La valorizzazione delle tradizioni artigianali e agricole locali può dare nuova vita a territori con un passato produttivo importante. Nel trevigiano, la cooperativa sociale Terra Fertile è un esempio concreto di come l’impegno comunitario sappia rimettere al centro la storia e le risorse locali. Questo articolo racconta il lavoro della cooperativa e le sue iniziative nel campo dell’agricoltura sociale, della gestione del museo dedicato al baco da seta e dello sviluppo di nuovi progetti legati al turismo e all’economia della zona.
La storia e la missione di terra fertile nel contesto sociale ed economico di vittorio veneto
Terra Fertile nasce nel 1995 con l’obiettivo di offrire supporto alle persone con disabilità , impiegandole in progetti di inclusione sociale. La cooperativa si è sviluppata con attività di centri diurni e successivamente ha ampliato il raggio di azione con l’agricoltura sociale. Da questa attività ha preso forma una piccola bottega biologica che commercializza prodotti propri e di aziende locali, mantenendo sempre una forte attenzione alla qualità e alla filiera corta.
Il presidente Massimo Ciacchi sottolinea come la cooperativa si è sempre mossa puntando sui prodotti genuini, evitando di fare leva esclusivamente sul sostegno derivante da iniziative sociali, spesso limitate in entità e attenzione. Questo approccio ha portato Terra Fertile a differenziarsi, cercando di consolidare una base economica autonoma e sostenibile grazie all’agricoltura e alla vendita diretta. La vicepresidente Francesca Garbelotto spiega che questa scelta è stata un cambio di percorso rispetto alla dipendenza da piccoli appalti pubblici o all’adesione a consorzi, strategie che avrebbero portato risorse ridotte e complicazioni per una realtà di piccole dimensioni.
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Ispirazione ai principi di carlo borzaga
L’approccio dell’impresa sociale di comunità si ispira ai principi di Carlo Borzaga, economista che ha contribuito alla normativa sulle cooperative sociali in Italia. Terra Fertile vuole infatti fondere elementi imprenditoriali con la solidarietà e il tessuto locale, mettendo a frutto risorse e idee del territorio per sostenere persone svantaggiate e allo stesso tempo generare valore economico e culturale.
Gestione e valorizzazione del museo del baco da seta: un legame diretto con la tradizione locale
Il territorio di Vittorio Veneto è storicamente legato alla produzione della seta, con un passato dominato dall’allevamento dei bachi nelle case contadine e dalla lavorazione in filande e stabilimenti bacologici. Terra Fertile ha ottenuto la gestione del Museo del Baco da Seta nel 2010, struttura allestita all’interno di un’ex filanda convertita a incubatore di attività artigianali alla fine degli anni settanta.
Vista la posizione fuori dal centro cittadino e dai principali flussi turistici, la cooperativa ha sviluppato una serie di eventi per animare il museo e attirare pubblico: cene a tema con prodotti delle filiere locali, incontri culturali su cucina naturale, concerti e occasioni di confronto per aziende e cittadini. Queste iniziative hanno avuto un buon riscontro crescente nel tempo.
Museo come centro di memoria e cultura materiale
Il valore del museo va oltre la semplice esposizione di oggetti. La responsabile scientifica dell’allestimento, l’antropologa Elisa Bellato, ha raccolto testimonianze di ex-operai e filandiere, creando materiale audiovisivo e sensoriale . Il lavoro antropologico continua, con conferenze aperte che permettono di ascoltare direttamente chi ha vissuto le realtà produttive della zona, rendendo il museo un centro vivo di memoria e cultura materiale.
Eventi culturali, enogastronomia e promozione locale: terra fertile come protagonista nel territorio
Gli eventi organizzati da Terra Fertile nei primi anni hanno mostrato una capacità di attrazione significativa. Toni Soligon, noto divulgatore sul tema della tradizione serica, ha portato fino a duecento partecipanti a ogni incontro. Dal 2015 la cooperativa ha incorporato un servizio di cucina con chef dedicato, ampliando l’offerta con cene tematiche. Ha inoltre curato manifestazioni come Terra Madre day con Carlo Petrini di Slow Food.
