Come rilanciare l’Europa puntando su crescita, coesione e investimenti strategici nel 2025

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Europa 2025: crescita e investimenti per un futuro più coeso - Gaeta.it

Marco Mintillo

6 Settembre 2025

L’Unione europea si trova davanti a sfide decisive, con equilibri globali in rapido cambiamento e potenze emergenti sempre più protagoniste. Per evitare una perdita di influenza e consolidare il progetto comunitario, occorre rimettere al centro la crescita economica e la coesione sociale. Questi temi sono stati al centro dell’intervento del presidente del Cnel Renato Brunetta durante il Forum Teha di Cernobbio, dove ha toccato punti chiave per il futuro dell’Europa, tra investimenti, politiche di sostegno e cambiamenti strutturali nella governance.

La crescita europea al tempo della trasformazione globale

Brunetta ha ricordato come la solidità dell’Europa dipenda dalla capacità di far ripartire l’economia, investendo sulle persone e sull’innovazione. In particolare, ha sottolineato la necessità di focalizzarsi su investimenti mirati al capitale umano e a soluzioni sostenibili, per far fronte alle nuove sfide internazionali e interne. La crescita non deve limitarsi solo ad aumentare il prodotto interno lordo, ma deve essere accompagnata da una competitività che tenga conto dell’ambiente e delle disuguaglianze territoriali.

Il presidente del Cnel ha spiegato che la coesione sociale rappresenta il lato opposto della medaglia: gli investimenti devono coinvolgere tutte le regioni e i cittadini europei, evitando che alcune parti restino escluse dal progresso. Questa equità è essenziale per rispecchiare i principi di solidarietà e sussidiarietà sanciti dal Trattato sull’Unione Europea, senza i quali il progetto comunitario perderebbe concretezza e credibilità.

L’insegnamento della pandemia e la fine dell’austerità europea

L’emergenza Covid-19 ha rivelato le fragilità del sistema attuale, mostrando come le politiche seguite nel passato abbiano limitato la reattività dell’Ue. Brunetta ha evidenziato un cambio di paradigma imprescindibile: occorre abbandonare logiche di austerità che comprimono lo sviluppo e inducono divisioni tra gli Stati membri. A vantaggio, invece, di un modello basato su investimenti strategici negli interessi comuni.

La risposta europea attraverso il piano Next Generation EU ha dimostrato che il sostegno economico condiviso può diventare un volano per trasformazioni profonde. Se canalizzati con attenzione, questi fondi creano unità politica e rafforzano la capacità produttiva del continente. Questa esperienza ha aperto la strada a una nuova stagione, in cui la collaborazione finanziaria assume un ruolo centrale per il rilancio e per superare le difficoltà congiunturali e strutturali.

Rilanciare la domanda interna e il ruolo del debito buono

Per superare la stagnazione, Brunetta ha richiamato l’attenzione sulla necessità di spingere con forza la domanda interna nei Paesi europei. Lo strumento principale è quello di un grande bilancio europeo, pensato per incentivare consumi e investimenti interni. Questo tipo di politica contribuirebbe a riequilibrare il rapporto economico con gli Stati Uniti, evitando che il risparmio europeo sia impiegato principalmente per finanziare debito estero.

Secondo Brunetta, indirizzare il risparmio verso il mercato europeo stimolerebbe la crescita, renderebbe l’Europa più competitiva e attrarrebbe risorse e talenti. Il cosiddetto “debito buono”, cioè fondi spesi per beni comuni e infrastrutture, diventerebbe quindi la chiave per rilanciare l’economia su basi più solide e inclusive. Questa strategia si basa su un modello di sviluppo in cui coesione e crescita si sostengono a vicenda.

Superare l’unanimità e adottare un coordinamento efficace

Un altro punto evidenziato da Brunetta riguarda il meccanismo decisionale europeo. Il sistema basato sull’unanimità, secondo lui, risulta ormai un freno alla capacità di azione rapida e coordinata dell’Unione. Per affrontare le sfide contemporanee, serve un metodo più snello, che consenta a Bruxelles di prendere decisioni importanti anche senza il veto di tutti i Paesi.

Il presidente del Cnel ha citato figure come Monti, Letta e Draghi che hanno già indicato questa strada, sottolineando la necessità di un salto di qualità nella governance europea. Ha richiamato l’appello del presidente Mattarella, che ha invitato l’Europa a svegliarsi e a rompere vincoli che hanno limitato lo sviluppo per troppo tempo. Con un coordinamento efficace, l’Ue potrebbe diventare un modello a livello mondiale, non solo in campo economico ma anche sotto il profilo della cooperazione e dell’inclusione sociale.

L’Europa si trova dunque a un bivio. L’azione che porterà avanti nei prossimi anni definirà se potrà mantenere un ruolo di primo piano nel contesto internazionale oppure rischiare di ridimensionare il proprio peso politico e economico. Gli interventi di Brunetta indicano chiaramente la direzione da seguire, nel segno di investimenti mirati, equità territoriale e riforme istituzionali.