenda locale e la dimensione globale delle migrazioni, un luogo dove si materializzano le conseguenze dirette dei naufragi e delle traversate in mare aperto. La sua istituzione come “cimitero dei migranti” ha contribuito a sensibilizzare le comunità attorno a un tema spesso affrontato con distacco. La giornata del 3 giugno si è consolidata come momento di riflessione per tutta la città di Reggio Calabria.
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La cerimonia e i protagonisti della memoria a armo
Alla cerimonia partecipano ogni anno varie figure della città e del territorio. Nella più recente edizione erano presenti il sindaco Giuseppe Falcomatà e il vicesindaco Paolo Brunetti, accompagnati dai volontari della Caritas diocesana, con Bruna Mangiola. La presenza dei cittadini di Armo è sempre significativa: molti si occupano della manutenzione del cimitero durante l’anno, curando un luogo di grande valore simbolico.
Un ospite speciale è il volontario internazionale Martin Kolek, che nel 2016 recuperò alcune delle salme in mare, inclusi due bambini vittime del naufragio. La sua partecipazione richiama alla concretezza di quell’evento tragico, rende visibile il lavoro sul campo compiuto dalle persone che non si limitano al ricordo, ma agiscono in prima linea.
Momenti di preghiera e riflessione
La cerimonia comprende momenti di preghiera e raccoglimento, guidati da don Nino Russo, a sottolineare la dimensione spirituale legata alla memoria. Questi momenti offrono uno spazio di silenzio e riflessione, necessario per affrontare il peso emotivo e umano legato alla perdita e alla tragedia. Non si tratta di un semplice rito, ma di un impegno a ricordare senza dimenticare.
Il significato civile e sociale della giornata a reggio calabria
Il discorso del sindaco Falcomatà, pronunciato durante la cerimonia, ha sottolineato l’importanza di questo appuntamento per la città. Da nove anni il 3 giugno si distingue chiaramente nelle agende cittadine come momento non solo di ricordo, ma di riflessione attiva. La giornata ha lo scopo di mantenere viva la consapevolezza su quanto accaduto, ma anche di sollecitare una presa di responsabilità collettiva sulle questioni migratorie attuali.
Falcomatà ha ricordato come le difficoltà legate alle migrazioni non siano affatto superate. Le tensioni e i conflitti, infatti, si sono intensificati nel tempo. Il cimitero di Armo testimonia la capacità di accogliere le sofferenze degli altri e richiama all’applicazione pratica delle parole evangeliche sull’accoglienza. La città di Reggio Calabria si presenta così come una comunità che tenta di tradurre in atti concreti la solidarietà verso chi è più vulnerabile.
L’intervento del sindaco ha voluto anche ringraziare tutti quelli che hanno contribuito, negli anni, a creare un legame profondo tra la città e i migranti ricordati. Il riconoscimento del lavoro di persone come Martin Kolek, simbolo di quel legame, rafforza la dimensione umana dietro alle iniziative pubbliche e alle istituzioni.
Un nuovo significato per il cimitero di armo nel presente
Dal 2022, il cimitero di Armo ha acquisito una nuova funzione grazie a un’opera consegnata da Caritas Italiana alla comunità locale. Questo intervento ha ampliato lo scopo originario del luogo: oltre a ospitare le salme dei migranti, oggi accoglie anche i resti di persone povere e sole. Si tratta di un segno tangibile di come il sito sia diventato un monumento vivente alla fratellanza e all’attenzione verso chi vive ai margini.
L’iniziativa ha trasformato il cimitero in un punto di riferimento sia per la memoria collettiva sia per la giustizia sociale in ambito locale. Quest’area è al contempo un luogo di lutto, ma anche un messaggio di inclusione e rispetto verso chi è stato dimenticato. Le nuove destinazioni delle sepolture testimoniano un percorso di cura e attenzione ampliata dalle istituzioni e dalle associazioni attive sul territorio.
Ruolo della comunità di armo nella gestione del cimitero
Tale valorizzazione ha incontrato il consenso e il coinvolgimento della comunità di Armo, che continua a seguire con attenzione e dedizione la gestione del cimitero. Questo impegno permanente sottolinea quanto la memoria debba misurarsi con la pratica quotidiana e con l’attenzione alle condizioni di vita delle fasce più fragili della popolazione.