La cooperativa ha svolto catering per grandi eventi, come la ciclistica Monaco-Venezia con 500 presenze o il raduno triveneto degli alpini con migliaia di partecipanti. In diversi anni ha organizzato più di cinquanta appuntamenti annuali per promuovere non solo il museo, ma anche il negozio biologico, la cosmesi naturale e la tutela del territorio. La pandemia ha fermato la maggior parte di queste attività , imponendo una pausa e una riflessione sul futuro.
Questo periodo ha portato Terra Fertile a concentrarsi sul consolidamento della propria identità come impresa sociale di comunità , con lo scopo di lavorare in rete con enti pubblici, privati e non profit del territorio. La cooperativa si muove per sostenere lo sviluppo locale e contribuire a un welfare diffuso, attraverso collaborazioni che possano sostenere progetti concreti, imprenditoriali e sociali insieme.
Nuovo impulso al turismo locale: sfide e opportunità nelle prealpi trevigiane e nel cadore
Il territorio dove opera Terra Fertile presenta caratteristiche interessanti per un turismo lento e naturale. Massimo Ciacchi, appassionato ciclista, descrive le vallate, le salite e le zone boschive della Pedemontana come un’opportunità da sfruttare. La mancanza di progetti organici e strutture ricettive limita però il potenziale turistico. Qui mancano sentieristica segnalata con cura, ostelli, ristoranti e servizi basilari per chi arriva in bici o a piedi.
La richiesta per il cicloturismo cresce in modo marcato, ma le infrastrutture, come officine per bici o punti di ricarica per e-bike, scarseggiano. Anche gli itinerari enogastronomici richiedono sviluppi e connessioni con la cultura locale. Francesca Garbelotto evidenzia come sia fondamentale creare una rete capace di coinvolgere imprese, enti pubblici e operatori. Gestire una ciclo officina, curare i sentieri lungo il fiume o aprire punti di ristoro sono passi importanti, ma vanno inseriti in un sistema più ampio e coordinato.
Percorsi europei e cammini unesco
Il territorio è attraversato da cammini europei, come uno che parte dalla Spagna e arriva fino all’Ungheria, e dal nuovo cammino Unesco nelle colline del prosecco. Questi percorsi sono però poco accessibili, mancano indicazioni precise e servizi dedicati. I trasporti per i ciclisti, come il treno da Vittorio Veneto verso Calalzo nel Cadore, sono ridotti e poco funzionali.
Terra Fertile punta ad attirare un turismo nordico, più incline a esperienze lente, enogastronomiche e naturalistiche. Il territorio ha una biodiversità elevata, grazie alla congiunzione tra flora montana e di pianura, che può diventare punto di forza per un turismo esperienziale. Servono tuttavia investimenti in infrastrutture e una programmazione condivisa con soggetti locali e istituzionali.
Ruoli e limiti della cooperazione sociale nello sviluppo locale e imprenditoriale
Il modello cooperativo ha caratteristiche peculiari che influenzano il modo di fare impresa sociale. Massimo Ciacchi afferma che non basta più fare sindacato: la cooperazione sociale deve passare a progetti concreti, senza cadere in approcci autodiretti o troppo pietistici, talvolta ancora presenti nel settore.
Francesca Garbelotto evidenzia l’importanza di costruire alleanze tra imprese, amministrazioni e terzo settore per superare difficoltà organizzative e culturali. Collaborare in rete implica apertura e volontà di affrontare sfide collettive, non sempre facili da gestire.
Il sistema cooperativo facilita la gestione di proposte complesse grazie alla partecipazione di più soci, anche se questo processo allunga i tempi decisionali. Questa pluralità di interlocutori offre l’occasione di portare avanti imprese sociali con visioni ampie e più integrate con le realtà locali.
Rispetto a un progetto solitario, la cooperativa dà più strumenti e supporto a chi vuole lavorare per la comunità . La gestione controllata e senza un capo assoluto permette di affrontare le diverse esigenze in modo equilibrato, costruendo un’impresa che però deve saper affrontare le complessità e ricercare un posizionamento chiaro nel contesto economico.
Terra Fertile quindi incarna una sfida a coniugare tradizione, inclusione sociale ed economia in un territorio che fatica ad attrarre turismo ma conserva risorse culturali e paesaggistiche da valorizzare. Il loro lavoro apre nuove opportunità attorno alla storia della seta, all’agricoltura biologica e a una forma di turismo più attento e sostenibile.